Di Roberto Zucca
La sua storia pallavolistica è fatta di pochissimi luoghi, ma di moltissime soddisfazioni. Verona, Civitanova e Milano, dove da ormai 4 anni veste la maglia dell’Allianz, sono il riassunto più efficace della bellissima carriera di Nicola Pesaresi, che al giro di boa dei trent’anni è oggi uno dei migliori liberi del nostro campionato:
“Ammetto che la mia storia principale sia fatta di poche tappe, ovvero di luoghi che ho amato molto e in cui ho scelto di fermarmi a lungo, come Verona e ora Milano. Sono un atleta che ha saputo sposare dei bei progetti e ha voluto dire sì ai rinnovi perché tutto ciò che mi è stato proposto, come lo vivo in Powervolley, mi ha sempre soddisfatto sotto ogni punto di vista“.
Quattro stagioni a Milano. I rinnovi non sono la prassi nella pallavolo di oggi. Bravura dell’atleta o lungimiranza della società?
“Credo sia un insieme di fattori. Io ho avuto la fortuna di avere sul tavolo una proposta seria, qui a Milano, e a lungo termine. Una proposta nella quale ho ritrovato i miei desiderata e in cui si rispecchia la mia volontà di impegnarsi a fare bene. Ho trovato una società seria, presente, con la quale abbiamo raggiunto importanti traguardi in questi anni. L’ultimo è l’accesso in final four di Coppa, oltre alla Challenge conquistata la scorsa stagione“.
Milano sta avendo un ottimo rendimento. Si capisce dai primi giorni che sarà una buona stagione?
“No, non sempre. Anche qui dipende da ciò che si riesce a creare come gruppo squadra. Nel nostro caso mi trovo molto bene e negli anni scorsi mi sono trovato altrettanto bene. Per rimanere su questa stagione, i nuovi elementi hanno portato un bel valore aggiunto e durante la prima parte di campionato abbiamo avuto modo di trovare un bel ritmo, nonostante un momento di difficoltà. Ora sta a noi confermarci in questa seconda parte“.
Il segreto di Milano sono i perni su cui ruota la squadra. Penso a lei e Piano, ad esempio.
“Se ha questa visione, la cosa non può che farmi piacere. Io e Matteo siamo quelli che hanno alle spalle il più alto numero di stagioni e l’aver contribuito assieme ad altri a costruire un bell’ambiente, in cui i nuovi elementi non fanno fatica ad ambientarsi, è un motivo di orgoglio personale“.
Quattro anni in questa città. Fa ancora il turista?
“(ride, n.d.r.) No, non lo sono più. Ora sono un cittadino di Milano Nord. È una città variegata in ogni suo aspetto e viverci mi piace molto. Certo, non posso dirla di conoscerla tutta a menadito, ma ho avuto modo di viverla. Ho ancora qualcosa da scoprire“.
Cosa le piace fare?
“Intanto, da buongustaio, mi piace molto scoprire nuovi angoli culinari. Milano offre tutte le cucine e a me piace molto quella etnica. Poi ho scoperto il teatro, che qui annovera grandi spettacoli e grandi nomi“.
Chiudo con la nazionale. Cosa è oggi per lei l’azzurro?
“Qualcosa che guardo con la giusta serenità. Mi spiego, se la chiamata dovesse arrivare ovviamente è una cosa che mi riempirebbe di gioia. Ma se il tecnico facesse scelte diverse, sarei sereno. Il mio lavoro in palestra sarebbe lo stesso, e le mie performance in campo anche. Ho la fortuna di giocare per un grande club e posso dedicarmi con tutto il mio impegno a questo“.