Di Roberto Zucca
Il contenuto che leggerete nelle righe a seguire è il sunto di una telefonata con Nicola Tiozzo durata oltre ottanta minuti. È il risultato di una serata in cui il capitano della BCC Castellana Grotte, schivo e introverso all’apparenza, decide di uscire dal palazzetto, con la borsa dell’allenamento, e fare una lunga camminata per le strade di Castellana, che diventano subito le strade della vita, di una finale di Coppa Italia che brucia nel suo cuore e nel suo orgoglio. Ed è in quel momento che l’emozione, così a caldo, si raccoglie con la sincerità e l’onestà che fanno di Nicola uno dei personaggi più belli della serie A2:
“Direi una bugia se dicessi che non ci penserò più dopo stasera. Ma domani torniamo in palestra, e bisogna ripartire dalla finale di sabato. Vede, noi siamo una squadra che si è trovata in mezzo al bello di una finale di Coppa Italia, una finale che ci siamo sudati e abbiamo ottenuto al posto di altre squadre, competitive quanto noi, che hanno lottato esattamente come noi. Questa è una soddisfazione“.
Non si può pensare già alla prossima finale.
“No, è proprio questo il punto. Siamo una squadra che deve ragionare giornata dopo giornata, allenamento dopo allenamento. Superare ogni singola partita, ma anche ogni settimana di campionato, deve essere il nostro obiettivo a breve termine“.
È rimasto colpito dai tifosi che sabato, nonostante la sconfitta, sembravano orgogliosi dell’essere arrivati fin lì?
“Ci riempie il cuore vedere quanto i tifosi tengano a noi, e quanto, con l’amaro in bocca della sconfitta, è bastato l’affetto del pubblico, per apprezzare ciò che abbiamo vissuto. Sentirli vicino è stato importante“.
Lo scorso anno ci siamo lasciati con la consapevolezza che una fase della sua carriera stava per chiudersi.
“Ci siamo lasciati in un anno per me colmo di significati e sfumature. Prima dell’inizio di questa nuova stagione, ho resettato completamente la mia vita, tirando le somme delle stagioni precedenti, riflettendo su ciò che mi aspetto da questa e dalle prossime stagioni. Ho investito su me stesso, è vero, ho messo al centro di tutto la pallavolo, la carriera e sono tornato a Castellana ben consapevole della stagione che volevo fare“.
C’è stato un infortunio, subito all’inizio. È sembrato uscirne da fenice.
“Forse dal vecchio Nicola quello stop, per lo spirito che avevo prima, ovvero quello di pensare solo sfacciatamente a quanto fosse importante mettere la palla a terra, senza dare peso al resto, sarebbe stato visto come un ostacolo difficile da superare. Invece ho lavorato, ho recuperato, ho cercato di prepararmi per il ritorno“.
Questo si dice essere un capitano. Non poteva che essere lei il capitano di questa Castellana?
“Non era una cosa scontata, anzi, all’inizio non sapevo se questa responsabilità fosse all’altezza del mio essere giocatore“.
Si è rivelata una buona scelta. Lo dico io per lei.
“Di questo la ringrazio. Non dimentichiamo che ci sono altri compagni di squadra con una storia e una professionalità molto importanti. Gente che avrebbe cercato di dare il massimo, come sto facendo io. E mi creda, la cosa che mi piace di più è poter essere io d’esempio per i più giovani. Anche con una parola in più, o semplicemente con un gesto“.
La forza di questa Castellana è nel gruppo?
“Si, e anche nel singolo. Perché ognuno dei componenti di questa squadra è un elemento importantissimo“.
Difendere la seconda piazza del campionato sarà difficile?
“Gli scontri più difficili li abbiamo fuori casa. E andiamo in posti tipo Porto Viro o Santa Croce, che sono delle vere roccaforti. Quindi certamente aggiungiamo difficoltà alla difficoltà. Ma l’atteggiamento giusto è approcciarsi alla gara come abbiamo saputo fare in molti momenti della stagione“.
Dove è andato a prendere queste consapevolezze?
“Ho semplicemente vissuto, analizzato e rianalizzato situazioni e vicissitudini che da quando ero più giovane fanno parte della mia storia professionale. Ho cercato di fare tesoro di tutto, e ho cercato di lavorare sulla mia testa, sul mio approccio alla pallavolo e alle cose che la compongono. Credo faccia la differenza tra uno che tecnicamente o fisicamente è più forte di te e uno che magari ci arriva ugualmente, con l’impegno e la razionalità di quello che sta facendo“.