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Gli Europei speciali di Simone Anzani: “Da papà avrei voluto rinunciare…”

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Di Roberto Zucca

L’emozione. La voce rotta dal pianto che prende il sopravvento. E la commozione di tutti, giornalisti e addetti ai lavori. L’ultimo Simone Anzani, quello che solo qualche settimana fa ci ha regalato una medaglia d’oro ai Campionati Europei assieme alla giovane Italia di Fefè De Giorgi, è tutto in quelle lacrime. Quelle che poi, a telecamere spente, raccontano un momento complicato, da cui viene fuori un grande uomo e un grande leader:

Ho voluto dedicare quel momento alla mia famiglia, e soprattutto a Viola e Carolina. Se ci ripenso, sono capace di commuovermi ancora. È stato un momento difficile. Chi non fa il nostro mestiere vede il lato fatto dal momento delle vittorie e delle sconfitte. Ma c’è una vita con cui, quando si spengono i riflettori e si esce dal campo, bisogna fare i conti“.

Le va di raccontarmela?

Una vita in cui scopri di diventare papà e sei al settimo cielo. Ma anche una vita in cui già sai che quando nascerà tua figlia probabilmente sarai impegnato con la maglia azzurra. È il tuo lavoro, lo metti in conto. Poi arriva Viola, nostra figlia, e staccarsene diventa difficile, diventa complicato. Così come lo diventa separarti da Carolina, che in passato ti ha sempre seguito e ora ovviamente non può. Quindi appena puoi trascorri tutto il tempo al telefono con lei, a rasserenarla. Anche quando è difficile, perché sei tu ad aver bisogno che qualcuno lo faccia con te“.

Foto Instagram Simone Anzani

Come si sopravvive?

Ogni tanto sei costretto ad andare in bagno, chiudere la porta, e piangere. Stai un po’ da solo, ti rimetti in ordine e vai in palestra. Perché è il tuo lavoro. Le dico una cosa che non ho mai detto“.

Prego.

Quando De Giorgi mi ha chiamato dopo Tokyo e chiesto la disponibilità per giocare l’Europeo, gli ho detto con sincerità che il Simone padre avrebbe voluto prendere una pausa per dedicarsi alla famiglia. Ma il Simone giocatore professionista non avrebbe mai potuto rinunciare alla maglia azzurra e avrebbe dato l’anima per il nuovo ciclo che stava per iniziare. E così è stato“.

Foto CEV

Mi conceda un giudizio: ha giocato la pallavolo migliore della sua carriera in questi Europei.

La ringrazio molto. Abbiamo giocato un bellissimo Europeo, e non si immagina che gioia poter essere i campioni dopo 16 anni. Io ci sono arrivato come il più anziano del gruppo e quando ho parlato con Fefè mi ha chiesto di essere un punto di appoggio per alcuni di loro. Spronando magari qualcuno e cercando di essere un buon vicecapitano“.

Le è capitato?

In finale ho visto Balaso, che ha fatto un Europeo giocando mostruosamente bene, in un attimo di difficoltà. Mi sono avvicinato e gli ho detto a bruciapelo: ‘Chi è il libero più forte di questo Europeo?’. Fabio è un timidone, una persona pacata e modesta. Mi ha sussurrato semplicemente: ‘Io’. Quando è tornato in campo ha fatto due difese impressionanti e siamo andati a prenderci questo torneo. Ecco, se me lo chiede, credo di aver fatto quello che, quando mi trovavo al posto di Fabio, qualcuno ha fatto anche con me”.

foto A.S. Volley Lube

L’abbraccio con Simone Giannelli a fine gara. Cosa c’era in quell’abbraccio?

Un percorso fatto insieme, frutto di anni e anni di nazionale. Sono stato il primo compagno di stanza di Simone quando è stato convocato per la prima volta in nazionale e buttato nella mischia. Ho vissuto con lui la delusione di Tokyo e quello era il nostro riscatto, un momento di immensa gioia ed emozione che condividevo con il mio amico e capitano di questa splendida squadra“.

So che di Tokyo non ama parlarne. Mi dica solo come si guarisce da un’Olimpiade così?

Trascorrendo dieci giorni con Carolina, mia figlia, e tutta la mia famiglia. Poi si riparte“.

Ormai è concentrato su Civitanova. Come sta Zaytsev?

Sta lavorando molto per tornare più forte di prima. Sono contento e spero di ritrovarlo in campo prestissimo“.

Che aria tira alla Lube?

L’aria bella di una stagione nella quale faremo di tutto per essere quelli da battere“.

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