Di Alessandro Garotta
Qual è il modo migliore per definire la forza di un’opposta? Non esiste una risposta definitiva a questa domanda, però esistono tanti piccoli pezzi da mettere insieme: i punti sono fondamentali, certo, ma poi vanno considerati anche il peso, la qualità, la varietà degli attacchi vincenti; e poi bisogna tener conto del contributo dato alla squadra in termini di partecipazione, di personalità, tutti fattori che assumono un valore ancora più importante quando si giocano le competizioni internazionali più importanti.
Nel caso di Tijana Boskovic, questi pezzi si incastrano perfettamente, come se fossero le tessere di un puzzle che riproduce un suggestivo scenario di montagna: stagione dopo stagione, il fenomeno serbo ha saputo spostare sempre più in là il concetto di onnipotenza fisica e tecnica, riuscendo letteralmente a piegare le contingenze alla propria volontà e a dare un contributo fondamentale ai risultati dell’Eczacibasi Dynavit Istanbul e della sua nazionale. Ma esiste davvero un segreto dietro ai successi di Boskovic? Lo spiega lei stessa in un’intervista esclusiva ai microfoni di Volley NEWS.
Tijana, riavvolgiamo il nastro e partiamo dai tuoi esordi. Come hai iniziato a giocare a pallavolo?
“Da piccola ero solita trascorrere molto tempo a giocare insieme a miei amici, con i quali avevo provato un po’ tutte le discipline sportive, compresa la pallavolo. Inoltre, ricordo che non mi perdevo nemmeno una partita della nostra nazionale: le guardavo tutte con mio papà, anche lui grande appassionato di sport. È così che mi sono innamorata del volley ed è iniziata la mia carriera“.
Quando hai capito che le tue abilità erano superiori a quelle delle altre giocatrici?
“Durante l’esperienza con lo ZOK Hercegovac di Bileca, club in cui avevo iniziato a giocare a 10 anni. Ovviamente per via dell’età militavo nella squadra giovanile, ma ad ogni torneo riuscivamo a ottenere grandi risultati. Anche a livello individuale vincevo tanti premi e da allora ho lavorato sempre più duramente con il desiderio di diventare la migliore e con la consapevolezza che giocare a pallavolo è ciò che più amo fare“.
Eri davvero molto giovane quando hai lasciato la Serbia per trasferirti in Turchia. Come mai questa scelta? Ricordi ancora le tue prime partite con l’Eczacıbaşı?
“Sono state grandi annate quelle in Serbia, dove ho vissuto la mia prima esperienza pallavolistica da professionista (al Vizura Beograd, n.d.r.). Ad un certo punto, però, ho capito che era arrivato il momento di passare allo step successivo e andare a giocare in una squadra forte e in un campionato di livello superiore. Così, nel 2015 ho deciso di trasferirmi in Turchia per giocare nell’Eczacibasi. Non ho un ricordo particolare delle mie prime partite, ma potrei semplicemente dire che il club, la dirigenza, le compagne e tutti i tifosi sono stati molto accoglienti fin dal primo giorno. Per una giocatrice giovane come me era fondamentale sentirsi a casa pur trovandosi in un ambiente del tutto nuovo“.
Questo è il tuo settimo anno a Istanbul. Cosa ti piace di più della vita in questa metropoli e come trascorri il tuo tempo libero quando non sei impegnata con la pallavolo?
“Vivere in città non è mai noioso, e questa è la cosa più positiva. Ci sono davvero tanti posti da scoprire e visitare. È anche vero, però, che non posso sfruttare al massimo questa opportunità, essendo un’atleta professionista. Infatti, nei giorni liberi le mie priorità sono il riposo, il recupero delle energie e la cura del mio corpo. Tuttavia, mi piace anche andare a sperimentare nuovi posti in cui bere caffè sia nella parte europea sia nella parte asiatica della città e, quando vengono a trovarmi i miei amici o i miei familiari, trascorrere del tempo all’aria aperta in loro compagnia“.
Come descriveresti la tua esperienza all’Eczacibasi?
“È semplicemente qualcosa di fantastico, da ormai sette anni. Mi fa sentire speciale essere la giocatrice straniera che ha giocato il maggior numero di stagioni consecutive in questo club. Inoltre, credo di essere molto fortunata a condividere la stessa visione di questa società in termini di emancipazione femminile, nel sostegno alle atlete più giovani e nella loro preparazione a un’esperienza di vita importante“.
Come sta andando la stagione 2021-2022? Quali sono i vostri obiettivi?
“Il nostro obiettivo è sempre quello di vincere ogni competizione a cui partecipiamo: abbiamo una grande fame di vittorie. Nella prima parte di stagione abbiamo raccolto buoni risultati e giocato bene anche nei momenti difficili, ma sono sicura che nella seconda parte, che è quella più importante, cresceremo ancora di più come squadra e riusciremo a raggiungere i risultati a cui puntiamo“.
Raccontaci come hai vissuto la scorsa estate in nazionale tra Olimpiadi e Campionati Europei. Sei contenta dei risultati raggiunti dalla Serbia?
“È stata la più difficile, ma allo stesso tempo una delle più belle estati da quando gioco in nazionale. Abbiamo vinto due medaglie nei tornei più importanti, quindi ovviamente sono soddisfatta dei risultati raggiunti. Sono contenta anche perché si è finalmente avverato uno dei miei sogni, cioè giocare una grande competizione nel nostro paese. È stato emozionante sentire tutto il sostegno e la passione della nostra gente“.
Grazie a performance straordinarie, sei stata eletta miglior opposto sia alle Olimpiadi sia agli Europei. Cosa significano per te questi premi? E qual è il segreto del tuo successo?
“Ovviamente questi premi sono molto significativi per me, anche se l’obiettivo principale è sempre quello di dare il mio contributo alla squadra e vincere come collettivo: la cosa più importante è sapere di aver dato il proprio meglio. Per quanto riguarda i miei successi non c’è nessun segreto, ma solo tanta passione per quello che faccio“.
Quanto è difficile giocare con tanta pressione, dal momento che tutti si aspettano sempre grandi prestazioni da te e dalla tua squadra?
“Giocare sotto pressione è normale quando si è a questi livelli: fa parte del nostro lavoro. Anno dopo anno ho imparato ad affrontare le difficoltà che si presentano nei momenti cruciali. E devo dire che finora non ho mai avuto problemi a far fronte alla pressione. Anzi, mi piace e mi dà una grande carica giocare le partite importanti davanti a migliaia di persone“.
Fuori dal campo appari come una persona piuttosto timida, che quasi cerca di non attirare attenzione; ma quando inizi a giocare ti trasformi ed emerge tutta la tua autorevolezza. Come fai a gestire questi elementi contrastanti della tua personalità?
“Al di fuori della pallavolo non ho tanti amici, ma quelli che mi conoscono bene sanno che non sono poi così timida. Ma è vero, non mi piace attirare troppo l’attenzione fuori dal campo perché la mia comfort zone è proprio in campo. E tutte le emozioni e gli atteggiamenti che si vedono quando gioco vengono direttamente dal mio cuore“.
Hai già realizzato tutti i tuoi sogni riguardanti la pallavolo?
“Penso che non potrò mai essere appagata o compiaciuta dei traguardi raggiunti. Quando avrò quella sensazione, probabilmente sarà arrivato il momento in cui dire: ‘Ok, ora posso smettere’. Perciò, continuerò a inseguire i miei sogni e i miei obiettivi fino al giorno in cui non ne avrò più“.
Un’ultima curiosità. Tra le tue innumerevoli vittorie, quale consideri la più bella?
“La vittoria del Campionato del Mondo nel 2018. È senza dubbio la più significativa per me“.