Di Alessandro Garotta
Il talento è naturale o sono dei fattori ereditari a determinarlo? La domanda è un classico tormentone dei club del mercoledì sera per appassionati del genere. C’è chi sostiene che il “Dono” sia trascendente, ossia derivante da una congiuntura mistica che ha illuminato il “Predestinato”. L’altro partito, invece, afferma che certe qualità siano immanenti, qualcosa che viene trasmesso come i capelli biondi o gli occhi scuri. Nel dibattito, potremmo dire che ultimamente le vicende della Serie A femminile hanno fatto segnare un punto a favore dei sostenitori della seconda teoria.
Infatti, tra le giocatrici italiane più interessanti e futuribili troviamo Rebecca Piva, figlia di Alberto Piva e Brunella Filippini, anche loro pallavolisti che hanno scritto pagine importanti di questo sport. Se la mela non cade lontana dall’albero, il caso della neo schiacciatrice della VBC Trasporti Pesanti Casalmaggiore – che si è raccontata in un’intervista esclusiva ai microfoni di Volley NEWS – risulta paradigmatico.
Quando ha capito che in casa sua si respirava pallavolo? E come ha iniziato a giocare e appassionarsi a questo sport?
“In realtà, non c’è stato un momento preciso in cui ho capito che si respirava pallavolo a casa mia. Però, se i tuoi genitori hanno seguito un determinato percorso sportivo, poi è più facile seguire le loro orme. Quindi, io ho iniziato ad appassionarmi alla pallavolo da piccolissima (a sei anni, n.d.r.) grazie ai miei genitori. È stato un vero e proprio amore a prima vista e oggi, dopo sedici anni, la passione per questo sport è ancora fortissima“.
Cos’ha Rebecca di papà Alberto e di mamma Brunella?
“Caratterialmente e fisicamente assomiglio a mio papà: siamo molto testardi ma allo stesso tempo quadrati, nel senso che, quando ci poniamo un obiettivo, lo vogliamo raggiungere a tutti i costi. Non so dire, invece, a chi assomiglio dal punto di vista sportivo perché non ho mai visto giocare nessuno dei due“.
Nel corso della sua carriera, le è mai pesato o le hanno fatto pesare l’essere figlia d’arte?
“Non mi è mai stato fatto pesare l’essere figlia di due pallavolisti. Anzi, a dire il vero, tutto il contrario: per me è un vantaggio. Quando devo prendere decisioni e fare scelte per la mia carriera, trovo sempre utile seguire i consigli che mi danno i miei genitori“.
Quali sono i momenti del suo percorso pallavolistico che ricorda con maggior piacere?
“Non ci sono momenti particolari perché penso che, bene o male, tutti siano importanti e debbano avere uno spazio nella mia memoria. Per esempio, mi vengono in mente le Finali Nazionali Under 16 giocate con Bologna e quelle Under 18 con Novara, le finali di Coppa Italia e le due stagioni favolose a Ravenna. Quindi, sono numerose le esperienze che ricordo con grande gioia“.
Quale pensa sia la sua qualità migliore in campo? E in cosa sente di dover migliorare?
“Non saprei indicare quale sia la mia qualità migliore perché, essendo molto giovane, sono convinta di avere ampi margini di miglioramento in tutti i fondamentali. Sicuramente quest’anno a Casalmaggiore potrò lavorare in questa direzione. Lo abbiamo già iniziato a fare nelle prime settimane di preparazione, per cui spero che possa essere una stagione utile per la mia crescita“.
L’anno scorso ha esordito in Serie A1 con Trento e a metà stagione è tornata a giocare in A2 con Brescia. Che annata è stata?
“La scorsa stagione è stata particolare perché non mi era mai capitato di cambiare squadra a metà campionato. In generale, sono state esperienze molto formative: tutto quello che ho imparato mi sarà utile d’ora in poi, visto che ormai fa parte del mio bagaglio di giocatrice“.
Invece quali sono le sensazioni per la sua nuova avventura con la VBC Trasporti Pesanti Casalmaggiore?
“Le sensazioni sono davvero positive. Nonostante siano solo le prime settimane di allenamento, abbiamo già iniziato a consolidare il gruppo e a renderlo sempre più affiatato. In palestra stiamo lavorando duramente dal primo giorno e sono sicura che, se continueremo così, potremo toglierci parecchie soddisfazioni. Quindi, non ci resta che aspettare con ansia l’inizio del campionato, e ringraziare la società e lo staff per tutto ciò che fanno per noi e ci mettono a disposizione“.
Cosa possiamo aspettarci da lei nella stagione 2022-2023? Si è posta qualche obiettivo?
“Sono una persona che crede fortemente nel lavoro di squadra. Perciò, l’obiettivo che mi sono prefissata per questa stagione è lo stesso di sempre: cercare di dare il mio contributo ed essere di supporto alla squadra sfruttando al massimo le mie potenzialità“.
Al di fuori della pallavolo, è impegnata in un percorso di laurea in Ingegneria Energetica. Come mai questa scelta?
“Anche nella scelta della facoltà universitaria ho seguito le orme di mio padre, laureato in Ingegneria. È un ambito che ha sempre attratto il mio interesse e la mia curiosità, e che mi sta dando l’opportunità di proseguire un percorso di studi iniziato al liceo scientifico“.
Nella bio su Instagram ha scritto: “Gioco a pallavolo in Serie A e nel mentre ho deciso di crearmi una mia attività per divertirmi e guadagnare come nella pallavolo“. Di cosa si tratta e come è nata questa idea?
“È una bio un po’ strana, ma delinea un progetto in cui credo fortemente. Infatti, ho deciso di aprire un’attività online perché sono dell’idea che sia importante già ora costruirsi percorsi paralleli, che vadano oltre alla carriera sportiva e agli studi universitari. Chiaramente la scelta della modalità online è ideale per me, visto che non necessita di orari prestabiliti e posizioni fisse“.
Quali sono i suoi sogni nel cassetto per il futuro?
“In realtà, nel cassetto non ne ho nessuno, ma ogni giorno cerco di coltivare e portare avanti attivamente i miei sogni. Perciò, vorrei continuare a giocare a pallavolo ad alti livelli, divertirmi in quello che faccio, portare a termine il mio percorso di studi e costruire qualcosa di importante con la mia attività online“.