Foto Megabox Volley

Raquel Lazaro: “Voglio imparare da tutte, ma il mio modello è Macris”

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Di Alessandro Garotta

La prima cosa importante quando si inizia un viaggio è scegliere un buon paio di scarpe e l’attrezzatura giusta per affrontare il cammino. Alle volte la strada sarà corta e facile, altre, come insegnano i vecchi saggi: bisognerà spingersi oltre andando lontano e proprio in quel momento si capirà che è la strada giusta. Raquel Lazaro Castellanos ha colto al volo l’opportunità di indossare le sneakers giuste, confermando ciò che si diceva quando militava nelle file della Concentracion Permanente de Soria: “Te lo dico, quella ragazza andrà lontano“.

In effetti, l’hype generato intorno a lei sembra ampiamente giustificato, sia per ciò che poi ha dimostrato nelle esperienze in NCAA – il campionato collegiale statunitense – sia per i margini di crescita, che paiono ancora tanti e in grado di prendere direzioni molto diverse. Nell’attesa che raggiunga nuovi traguardi del suo percorso pallavolistico, oggi vi portiamo alla scoperta di questa palleggiatrice spagnola arrivata da poco alla Megabox Ondulati Del Savio Vallefoglia.

Foto Instagram Raquel Lazaro

Raccontaci qualcosa di te. Chi è Raquel Lazaro, com’è il suo carattere e come nasce la sua passione per la pallavolo?

Sono una ragazza dal carattere allegro e solare. Il mio amore per la pallavolo è nato all’età di 11 anni, quando ho provato per la prima volta il Beach Volley; poi la mia allenatrice, Carolina Perez, ha fatto crescere sempre di più in me la passione per questo sport“.

Com’è stato il tuo percorso pallavolistico in Spagna?

A 13 anni, dopo un paio di anni da quando avevo iniziato a giocare, sono stata chiamata dalla Concentracion Permanente de Soria. La ‘Permanente’ è una squadra con sede in una piccola cittadina chiamata Soria che seleziona i migliori talenti di tutta la Spagna e li allena con il patrocinio della Federazione Spagnola. Sono rimasta lì fino a 18 anni, giocando come palleggiatrice. Inoltre, a partire dai 13 anni, ho fatto tutta la trafila delle selezioni nazionali giovanili e ovviamente questo ha reso più semplice il mio reclutamento negli Stati Uniti“.

Come mai hai deciso di tentare la fortuna in NCAA? E cosa ti hanno trasmesso le esperienze all’University of Southern California e alla University of Louisville?

Nel 2018 ho preso la decisione di frequentare l’università negli Stati Uniti. Per me e la mia famiglia, l’istruzione è sempre stata un aspetto fondamentale e gli USA erano il posto migliore per continuare a un buon livello sia la mia carriera sportiva sia il mio percorso di studi. Dopo essere stata contattata da diversi atenei, alla fine ho scelto la USC per il suo prestigio accademico e il programma di pallavolo. A Los Angeles sono cresciuta in primis come persona. Quando ci si trova in un paese con una cultura molto diversa, si iniziano a comprendere le cose che ci rendono diversi. E diverso non è inteso come qualcosa di negativo, ma sottolinea l’unicità.

Ci ho messo un po’ di tempo per adattarmi, ma poi ho vissuto quattro anni fantastici. La mia esperienza pallavolistica è stata positiva, ma è andata ancora meglio quando mi sono trasferita a Louisville. Infatti, ho scelto di cambiare università perché l’allenatore di Louisville sembrava darmi molta fiducia e la squadra – che aveva giocato le Final Four nella stagione precedente – mi trasmetteva la sensazione di essere unita e organizzata. A Louisville penso di essere migliorata come singolo, ma anche a livello di squadra abbiamo sempre giocato bene. Una squadra molto coesa e con tanta voglia di dare il massimo anche per le compagne accanto. Abbiamo raggiunto le finali del campionato nazionale per la prima volta nella storia dell’ateneo. Inoltre, questa esperienza mi ha dato una grande visibilità e così oggi mi ritrovo a giocare in Serie A1“.

Foto Louisville Cardinals

Qual è stato il momento più bello della tua stagione con le Louisville Cardinals?

L’ultima stagione è stata fantastica. Come ho detto in precedenza, abbiamo raggiunto la finale del campionato nazionale. Un’esperienza indimenticabile, soprattutto quando abbiamo giocato le fasi del torneo dopo le Sweet 16. Da atleta non avevo mai provato ad essere così nervosa come prima di quelle partite, ma allo stesso tempo ero molto motivata a giocare e divertirmi con la mia squadra. Senza dubbio, è stata l’esperienza più bella che abbia mai vissuto“.

Tra gli sportivi che ammiri di più c’è anche Kobe Bryant, stella NBA tragicamente scomparsa nel 2020. Ci racconti l’aneddoto che lo riguarda ai tempi della tua esperienza alla USC?

Nel 2019 Kobe Bryant è venuto con sua figlia Natalia a vedere la nostra partita contro l’University of Oregon. Vederlo in tribuna, ha caricato e motivato noi che eravamo in campo al punto che entrambe le squadre hanno giocato al meglio. Da quel momento l’ho seguito molto più da vicino e, quando che è venuto a mancare improvvisamente, mi ha colpito il fatto che a Los Angeles tutti hanno continuato a parlare di lui, di come pensava, della sua routine di lavoro, della sua autostima, della sua mentalità sportiva… Ogni cosa che ho visto, letto o sentito su di lui me lo ha fatto ammirare ancora di più. Oltre a questo, mio padre era solito mandarmi video o citazioni di Kobe per motivarmi ad andare avanti nei momenti di sconforto o quando le cose non andavano come desideravo. È sicuramente uno degli sportivi di cui ho letto o visto il maggior numero articoli, commenti, video, ecc“.

Veniamo al nuovo capitolo della tua carriera. Come mai hai scelto il campionato italiano, e in particolare la Megabox Ondulati Del Savio Vallefoglia, per iniziare il tuo percorso da professionista?

Volevo giocare in Serie A1 da quando avevo 14 anni. Sono cresciuta seguendo tante grandi giocatrici che hanno militato nelle file di formazioni italiane e così è nato il mio sogno. Nel momento in cui mi è arrivata l’offerta di Vallefoglia, sapendo che avrei trovato Micha Hancock, ho intuito che sarebbe stata una grande opportunità per crescere ed approcciare al meglio questo campionato. Ho scelto la Megabox rispetto ad altre squadre in cui avrei potuto giocare di più perché mi ha proposto il progetto migliore per il mio futuro“.

Foto Louisville Cardinals

Quali sono i tuoi obiettivi per questa stagione?

I miei obiettivi sono di imparare il più possibile, impegnarmi in allenamento e prepararmi in modo da farmi trovare pronta quando la squadra avrà bisogno del mio contributo“.

Come ti descriveresti come giocatrice? In quali aspetti pensi di dover migliorare?

Sono una giocatrice che porta tanta gioia in campo. Ad ogni punto cerco di dare il massimo e mi piace festeggiare quando le mie compagne di squadra fanno cose buone. Penso di dover mantenere un livello più costante nella qualità delle mie alzate, ma sono convinta che un giorno ci riuscirò“.

Qual è la tua palleggiatrice preferita o che hai seguito maggiormente?

Sono cresciuta guardando molti video di Macris Carneiro: mi piace la sua personalità in campo e le scelte che fa durante le partite. Ovviamente non è l’unica palleggiatrice da cui cerco di imparare qualcosa dal momento che seguo anche Micha Hancock, Joanna Wolosz e Alessia Orro“.

Quali sono le tue aspirazioni per il futuro?

Voglio diventare una delle migliori palleggiatrici al mondo. So bene che per raggiungere questo traguardo è necessario giocare nei migliori campionati e guidare la propria squadra a competere ai livelli più alti possibili. Dal punto di vista personale, vorrei portare a termine il master in Sport Business Management e poi vedere cos’altro studiare. Ma adesso sono focalizzata a terminare il mio master e imparare il più possibile“.

Un detto spagnolo recita: “Como en casa en ninguna parte” (come a casa, da nessuna parte). Ti piacerebbe giocare in Spagna un giorno?

Magari un giorno! In Spagna però non c’è il livello che si può trovare in altri campionati, perciò al momento preferisco continuare a giocare all’estero“.

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