Guidetti, Santarelli e Lavarini non hanno dubbi: “L’Italia è da finale” (VIDEO)

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Di Redazione

Si è concluso ieri il DHL Test Match Tournament che ha visto impegnate a Napoli quattro nazionali di altissimo livello: Italia, Turchia, Serbia e Polonia.

Il torneo amichevole, che ha rappresentato per le squadre impegnate l’ultimo incontro ufficiale prima dell’importante impegno dei Mondiali, si è chiuso con al primo posto la Turchia di Giovanni Guidetti, al secondo le azzurre di Davide Mazzanti. Terzo posto per la Serbia, allenata da Daniele Santarelli e infine la Polonia di Stefano Lavarini.

E’ stato un torneo dove sapevamo che la condizione sarebbe arrivata progressivamente poi mentre non sai mai perché non è una cosa matematica l’arrivo della condizione. Però già stasera sicuramente ci siamo mossi in maniera più libera rispetto alla prima partita ed è bello perché a livello di consapevolezza ci serviva una gara così – ha detto Davide Mazzanti, intervistato al termine dell’incontro con la Serbia – . Nella fase muro-difesa siamo stati davvero davvero efficaci e questo è importante perché comunque sappiamo che è il nostro punto di forza e averlo messo in campo contro una squadra così forte sicuramente ci dà il senso del valore che abbiamo in quella fase del gioco. Poi ovviamente non abbiamo mantenuto la stessa spinta per tutta la partita, ci sono state alcune cose che sono calate. Però abbiamo fatto sicuramente la miglior prestazione del torneo ed è un bel modo per partire per il mondiale“.

Fantastica la cornice di pubblico che ha seguito gli incontri al PalaVesuvio: solo ieri sera erano presenti ben 4000 spettatori: “Napoli è magica perché è come se respirassi proprio il senso patriottico di essere napoletano, di una città che ha mille facce ed è bellissimo respirare come i napoletani sono orgogliosi della loro città della loro storia e di come proteggono la loro città ed è una cosa che non ho respirato in tante altre città e quindi tornare a Napoli è sempre bello”.

L’italiano è creativo, nella difficoltà poi ci mette sempre qualcosa in più e il coraggio di osare quando arriveranno i momenti importanti. Credo che sono gli ingredienti che abbiamo allenato in quest’estate e che ci permettono di fare qualcosa di speciale e so che quando noi mettiamo in campo questo tutti gli italiani si identificano in noi e noi lo sentiamo” conclude.

Foto Pinelli/FIPAV

Giovanni Guidetti (allenatore Turchia): “In questi tornei non conta vincere o perdere, conta vedere lo stato della squadra. Lo stato fisico, lo stato mentale, lo stato di unione della squadra e quindi ho avuto risposta abbastanza positiva. Ho capito abbastanza bene come voglio giocare perché tutto è stato cambiato tanto e quindi torniamo a casa con buone cose, con altre da migliorare e abbastanza contenti del nostro stato a una settimana dal mondiale”.

E azzarda un pronostico: “Se la finale del mondiale non sarà Italia-Serbia sarei sorpreso perché sono due squadre fenomenali con alcune eccellenze incredibili quindi Italia Italia e Serbia le vedo assolutamente per una medaglia. La terza è veramente difficile da capire: potrebbe essere Stati Uniti, come potrebbe essere Cina o Brasile…dipende un po’ da come saranno gli incastri. Per quanto riguarda noi, penso che il nostro obiettivo sia giocarci i quarti di finale e sperare in una grande giornata“.

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Daniele Santarelli (allenatore Serbia): “Manca davvero poco all’inizio del mondiale e sapevamo che questo era per noi poteva essere un torneo molto importante visto che non abbiamo giocato moltissimo dopo la VNL, soprattutto tante giocatrici non l’hanno giocata. Secondo me l’abbiamo gestito così così: una prima gara discreta con la Polonia, una brutta gara due contro la Turchia anche se ho fatto tanti cambiamenti…oggi un approccio molto molto sbagliato e quando giochi partite di così alto livello è un peccato perché devi approfittare di queste occasioni per preparare al meglio il mondiale. Sapevamo che di fronte a noi c’erano gli avversari molto molto forti. Oggi l’Italia giocava in questo meraviglioso scenario davanti a questo bellissimo pubblico e ci tenevamo a giocare una bella gara. Non è stata una bellissima gara in generale però adesso dobbiamo capire quello che abbiamo sbagliato in questo torneo e cercare in poco tempo di limare quei difetti che abbiamo mostrato e andare al mondiale tirando fuori tutto quello che abbiamo e cercare di giocare tutte le partite con un piglio differente perché il mondiale è una competizione che non ti regala nulla“.

Credo che l’Italia sia una squadra molto molto forte. Io vedo Italia-Stati Uniti come le due squadre più forti. Credo che noi, Turchia e Polonia siamo più o meno sullo stesso livello. E’ vero che abbiamo forse un giocatore di Punta che le altre due squadre non hanno, però si gioca a pallavolo non con un giocatore ma con un sestetto. C’è da dire che questo torneo se non lo giochi al massimo rischi contro chiunque, anche con squadre meno quotate: noi abbiamo nel girone Germania, Bulgaria e Canada, tutte squadre contro cui devi giocare un’ottima pallavolo, se non lo fai i rischi di complicarti la vita e poi sappiamo che la seconda fase sarà veramente un terno al Lotto. Lì dovremo provare a fare il colpaccio e poi può capitare qualsiasi cosa: può capitare di sbagliare una partita nella seconda fase, di affrontare magari degli Stati Uniti e di uscire ai quarti…quindi ci auguriamo ovviamente di giocare sempre al top. Noi vorremmo arrivare in finale come ci hanno detto gli altri due coach ma sappiamo che non è una passeggiata per nessuno, nemmeno per l’Italia. Ci proveremo in ogni modo“.

Foto Pinelli/FIPAV

Stefano Lavarini (allenatore Polonia): “Speriamo di di far tesoro degli insegnamenti che abbiamo avuto da questo torneo. Io credo sempre che sia molto importante confrontarsi con quelli più bravi di noi perché anche se per certi punti di vista può mettere un po’ in difficoltà la tua autostima, dall’altro è oggettivamente una buona possibilità per capire quali sono le tue caratteristiche e i tuoi limiti, su cosa bisogna lavorare e su cosa bisogna fare attenzione. Quindi io sono veramente contento di aver potuto affrontare tre squadre di questo livello e credo che assolutamente la parte positiva che ci portiamo via da questa esperienza difficile sarà determinante per metterci nelle migliori condizioni per il Mondiale“.

Sono tutte squadre di altissimo livello, non possono essere giudicate in un contesto del genere perché a una settimana dieci giorni dal mondiale e con un mondiale molto lungo c’è una preparazione che viene finalizzata adesso con dei carichi di lavoro importanti, quindi nessuno è come dire al 100%, perfettamente brillante, performante al massimo ed è proprio come deve essere in questo momento. Ho visto tre squadre che sono altamente competitive per il vertice. Per certi versi la Turchia forse è stata quella che in questi giorni è stata un pelo più costante però è anche la squadra che gode solitamente di equilibrio e organizzazione con un pelo meno di punti di forza rispetto al livello di Italia e Serbia di conseguenza è oggettivamente normale che la Turchia a 10 giorni dal mondiale sia più così “rodata”, equilibrata e performante anche se francamente poi ho la sensazione che Italia e Serbia possano poi avere in valore assoluto qualcosina in più e secondo me il mondiale verranno fuori. Italia e Serbia quando anche hanno avuto qualche passaggio a vuoto in più durante il torneo rispetto alla Turchia, sicuramente non sarà così al mondiale“.

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Chirichella, Pietrini, Bonifacio, Lubian: Velasco ha ragione nella sostanza, forse meno nella forma

Nazionale Femminile

Le riflessioni richiedono sempre tempo, motivo per il quale proviamo ad analizzare oggi quanto accaduto, a più di quarantotto ore di distanza dalle parole pronunciate da Julio Velasco, nel corso e a margine della conferenza stampa di presentazione della Stagione Azzurra.

In parte quello del ct è diventato anche un duro attacco a quattro giocatrici colpevoli d’aver declinato la convocazione in nazionale per un'altra lunga estate di pallavolo che scalderà i motori in VNL per, poi, correre quel gran premio che sarà il Mondiale. La nazionale, appunto: un sogno, un’opportunità a cui dovrebbero ambire tutte, una responsabilità, e chi può giocarci non dovrebbe rinunciare a farlo.
Dunque, perché Chirichella, Pietrini, Bonifacio e Lubian hanno detto di no? Proviamo a dare un'occhiata a questa situazione anche da un altro punto di vista…

Nella sostanza Velasco ha sicuramente tutte le ragioni del mondo quando afferma “Un no è sempre un no”, e quando sottolinea “che nessuno pensi che ogni anno decide se venire o no in nazionale”. È un messaggio chiaro, rivolto non solo alle quattro giocatrici in questione, ma a tutte quelle che fanno parte e faranno parte della nazionale oggi come domani e negli anni a venire.

Chi ha detto di no a Velasco, magari, perché reduce da una stagione complicata dal punto di vista delle problematiche fisiche, avrà pure avuto le sue ragioni, ma se la risposta è stata davvero “ho bisogno di una estate”, come raccontato dal ct, in questo caso è stata sicuramente sbagliata, e tanto, almeno la forma.

In altri sport se un giocatore non è in condizioni idonee ma viene convocato, solitamente risponde alla chiamata, viene esaminato dallo staff medico della nazionale, e se lascia il ritiro lo fa perché in nazionale viene accertata la sua impossibilità a fare parte del gruppo.

Ma la forma stavolta l’hanno sbagliata un po' anche Velasco e con lui la Federazione, perché se da una parte era giusto porre l’accento sul fatto che alla maglia azzurra non si debba dire di no, e ci mancherebbe, lo sarebbe stato altrettanto fare dei distinguo, o quantomeno delle premesse, che avrebbero potuto contestualizzare meglio la situazione e, per esempio, evitare un processo mediatico e pubblico per atlete tesserate prima di tutto per i loro club e persone, comunque, sempre patrimonio della pallavolo nazionale, della sua storia e della sua immagine.

foto LVF

Un errore di forma, per esempio, potrebbe essere stato quello di gettare in questo calderone senza spiegazioni anche Chirichella, la cui storia in azzurro è quantomeno diversa da quella di altre. Infatti, Cristina Chirichella aveva perso prima la fascia di capitano (2021) e poi la maglia azzurra (2023), colpita dalle scelte dell'allora coach Mazzanti e non risulta che Velasco l’abbia presa in considerazione la scorsa estate. Se lei ha affermato, come fatto a Istanbul in chiusura della Final Four della CEV Champions League, che “la nazionale è un percorso finito per me”, magari, è anche perché il suo, di percorso, ha già preso in passato pieghe differenti. Apriamo e chiudiamo anche un’altra parentesi giusto per nota di cronaca: Chirichella ha 31 anni, gli stessi di Bosetti, la cui esclusione, a sua volta, ha fatto notizia per altri motivi, ma nella quale si potrebbe trovare qualche contraddizione con la convocazione della coetanea Chirichella.

foto Volleyball World

Sara Bonifacio, invece, centrale di Novara la scorsa estate faceva parte del gruppo di Velasco, ma dovette lasciare il ritiro, rinunciando anche alle Olimpiadi, a causa di un infortunio (trauma distorsivo alla caviglia sinistra). Quest’anno, solo in stagione regalare, ha saltato nove partite a causa di un problema, pare, non ancora pienamente risolto a un ginocchio.

Marina Lubian, centrale di Conegliano, in stagione ha visto il campo per 15 volte ma non si tratta di tutte partite giocate dall’inizio alla fine e le motivazioni non sono solo riconducibili a una scelta tecnica da parte di coach Santarelli: Lubian è tutto l’anno che lotta con un problema alla spalla. Ciò detto, volendo, la sua convocazione alla luce della sua non piena titolarità nel club quest’anno e al di là del fatto che è una delle ragazze d'oro di Parigi 2024, potrebbe pure non essere coerente con la filosofia esposta proprio da Velasco per cui “Tra una giocatrice che fa la riserva in A1 e una che gioca titolare in A2, prendo la seconda”.

Foto Federazione Italiana Pallavolo

Infine, Elena Pietrini, che quest’anno di fatto non ha quasi mai giocato ed è stata disponibile tra l’altro solo da gennaio/febbraio in avanti. Quasi un anno fa (29 maggio) Pietrini, infatti, era stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico alla spalla e la sua riabilitazione ha richiesto tempi lunghi. Velasco, prima, era andato anche in Russia, dove Elena giocava, per parlarle di persona e constatare le sue condizioni fisiche. Però, l'idea del coach per la prossima estate, probabilmente, poteva essere quella di lanciarla titolare, e, magari, la scelta di rinunciare a Bosetti è andata anche in questa direzione.

Stiamo parlando dunque di tre giocatrici con problematiche fisiche accertate e già emerse nel corso della stagione – certo, non sono probabilmente le uniche che possono sollevare tematiche di questo genere -, più una quarta che dalla nazionale era stata esclusa da tempo. Siamo lontani dal voler giustificare i loro comportamenti, ma, forse, giusto per avere un'altra prospettiva, come (con)causa per questa situazione si sarebbe potuto provare anche a tirare in ballo, almeno un po', un calendario nazionale e internazionale che non concede alcuna pausa, logorando fisicamente (e pure mentalmente, non dimentichiamolo) i suoi protagonisti, con manifestazioni senza soluzione di continuità. È una storia vecchia, già, ma potrebbe essere un altro tema cui dedicare maggiore attenzione anche per spiegare questi casi.

In questo caso un attacco così diretto a Chirichella, Bonifacio, Lubian e Pietrini - per quanto condivisibile nel suo contenuto legato all'importanza della Nazionale -, probabilmente, ha reso l'idea per tutti, ma poteva essere gestito con più attenzione, senza sminuirne o nasconderne il significato e l'importanza. Così, l'impressione è che sia stato un po’… ‘too much’.

Di Giuliano Bindoni
(© Riproduzione riservata)