Nella carriera di uno sportivo ci sono cadute dalle quali ci si rialza subito e altre che rischiano di stenderti mettendo un punto. Un punto che può rappresentare la fine di una storia o essere trasformato in uno dei tanti punti e a capo all’interno del proprio racconto. Sarah Fahr questo tipo di cadute le conosce entrambe a causa di due brutti infortuni. “La prima volta lo stop non mi era pesato, anche se fu lunga. Ma dopo la riabilitazione, alla quinta gara con Conegliano mi sono rotta di nuovo lo stesso legamento crociato. E lì mi è crollato il mondo addosso, vedevo tutto nero” racconta la centrale in una bella intervista rilasciata al collega Doriano Rabotti per il QS.
Da questa seconda caduta, insomma, Fahr credeva di non riuscire più a rialzarsi, poi tutto cambiò durante un viaggio in treno: una giornata come tante, un incontro casuale, due chiacchiere e… tutto cambia trasformando quel punto finale in un altro punto e campo che rimanda a un nuovo capitolo ancora tutto da scrivere. A maggior ragione in questo caso, perché a “salvare” Fahr sono stati proprio i libri. Anzi, per essere proprio precisi, un libraio.
“Stavo andando a Roma per la seconda operazione – racconta la 21enne nativa di Kulmbach, in Baviera –. In treno un signore si accorge che sto leggendo un libro e inizia a parlarmi. Era un libraio di Conegliano, coincidenza. Mentre gli raccontavo la mia storia vedevo che non faceva le facce degli altri, che mostravano tutti compassione. Lui non era dispiaciuto. Ho capito perché quando mi ha raccontato la sua storia”.
“Era nato semiparalizzato – prosegue – e ci aveva messo 18 anni di fisioterapia per camminare. Ho pensato: io dopo un mese tornerò a fare una vita normale, e mi lamento? Stai zitta e mettiti lì con la testa”.
Grazie a quell’incontro, dunque, la ragazza figlia di uno skipper tedesco che a 12 anni preferì abbandonare le regate (gareggiava nella categoria Optimist con la sua barca a cui aveva dato il nome di “Streghetta del mare”, ndr) per paura “delle onde grosse del mare d’inverno”, alla fine l’onda più grande è riuscita a cavalcarla.
Altro incontro casuale Fahr lo aveva fatto diversi anni fa in un negozio di bricolage, dove vide un post con la scritta “Fai della tua vita un sogno e di un sogno una realtà”. Motto che ora ha fatto suo: “Mi capitò in mano un po’ per caso, ora è diventata la frase della mia vita”. Che il prossimo sogno sia quello di tornare a vestire l’azzurro? Noi glielo auguriamo di tutto cuore.