Di Giuliano Bindoni
Se proprio Perugia doveva perdere una partita, sicuramente ne avrebbe scelta una a caso di campionato, non certo una semifinale di Coppa Italia, una gara secca da dentro o fuori. Tanti meriti di Piacenza, ma anche tanti demeriti, e tutti insieme nella stessa serata, per la Sir che è incappata nella classica giornata no dove non riesce proprio nulla. A partire, forse, dall’atteggiamento con cui è scesa in campo.
“L’ho detto mille volte – esordisce Anastasi a fine gara – noi non siamo né più furbi né più intelligenti né più bravi degli altri. La differenza l’ha fatta lo spirito di Piacenza? Probabile, noi il nostro lo abbiamo lasciato negli spogliatoi. Ma ci sta. Non pensavamo di essere così bravi da vincere tutte le manifestazioni. Ovviamente credevamo di poter giocare meglio, ma la verità è che non abbiamo giocato ai nostri livelli. Colpa soprattutto di Leon? No, questa sconfitta ha il volto di tutti, compreso il mio”.
Kamil Rychlicki mastica amaro, ma poi cerca di guardare oltre: “Sicuramente complimenti a Piacenza che ha meritato di vincere oggi, sono stati più bravi. Noi non abbiamo certamente giocato una buona partita. Non siamo contenti è ovvio. Siamo scesi in campo per non perdere. Poi voglio anche dire che non finisce il mondo per una sconfitta, credo che ci sarà utile per tornare umili e ricordarci che tutti possono batterci”.