Di Stefano Benzi
Si rinnova l’appuntamento con Hit Parade, alcuni suggerimenti musicali abbinati a notizie riguardanti la pallavolo di questi ultimi giorni.
Poche settimane fa Paul Buchegger ha lasciato Modena per una nuova avventura all’estero. Giocherà con lo Spor Toto di Ankara dove troverà un altro ex del nostro campionato, il palleggiatore americano Kawika Shoji. Le sue parole di gratitudine nei confronti della società che lo ha rimesso prima in piedi e poi un campo dopo un calvario di incidenti sfortunatissimi sono state molto sentite ed emozionanti. “Spero di tornare un giorno…” ha detto Buchegger che ha confessato di considerarsi almeno per un quinto italiano. In fondo un quinto della sua vita l’ha trascorsa da noi e nei nostri campionati. Merita tanta fortuna Paul, almeno quanta sfortuna ha dovuto gestire nel corso delle ultime tre stagioni. E gli dedichiamo un brano adatto.
La fortuna in fondo è uno stato d’animo: c’è chi ha molta fortuna e non è mai contento, c’è chi affronta una sfiga pazzesca e lo fa a testa alta. La chiave di lettura, tutto sommato, è l’ironia. Che come scriveva qualcuno “ci salverà”.
“Ironic” è un brano scritto per “Jagged Little Pill”, il terzo album della canadese Alanis Morissette, il suo primo grande successo internazionale: quasi 35 milioni di copie vendute, 600mila solo in Italia. Alanis, una giovane donna abbandonata da un compagno molto più vecchio di lei, scrive canzoni con testi molto diretti ed espliciti. “Ironic” è un testo di intelligenza e sarcasmo terribile: tutta una serie di episodi fortunati… ma con il rovescio della medaglia. Un uomo di 98 anni che eredita una fortuna alla lotteria e muore il giorno dopo, un acquazzone il giorno del matrimonio, una corsa gratuita quando hai già pagato, un ingorgo quando sei già in ritardo, incontrare l’uomo della tua vita… che ti presenta la sua splendida moglie. La vita spesso presenta conti costosi: tutto sta a guardare le cose in prospettiva.
Il video di “Ironic”, molto divertente: dove quattro personalità distinte di Alanis Morissette raccontano la canzone con i suoi paradossi.
Matteo Battocchio, riconfermato sulla panchina della Pool Libertas Cantù anche per la prossima stagione, si conferma un allenatore che parla chiaro. Anche se ogni tanto la cosa gli crea qualche occasione di discussione. Quando a Natale durante gli allenamenti per il turno di Santo Stefano si ritrovò con l’arena chiusa e gelida andò su tutte le furie. E quando il calendario decise che Cantù doveva raggruppare tutti i suoi recuperi in poco tempo a dispetto di numerose partite e parecchie trasferte, non esitò a criticare le decisioni della Lega. Facendosi qualche nemico. Cantù ha chiuso una splendida stagione in crescendo e guarda alla prossima stagione con molte ambizioni. Come Battocchio racconta qui.
Una delle scene più belle della stagione è stato vedere Battocchio e Graziosi, due uomini ‘forti’ della A2 maschile, chiacchierare amabilmente a braccetto e concedere un’intervista divisa in due: vinse Bergamo al terzo set una gara durissima. Fu molto divertente vedere che i colloqui del dopo partita possono anche essere altro. Ma Graziosi, anche lui riconfermato a Bergamo, e Battocchio sono due tosti, spesso ringhiosi: vederli arrabbiati non è un bello spettacolo.
Sono quelli che in Gran Bretagna chiamerebbero AYM, Angry Young Men, come la splendida canzone di Billy Joel, composta diversi anni fa. Gli Angry Youn Men erano un movimento britannico nato nella metà degli anni ’50 (Elisabetta II c’era già) quando l’Inghilterra sembrava immobile nel suo tradizionalismo. Il movimento politicamente fallì, ma creò una scuola di pensiero nuova: dal quale nacquero la beat generation, i mods. I gruppi rock anni ’60 erano AYM o not-AYM: i Rolling Stones erano arrabbiati, i Beatles no. Gli Who erano arrabbiati, i Genesis no. E così via.
Ancora oggi quando qualche giocatore parla chiaro in conferenza stampa in Inghilterra i giornali lo etichettano: Angry Young Man.
A Battocchio e Graziosi, anche lui ci ha parlato in esclusiva qualche giorno fa, dedichiamo proprio la divertentissima canzone di Billy Joel che da sempre apre i concerti del rocker di New York. Billy Joel è uno che con la rabbia e la sua gestione ha avuto un rapporto non facile: tentò anche il suicidio e finì in carcere per aggressione e danneggiamenti prima di darsi una calmata e diventare uno degli autori di maggiore successo di sempre.
Questa versione di “Angry Young Man”, una delle sue canzoni manifesto, è tratta dal fantastico concerto organizzato per la chiusura dello Shea Stadium, la casa dei New York Mets nel Queens.