Foto Instagram Andrea Schiro

Andrea Schiro, il prossimo gioiello di Padova: “La pallavolo era il mio destino”

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Di Roberto Zucca

Nella Kioene Padova del talento, delle scommesse, dei giovani aitanti e dal futuro glorioso, Andrea Schiro è sicuramente un punto fermo. Vent’anni appena, un titolo mondiale cucito addosso con la nazionale Under 21, l’esordio in Superlega vissuto senza troppi fronzoli ma con molta decisione. Insomma, le premesse per percorrere il cursus honorum della pallavolo ci sono tutte:

Per adesso ciò che mi rende più sereno è di poter fare questo percorso a Padova, che è una società che sui giovani ha costruito il suo valore aggiunto e che permette a noi giovani di crescere senza ansie da prestazione e in un clima di grande fiducia“.

I buoni risultati della stagione poi aiutano.

Be’, fa un certo effetto a tutti quanti un inizio così. Sorridiamo e siamo felici quando vediamo che la nostra posizione in classifica è al di sopra di alcune squadre più corazzate di Padova. Soprattutto è un qualcosa che ci dà forza e fiducia per il proseguimento. È il risultato di un lavoro di un gruppo in cui si è creata una bellissima alchimia. Siamo persone che stanno bene assieme, sia in campo che fuori“.

Foto Pallavolo Padova

La sua storia pallavolistica parte non lontano da Padova. Ovvero da Schio.

Sì, è lì che ho esordito. Con Padova ho firmato nel 2019, iniziando dalla serie minore per farmi le ossa. E quest’anno ho avuto la fortuna di essere promosso in prima squadra. Una bella soddisfazione“.

Curiosità: non è il primo della famiglia ad aver scelto la pallavolo.

No, prima di me c’è stato Davide, mio fratello, che ha 5 anni più di me e con cui ho condiviso una bellissima stagione in Serie C. È stato bellissimo giocare assieme perché per me mio fratello è un idolo. Ammiro molto alcune sue caratteristiche“.

Però in Superlega è arrivato lei, Andrea.

Sì, ma questo è relativo. Io ad esempio penso sempre che questa sia una strada che deve essere affrontata con la consapevolezza che nella vita non c’è niente di certo, di sicuro. Può cambiare tutto dall’oggi al domani. Parlerei piuttosto di un qualcosa che ho imparato da lui, ossia la passione per questo sport. Mio fratello è uno di quei giocatori che ogni sera, dopo il lavoro, si fa un’ora di macchina per andare ad allenarsi. Ha una costanza incredibile, ed è davvero ammirevole“.

Foto Lega Pallavolo Serie A

Che prezzo ha avuto la pallavolo per lei?

Direi nessuno. O almeno, se è rinunciare a qualche serata con gli amici o a qualche sabato di festa, direi che è un prezzo che è valso la pena pagare. Anche perché è ciò che hanno fatto i coetanei che con me condividono questa vita e il campo da pallavolo“.

Cosa avrebbe fatto senza la pallavolo?

Le racconto un aneddoto per farle capire che forse era destino scegliessi la pallavolo. Io ho studiato in un istituto tecnico, con papà che mi ha trasmesso la passione per le macchine e le moto. Durante lo stage scolastico, sono andato in officina per provare ad approcciarmi col mestiere. Ecco, lei deve capire che è lì che ho capito che sarebbe stata una strada decisamente in salita. Infatti non esisteva un carroponte alla mia altezza e avrei dovuto lavorare costantemente piegato. Non dico sia solo quello, ma di certo a quel punto ho capito che la pallavolo sarebbe stata la mia strada principale“.

Sono trascorsi due mesi dalla conquista del Mondiale con la nazionale. A 20 anni si rimane frastornati da un traguardo simile?

È un traguardo, ma in una prospettiva più ampia è un punto di partenza. È stato bellissimo e ovviamente ogni tanto capito all’interno della galleria di foto del cellulare che raccontano quei momenti a Cagliari. Avevamo capito sin dall’estate che avremmo potuto fare un bel percorso perché ci siamo tutti ritrovati all’interno di un gruppo di amici, con cui condividere un momento personale e professionale stupendo”.

Foto Instagram Andrea Schiro

Cosa rimane di tutto questo?

Ritrovarsi sui campi durante l’anno e capire che siamo ancora lì magari con un ricordo e un pensiero. Rimane anche l’amicizia, il fatto che quei momenti manchino. E che adesso la strada è per tutti molto chiara, nel senso che vogliamo tutti crescere per poter fare un bel percorso in Superlega“.

Quando si esordisce in Superlega il taglio dei capelli suo e di Crosato è un obbligo?

“(ride, n.d.r.) Mi fa ripensare alle inquadrature che ho visto sui social dopo la partita. È una tradizione più che un obbligo, e fa parte della cultura dello spogliatoio padovano. Ed è bello così“.

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