Di Redazione
Scrollarsi di dosso la pensate ombra dello Zar (Ivan Zaytsev) con sette partite perfette. Questa la ricetta di Yuri Romanò, 25 anni di Monza, opposto dell’Italia di Fefè De Giorgi e della Gas Sales Bluenergy di coach mister secolo, Lorenzo Bernardi, un altro della Generazione dei Fenomeni.
Quella di Romanò, insieme probabilmente con quella di Daniele Lavia è sicuramente una delle storie più belle da raccontare del Mondiale vinto domenica scorsa in Polonia.
Una storia di un talento esploso giovanissimo a Bergamo in serie A2, confermato a Siena, lo scorso anno nell’esperienza azzurra vincente agli Europei, ma che ha faticato a trovare posto in Superlega nella sua esperienza a Milano.
Ora una nuova squadra, Piacenza, ambiziosa, di grandi campioni e una medaglia pesantissima al collo. Difficile pensare che un allenatore possa permettersi di non farlo giocare da titolare.
Intervistato da Luca Ziliani, sulla Libertà quotidiano piacentino di oggi, Romanò parla dei Mondiali e anche della prossima stagione di Superlega.
“Al livello più alto ho visto che ci posso stare anch’io” dice Yuri e poi “nel mio ruolo ho sfidato grandi opposti”, cita il suo ex compagno Patry (Francia) e Kurek (Polonia) premiato come miglior opposto del Mondiale.
“Se meritavo il premio non lo so – dice Romanò – un po’ ci speravo alla fine”. E ancora: “Kurek ha detto che sono stato io il migliore del Mondiale. Questo forse vale più del riconoscimento ufficiale”.