Chromavis Abo, il volley sbarca alla R.s.a. Fondazione “Giuseppina Brunenghi”

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Di Redazione

Un’idea trasformata in progetto ottenendo il risultato più bello. Il volley “sbarca” alla R.s.a. (Residenza sanitaria assistenziale) Fondazione “Giuseppina Brunenghi” di Castelleone, coinvolgendo gli ospiti con diverse patologie.

L’impulso arriva dal Volley Offanengo, più precisamente dal capitano della Chromavis Abo Noemi Porzio, che lavora come educatrice nella struttura insieme alle colleghe Dalila Ferrari e Silvia Galli della cooperativa sociale “Dolce” che gestisce il servizio nella Rsa di Castelleone. E’ la stessa giocatrice neroverde – in procinto sabato di iniziare l’avventura play off in B1 femminile – a raccontare la genesi e lo sviluppo del progetto.

Questa idea – spiega Porzio – è nata perché io gioco a pallavolo e si è creato un ottimo rapporto con le colleghe, ci definiamo la squadra delle educatrici. Abbiamo deciso di portare il volley nella struttura, come nuovo approccio alla stimolazione motoria e cognitiva. Con questo progetto, si superano le barriere di ogni genere e si rispolverano nella memoria degli ospiti i ricordi dei giochi fatti da piccoli. Giocare a pallavolo anche oggi può portare a un benessere psicofisico”.

Dall’idea alla realizzazione. “Ho chiesto l’aiuto del presidente del Volley Offanengo Pasquale Zaniboni che ci ha prestato una rete e i palloni leggeri che si usano nel minivolley. Lo ringrazio tantissimo perché è sempre disponibile nell’aiutare le altre persone”.

Capitolo-feedback. “Abbiamo notato – prosegue Noemi – una grande euforia e partecipazione da parte di tutti gli ospiti della struttura; abbiamo iniziato con il riscaldamento, soprattutto relativo agli arti superiori visto che molti ospiti sono sulla sedia a rotelle. I pazienti hanno iniziato prima a ricevere il passaggio e fermare la palla, poi la passavano  a noi e tra di loro; alcuni sono riusciti a fare veri e propri palleggi. Gli ospiti si sono mostrati contentissimi di fare questo gioco, anche chi aveva patologie più gravi: in quel momento si è creata un’uguaglianza e un’appartenenza di gruppo, oltre a un gioioso clima di risate. Abbiamo riscontrato una partecipazione più alta rispetto ad altre attività proposte e un miglioramento del tono dell’umore, apprezzato anche dai medici della struttura. Questo progetto è destinato a ripetersi visto che c’è stata la richiesta di rinnovare questo appuntamento”.

(fonte: Comunicato Stampa)

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La forza di Meri Malucchi, che ‘mura’ la malattia sostenuta dal mondo della pallavolo

Oltre il Volley

Molti la conoscono come allenatrice (molto amata) e Direttrice Tecnica del Volley Academy Toscana, altri la ricordano come ex giocatrice che ha anche calcato i campi della Serie A2. Stiamo parlando di Meri Malucchi, donna straordinaria la cui vita è stata stravolta nel maggio 2024 dalla diagnosi di un tumore al cervello. Ma da sportiva quale è, Meri di mollare o arrendersi non ne ha mai voluto sapere.

Dalla scoperta della malattia, la 58enne nativa di Pistoia ha continuato ad occuparsi dell'Academy Toscana, non ha mai smesso di investire sui giovani, ma ha anche lanciato un'operazione sociale per dare supporto a chi come lei sta lottando contro una malattia. Da pallavolista la risposta diretta ad un attacco potente è un muro punto e da qui nasce il Meri Team – Alziamo il muro.

"Ho lanciato un’operazione, ‘Meri Team – Alziamo il muro’, contro la sofferenza, contro la malattia, contro la solitudine: abbiamo registrato il marchio, sono nate le t-shirt. Il caso mi ha portato alla Neurochirurgia di Livorno prima, al Turati poi, ma senza questa esperienza mai avrei conosciuto l’eccellenza di nessuno dei due - ha detto Meri alla collega di QuotidianoNazionale, Linda Meoni -. Vorrei che con ‘Meri Team’ potessimo trovare fondi da destinare a queste realtà. Per la comunità, per chi verrà dopo di me. Vorrei coinvolgere la Lega Pallavolo: oggi è toccato a Meri, a Pistoia, poi a Giovanna, in qualsiasi altra città".

Nei periodi trascorsi in Ospedale e al Centro di riabilitazione Turati di Gavinana il via vai di persone non si è mai fermato, a partire proprio dalle atlete che ha contribuito a lanciare nel volley che conta, passando alle sue ex compagne di squadra e perfino alle sue avversarie e ad altri volti noti e non del mondo della pallavolo. Nell'estate scorsa, Malucchi ha anche ricevuto un abbraccio speciale da parte della figlia di una sua collega allenatrice e cara amica. Questa ragazza risponde al nome di Carlotta Cambi, che ha fatto vivere a Meri un momento indimenticabile, permettendole di indossare la medaglia d'oro conquistata a Parigi.

Foto da Quotidiano Nazionale

Ma la gioia di un incontro che rimarrà nella storia e nella memoria di tutto il personale del Turati non è l'unico sorriso che amici e familiari hanno strappato a Meri. Nella giornata di giovedì 17 aprile a Quarrata è andata in scena una festa di inaugurazione particolare, raccontata dal collega Gianluca Barni su 'La Nazione'. Nella palazzina in cui l'ex giocatrice abita, infatti, la sua famiglia ha fatto realizzare appositamente per lei un ascensore per permetterle di muoversi con più facilità. Questa "cerimonia privata-pubblica scherzosa" è stata organizzata in modo impeccabile dalle sue amiche delle pallavolo: Erika Innocenti, la mente dietro a quanto organizzato, Gianna Mosi, Benedetta Ferrari e Simona Rossetti. Tra abbracci, sorrisi e qualche lacrima di commozione, Meri ha compiuto un altro passo in questa vita che definisce "ricca".

Alla fine di tutto una cosa è certa, Meri il taraflex non lo ha abbandonato e mai lo farà, ma i progetti in cantieri sono comunque molti: "Ho accumulato tanto di quel materiale emotivo, umano e spirituale da poterci scrivere tre libri. E lo farò, ho già iniziato".

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