Di Redazione
In giorni di frenetiche voci di mercato in cerca poi di conferme ufficiali da parte dei club, si apprende dalle colonne de Il Giornale di Monza che del roster per la prossima stagione della Vero Volley faranno parte lo schiacciatore canadese classe 1994 Stefhen Maar (in arrivo da Cisterna) e il centrale italiano classe 1997 Gabriele Di Martino (in arrivo da Taranto).
Ad annunciarli, insieme a Cachopa (di cui però si sapeva già da tempo) è il coach Massimo Eccheli nelle ultime battute dell’intervista rilasciata al giornale brianzolo: “La squadra cambierà alzatore (Orduna passa a Vibo Valentia, ndr) con l’arrivo del brasiliano Fernando ‘Cachopa’. Poi ci saranno gli arrivi del campione canadese Stephen Maar e di Gabriele Di Martino per i centrali”.
Il fatto, poi, che l’allenatore parli di mercato in un’intervista in cui fa il bilancio della stagione, la sua seconda in Superlega da capo allenatore di Monza, fa intuire che presto arriverà anche la sua di riconferma da parte della Vero Volley. Seppur in campionato sia stata un’annata da montagne russe, di “sofferenza non solo mentale, ma anche e soprattutto fisica” ricorda Eccheli, il bilancio è stato chiuso comunque in attivo, con la prima finale di Supercoppa centrata, così come i playoff raggiunti per il terzo anno consecutivo, e soprattutto la conquista del primo titolo al maschile del Consorzio, per di più continentale, ovvero la Coppa Cev messa in bacheca rifilando un doppio 3-0 in finale ai francesi del Tours.
Una coppa che Eccheli difende con decisione da chi continua a ricordare che non sarebbe arrivata se le squadre russe non fossero state escluse dal torneo. “Il valore per Monza di questa coppa è assoluto, non vedo nessuno macchia nella nostra vittoria – ribatte il tecnico -. Le squadre che in sostanza non avrebbero dovuto partecipare alla Cev Cup (riferendosi a Modena e Kazan, ammesse al torneo con wild card, ndr) e che, nonostante questo, erano date per finaliste, sono state eliminate in una sorta di giustizia sportiva, una sul campo e una per ragioni burocratiche”.
(fonte: Giornale di Monza)