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Ali Frantti: “A Casalmaggiore ho ritrovato il piacere di giocare”

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Di Alessandro Garotta

Avevo sempre creduto che crescere fosse automatico, invece è qualcosa che si deve decidere di fare“. È la chiosa, il punto cui arriva – in un episodio della serie tv Scrubs – il protagonista John Dorian. Un assunto tanto vero quanto applicabile a tutti noi, nella nostra quotidianità, nel nostro lavoro, nella nostra vita; deve scattare una scintilla per crescere e diventare migliori. È un processo che non nasce dal nulla ma ha bisogno di un “quid” che lo faccia partire: una delusione che ci spinge a riprovarci, un nuovo obiettivo, il trovarsi al momento giusto con le persone giuste che tirano fuori il meglio da noi. Se si trasla questo discorso nella pallavolo e nella Serie A1 femminile, è lampante come una delle giocatrici più cresciute negli ultimi mesi sia Alexandra “Ali” Frantti.

La schiacciatrice statunitense si è raccontata in esclusiva ai microfoni di Volley NEWS, parlando del suo percorso in Italia e tracciando un bilancio dei primi mesi alla Trasportipesanti Casalmaggiore.

Foto Rubin/LVF

Ali, quest’anno hai intrapreso una nuova avventura nel campionato italiano con Casalmaggiore. Perché questa scelta? Come ti stai trovando?

Ero veramente contenta quando ho ricevuto la chiamata da Casalmaggiore, perché avevo la percezione di essere voluta fortemente. In quel momento era senza dubbio l’opportunità migliore. Inoltre, sapevo che Carlini sarebbe stata la palleggiatrice. E poi la Serie A1 è uno dei migliori campionati al mondo… A Casalmaggiore mi sento libera, ho la fiducia di tutti, gioco con la mente libera, sono felice dentro e fuori dal campo. In sostanza, ho ritrovato il piacere di giocare a pallavolo. Quando un allenatore crede e ha fiducia in te, non si può chiedere di più. Cerco proprio questo nel rapporto allenatore – giocatrice perché ti può aiutare a migliorare e raggiungere risultati impensabili“.

Qual è il bilancio della vostra prima parte di stagione?

È stata una bella battaglia. Il campionato italiano è davvero imprevedibile, non sai mai cosa ti può riservare. Prima di ogni partita mia madre dice sempre: ‘Mi chiedo quale nuova storia vedremo stasera in campo’. Ed è veramente così. Questa è la bellezza della pallavolo, non sai mai cosa succederà e come succederà“.

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Qual è il tuo obiettivo per quest’anno? E quello di Casalmaggiore?

Il nostro obiettivo principale è quello di continuare a migliorare come squadra. Giocare i play off, vincere o perdere fa parte del gioco, ma io preferisco focalizzarmi sul modo in cui lo facciamo. Come si può tirare fuori il meglio le une dalle altre? Come posso essere una buona compagna di squadra? Questo è ciò che conta. Poi ciascuna di noi ha i suoi punti di forza e mette sul piatto le proprie qualità“.

Quanto è difficile giocare con tanta pressione, dal momento che in Italia tutti si aspettano sempre grandi prestazioni dalle straniere?

Cerco di non porci troppo l’attenzione. Ovviamente avverto che ci sono aspettative su di me: so che c’è un determinato lavoro da fare e devo cercare di portarlo a termine al meglio delle mie possibilità. Sentire questa responsabilità è qualcosa di umano. Ma, quando mi succede, penso sempre che sia un privilegio. Nella domanda hai parlato della pressione sulle spalle delle giocatrici straniere, a cui si richiede un buon rendimento. Vero, c’è pressione sulle straniere anche perché il sistema prevede limitazioni sul numero di giocatrici ‘non locali’ in campo. Però, sarebbe ingiusto da parte mia escludere tutte le altre, nel senso che chiunque gioca nel campionato italiano può avvertire questa responsabilità. In fin dei conti facciamo parte di una squadra, quindi non sarebbe corretto dire che c’è maggiore pressione su di noi“.

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Prima di andare a Casalmaggiore, hai giocato per due anni a Chieri. Quanto è stata importante per te questa esperienza?

Chieri è stata la mia prima tappa nel campionato italiano e di questo gliene sarò per sempre grata“.

In generale, com’è la vita in Italia? Cosa ti piace fare nel tempo libero?

Mi trovo benissimo in Italia. Amo la cultura e i valori che il vostro paese trasmette: la famiglia, l’amore e il cibo. Quando ho un po’ di tempo libero, mi piace cucinare. È davvero una grande passione che mi permette di ‘scappare’ nel mio piccolo mondo. Spengo tutto e mi ci immergo completamente. Cucinare per le compagne di squadra, gli amici o i familiari mi dà tanta gioia: mettere un sorriso sul viso delle altre persone è una sensazione bellissima“.

Riavvolgiamo un attimo il nastro e parliamo dei Mondiali. Sei contenta del percorso della nazionale statunitense?

Possiamo imparare davvero molto dall’esperienza al Campionato del Mondo, sarebbe difficile dire che siamo soddisfatte del nostro percorso. Eppure avevamo lavorato a lungo per arrivare al meglio. Penso che in futuro saremo ancora più affamate nell’inseguire i nostri obiettivi. Migliorare e crescere, questa è la parte più bella: un risultato sotto le aspettative non è sempre da considerare un fallimento, ma può anche essere un trampolino di lancio per dove vogliamo arrivare“.

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Grazie alle tue buone prestazioni, la scorsa estate sei riuscita a guadagnare un posto da titolare nel Team USA. Cosa significa per te questo traguardo?

È stata un’estate di prime volte per me. A fine primavera ho ricevuto la chiamata dalla nazionale per i ‘tryout’: era proprio l’opportunità che aspettavo per far vedere le mie qualità. Mi ci sono voluti ben 9 anni per riuscire ad ottenerla… È stata la realizzazione di un sogno che volevo fortemente. L’ho raggiunto restando paziente e lavorando su me stessa. Indossare la maglia della nazionale statunitense è l’esperienza più toccante che abbia mai sperimentato. È stato un grandissimo onore poter giocare da titolare la scorsa estate. Non è un ruolo che ho preso alla leggera perché amo il mio paese. Ora voglio continuare a percorrere questa strada con l’etica del lavoro di sempre e dimostrarmi un’ottima compagna di squadra“.

Per concludere, hai dei sogni nel cassetto per il futuro?

Certo! Per quanto riguarda la pallavolo, vorrei prendere parte alle Olimpiadi di Parigi. Al termine della carriera da giocatrice, il mio sogno è di entrare in una casa di moda, disegnare vestiti e lavorare su nuove linee di abbigliamento. Inoltre, vorrei coltivare la mia passione per la cucina ogni giorno, imparando anche nuove ricette“.

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