Di Redazione
Italia campione del mondo? A crederlo possibile alla vigilia erano davvero in pochi, forse nessuno, azzurri e avversari compresi. Ma nel corso di una stagione, di un campionato o di un torneo come quello iridato, una partita può cambiare tutto, può rilanciarti e rigenerarti, caricarti a mille, sovvertire un pronostico, infonderti quella fiducia e quella onnipotenza sportiva che ti permettono di cambiare marcia e lasciare tutti indietro. Alla nazionale maschile è accaduto proprio questo grazie a una singola partita, una singola vittoria.
“Questo Mondiale per noi è davvero decollato quando abbiamo vinto la partita con la Francia. A quel punto tutti noi abbiamo cominciato a crederci” racconta uno dei maggiori artefici di questa (ennesima) cavalcata dorata, Alessandro Michieletto, nell’intervista rilasciata al collega Maurilio Barozzi per L’Adige.
“È stato molto diverso rispetto all’anno scorso quando abbiamo vinto l’Europeo. Allora ci siamo ritrovati a pensare partita dopo partita cosa sarebbe potuto accadere. Stavolta, invece, aver battuto la squadra che ritenevamo favorita, la più forte, ci ha dato una spinta importantissima per le semifinali e la finale”.
Discorso che non fa una piega se si considera che i francesi venivano dai trionfi all’Olimpiade e alla VNL, competizione nella quale tra l’altro avevano rifilato agli azzurri, appena un mese prima, due nettissime sconfitte per 3-0.
Un’altra medaglia d’oro, dunque, messa al collo da un gruppo giovane (al Mondiale era quello con l’età media più bassa in assoluto), frutto della visione del suo ct, Fefè De Giorgi, ma anche della maturità e massima disponibilità di tutti di mettersi al servizio della squadra e fare gruppo dentro e fuori dal campo.
“Lottare, combattere, vincere insieme: noi ci crediamo davvero – dichiara con orgoglio Michieletto -. Siamo un gruppo che adora stare insieme, con un capitano (Simone Giannelli) che guida i suoi discepoli. Detto questo, non è sempre tutto sorrisi come appare in tv. È come in una famiglia, ogni tanto ci sta che qualcuno si alzi con la luna storta, ma l’importante è poi saper chiedere scusa, ricomporre le cose e imparare da quell’episodio per evitare di ripetere gli errori”.
In conclusione, cosa manca ora a questo fantastico gruppo? “Non saprei… l’Olimpiade?”. Appuntamento allora al 2024. Hai visto mai…