Di Alessandro Garotta
“Chiunque conservi la capacità di cogliere la bellezza non diventerà mai vecchio“. La frase di Franz Kafka, tratta dal celebre racconto “La Metamorfosi”, racconta perfettamente la carriera di Tatyana Kosheleva, una campionessa straordinaria che ogni qualvolta ha messo piede nel rettangolo di gioco ha saputo cogliere la bellezza della pallavolo, lasciando tracce spesso indelebili, non soltanto nella mente dei suoi tifosi.
La parabola sportiva della schiacciatrice russa, però, non è solo una storia di bellezza. È una storia di sofferenza, ma soprattutto una storia di rivincita. Rialzarsi dopo esser caduta, una costante che l’ha accompagnata anche nel corso della sua esperienza alla Megabox Ondulati Del Savio Vallefoglia e di cui ha parlato in un’intervista esclusiva ai microfoni di Volley NEWS.
Partiamo dal grave infortunio che nella scorsa stagione l’ha colpita sul più bello.
“La scorsa annata è stata piena di ‘sorprese’ e la nostra squadra ha dovuto affrontare un percorso molto difficile. Abbiamo dovuto adattarci alle circostanze e lavorare duramente per raggiungere il nostro obiettivo. Onestamente ammetto che non mi aspettavo di subire di nuovo un infortunio così grave. Era difficile prevederlo e farsi trovare preparata. Mi sono fatta male proprio nel momento in cui la squadra aveva finalmente preso il giusto ritmo e stava giocando bene, e io mi sentivo in ottima forma… L’infortunio mi è capitato verso la fine del quarto set della partita contro Conegliano, quando Vallefoglia era vicina alla vittoria e stava lottando per raggiungere l’obiettivo Play Off. Probabilmente il destino aveva altri piani“.
Quali sono stati i suoi pensieri nel momento in cui i medici le hanno confermato la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio?
“A dire il vero, non ho avuto bisogno della conferma dei medici: fin da subito mi ero resa conto della gravità dell’infortunio. Sentivo che qualcosa all’interno del ginocchio si era rotto ed è una sensazione davvero inconfondibile. La stessa provata quattro anni fa, quando avevo fatto esperienza di questo tipo di infortunio. All’inizio lo sconforto è stato tanto e pensavo che la mia carriera fosse finita. Sapevo che a 33 anni avrei dovuto fare un altro miracolo per tornare in campo. E caratterialmente sono una persona che non si accontenta di giocare ma vuole farlo ad alti livelli, essere una leader e soprattutto vincere. Quindi, ero consapevole del percorso impegnativo che mi aspettava per tornare ad essere tra le migliori“.
Come ha vissuto questo momento complicato della sua carriera? E com’è stato il percorso riabilitativo?
“Per prima cosa devo dire che qualsiasi momento difficile che viviamo è di grande importanza: bisogna fermarsi e chiedersi ‘come mai mi è successo questo e cosa devo cambiare di me stesso?’. Affronto le avversità con rispetto, nello stesso modo in cui faccio esperienza dei miei successi, e ringrazio Dio per la lezione che mi sta dando. Questa volta ho capito di essere davvero fortunata ad avere intorno persone meravigliose. Il mio club mi ha sostenuto fin dai primi minuti dopo l’infortunio, fornendomi cura e assistenza, organizzandomi l’operazione in una delle migliori cliniche al mondo, facendo di tutto affinché mantenessi la calma e non perdessi mai fiducia. Certo, ho dovuto affrontare una grande avversità, ma allo stesso tempo ho ricevuto una quantità enorme di amore e sostegno!
La mia riabilitazione è andata bene e ogni giorno sono riuscita a recuperare forza e fare progressi. Ho lavorato per due mesi con il mio fisioterapista Georgi Bivolarski, riuscendo a riprendermi rapidamente e ad anticipare i tempi. Ora, guardando tutto quello che ho passato, comprendo come mai ho dovuto fare esperienza di questo infortunio e ne sono davvero grata: è stata un’opportunità di crescita come giocatrice e come persona“.
Qual è il bilancio del suo primo anno a Vallefoglia?
“La mia prima stagione a Vallefoglia è stata davvero intensa. Sembrava che ogni giorno dovessimo affrontare nuove difficoltà, ma è proprio attraverso queste che le persone si conoscono meglio. È facile stare bene insieme quando funziona tutto e si vince solamente. Ma quando di fronte alle difficoltà, non perdi la fiducia nelle compagne, non ti arrendi e lavori dando il massimo per la squadra, allora riesci a conoscere il vero volto delle persone. Il mio club è davvero speciale da questo punto di vista, e credimi: non lo dico per niente… A partire dal presidente per arrivare allo staff, ho trovato professionisti che ci tengono veramente alle persone con cui lavorano, amano quello che fanno e credono nelle proprie idee. Perciò, penso che la scorsa stagione sia stata molto affascinante e ancora oggi mi incanta l’atmosfera all’interno del club: non ho mai visto nulla del genere“.
Come sta adesso? È pronta per la nuova stagione?
“Sono tornata in Italia da poco più di un mese e ho iniziato a lavorare con la squadra. Mi erano davvero mancate le sensazioni positive che mi trasmette questa società! Durante la preparazione sono riuscita a raggiungere uno stato di forma buono, che ogni giorno continua a migliorare. Ho già giocato diverse amichevoli e sono estremamente contenta di essere tornata in campo. C’è ancora un po’ di tempo prima dell’inizio del campionato, quindi conto di farmi trovare ancora più forte“.
Quali sono le sue aspettative per la stagione 2022-2023? Dove può arrivare Vallefoglia?
“Quest’anno la squadra è cambiata completamente. Sono arrivati nuovi allenatori e nuove giocatrici, ma quello che più conta è che il club sia sempre ambizioso per quanto riguarda i suoi obiettivi. Stiamo aspettando con grande impazienza l’inizio della stagione perché tutti vogliono far vedere il lato migliore di sé e della Megabox“.
Cosa le piace maggiormente della vita in Italia e come trascorre il suo tempo libero quando non è impegnata con la pallavolo?
“Mi sono innamorata delle Marche. È un posto davvero suggestivo che mi fa sentire a casa. Ovviamente non mi manca la possibilità di viaggiare, ma poi voglio tornare qui. Al di fuori della pallavolo, mi piace focalizzarmi sulla ricerca di nuove emozioni, quindi trascorro i giorni liberi intensamente, vado alla scoperta di nuove città, studio la cultura e l’arte italiana, e naturalmente mi godo il mare e la natura, che mi riempiono sempre di sensazioni positive“.
Nella sua carriera ha giocato in Russia, Turchia, Brasile, Cina e ora Italia, per un totale di 12 club diversi. Non avrebbe preferito una maggiore “stabilità”?
“È una domanda interessante, dato che in tanti mi chiedono e non comprendono come mai abbia cambiato squadra così spesso. Per rispondere parto dal presupposto che la pallavolo non mi offre soltanto la possibilità di praticare il mio sport preferito, ma anche quella di viaggiare, crescere come persona, imparare cose nuove e migliorare. Come puoi trovare tutto ciò in un unico posto? Mi piace uscire dalla mia comfort zone, adoro come si è sviluppata la mia vita e ho sfruttato ogni avventura per riempire il più possibile il mio bagaglio di esperienze. Confesso che si è appena aperta una nuova fase nella mia vita e adesso è il momento della serenità e della ricerca di una nuova casa. E penso di aver trovato il posto in cui voglio stare“.
Ripensando alla sua carriera, cosa la rende più orgogliosa? Ha qualche rimpianto?
“Ciò che mi rende più orgogliosa è che lo sport mi ha circondato di persone e amici meravigliosi in tutto il mondo. Cosa c’è di più bello quando sai che in qualsiasi parte del globo ti senti ben voluta e amata? Guardandomi dietro, capisco che avrei potuto fare diversamente tante cose. Ma che senso ha parlarne, sapendo che se non avessi fatto tutti quegli errori non sarei la persona che sono ora? Sono felice così e probabilmente questa è la cosa più importante“.
Ha già realizzato tutti i suoi sogni riguardanti il volley?
“Per una vita intera ho sognato di salire sul podio e vincere una medaglia alle Olimpiadi. Tuttavia, l’anno scorso ho consapevolmente abbandonato questo sogno perché ho compreso che è più importante il viaggio rispetto alla meta, e quindi ciò che mi interessa maggiormente è il modo in cui trascorro il tempo in campo. Nella mia carriera ho vinto tante medaglie, ma credimi: non tutte mi hanno reso realmente felice! Le medaglie non sono più il mio obiettivo perché se ami quello che fai, hai stimoli e ogni giorno vai in palestra con piacere, allora tutto questo vale più di qualsiasi trofeo. E poi le vittorie non sono altro che il risultato che riesci a ottenere quando sei in armonia con te stesso e le persone intorno. Attualmente il mio grande obiettivo è di rappresentare il mio club, la Megabox Ondulati Del Savio Vallefoglia, nel panorama europeo della Champions League: abbiamo tutte le carte in regola per raggiungere questo traguardo“.
Quali sono i suoi piani per i prossimi anni e il futuro dopo la pallavolo?
“Ho pensato tanto al futuro e ai piani per la mia vita dopo la carriera da giocatrice. E devo ammettere che i progetti che ho in mente sono molti. Tuttavia, in questo momento, il mondo sta cambiando velocemente e gli eventi sono imprevedibili. Quindi, mentre continuo a costruire nuovi sogni e fissare nuovi obiettivi, cerco di godermi al massimo il presente“.