Di Redazione
La Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia è tornata sui banchi di scuola per affrontare una tematica di stringente attualità: “Lo sport e i giovani“. Al convegno programmato nell’ambito della prima giornata della Settimana dello Studente all’Istituto Industriale “Enrico Fermi” di Vibo Valentia sono intervenuti il vicepresidente Filippo Maria Callipo e il centrale Giovanni Maria Gargiulo, introdotti dai docenti Laura Manno e Vanessa Denami.
Dopo la proiezione del video di presentazione della squadra è stato Filippo Maria Callipo a prendere la parola: “È bello tornare nelle scuole dopo due anni di pandemia in cui siamo stati costretti a stare distanti dalla comunità locale“. Il manager giallorosso ha poi tracciato un breve excursus sulla società presieduta dall’imprenditore Pippo Callipo: “Tutto è nato nel 1993 dal sogno di mio padre, che coinvolto da un gruppo di amici si è appassionato a questo sport. Siamo partiti dalla Serie B e da lì la scalata nell’Olimpo del Volley. Nel 2004 con la finale giocata qui a Vibo la squadra ha conquistato sul campo la promozione in A1“.
Il vicepresidente della Tonno Callipo Calabria ha parlato a cuore aperto agli studenti vibonesi, provando a far comprendere loro i valori della vita e dello sport: “Servono impegno, passione, coraggio. Quello che non può mancare mai è sicuramente è la passione, ognuno di noi dovrebbe nutrire questo sentimento per fare bene ciò di cui si occupa, non solo in ambito sportivo. Sono le motivazioni che ci spingono ad andare avanti. Molto spesso i giovani di fronte agli ostacoli si fermano. Non perseverano, non insistono. Se si ha ‘fame’ di conquistare un obiettivo, tutto può avverarsi. Nel ricoprire il mio ruolo sento il peso delle responsabilità, ma è anche vero che non sono da solo. Il nostro è un lavoro di squadra, serve il confronto e la condivisione. Il singolo non è determinante. Insieme siamo una forza“.
Ci sono difficoltà legate alla posizione geografica e alle caratteristiche del luogo, spiega Callipo: “Con le serie minori la difficoltà è far avvicinare i ragazzi alla pallavolo perché il calcio va per la maggiore. Invece per la prima squadra è complicato riuscire a portare i giocatori a Vibo, un piccolo centro del Sud Italia. Cerchiamo di valutare oltre alle doti tecniche anche quelle valoriali per formare un gruppo di persone motivate che possono dare contributo alla squadra“.
Introdotto dalle docenti Laura Manno e Vanessa Denami, il centrale classe ’99 Giovanni Maria Gargiulo ha portato la testimonianza tangibile di un atleta di Superlega: “La storia di uno sportivo è intrisa di sacrificio e dedizione. Sono andato via di casa quando avevo solo 14 anni, ero un adolescente. Ho dovuto imparare ad adattarmi sempre a nuove situazioni. La difficoltà non è sostenere gli allenamenti: quello che richiede maggiore fatica e perseveranza è la quotidianità. Bisogna tenere un certo tenore di vita che prevede tante rinunce, dall’alimentazione agli orari. Bisogna essere molto responsabili, tante cose non sono concesse, come ad esempio fare tardi la sera con gli amici, niente eccessi. Il rovescio della medaglia può essere appagante in alcuni casi, ma non sempre. Non tutti riescono a diventare atleti di primo piano. Tuttavia nulla è perduto perché lo sport insegna a vivere, insegna il rispetto delle regole, ti mette in contatto con tante persone. Dietro a quello che si vede la domenica in campo c’è il lavoro quotidiano di ogni giocatore che fa ogni cosa in funzione di un’ora e mezza di performance“.
L’intervento di Gargiulo è coinvolgente: sembra quasi uno studente tra gli studenti, con un po’ più di esperienza e l’attenzione di un fratello maggiore. Non mancano le domande sul ruolo di centrale: “Non mi piace dover uscire dal campo come prevede la rotazione, perché è difficile mantenere alta la concentrazione e ritrovare il ritmo gara. La forza della mia squadra è il gruppo. Lo scorso anno con il gioco corale abbiamo fatto una stagione meravigliosa. Quest’anno l’unione ci sta permettendo anche di risalire la classifica e di superare dei momenti di difficoltà. Si diventa una famiglia in cui c’è grande fiducia reciproca. Lo spirito dello sportivo? Non si pone mai dei limiti. Non ha mai un punto di arrivo. Cerca sempre di migliorarsi. A volte serve anche andare oltre le proprie qualità fisiche“.
In chiusura il vicepresidente Filippo Maria Callipo guarda con ottimismo al futuro: “Gli anni della pandemia ci hanno messo a dura prova. La scorsa stagione abbiamo disputato le partite senza pubblico, in un ambiente surreale dove era difficile provare e trasmettere emozioni. Per protezione abbiamo dovuto staccare la squadra da tutto il contesto cittadino. Quest’anno abbiamo riassaporato il gusto di rivedere i nostri tifosi sugli spalti e siamo qui per invitarvi ad avvicinarvi alla nostra realtà. Da sostenitori della squadra già nella prossima partita, il 20 marzo prossimo quando è in programma l’ultima gara di regular season contro Piacenza. Ed anche per invogliarvi ad avere un approccio con questa disciplina da praticare. È uno sport di gruppo, dove ognuno ha un ruolo finalizzato al rendimento collettivo. In un ambiente pulito dove non ci sono insulti ma rispetto per se e per gli altri“.
(fonte: Comunicato stampa)