Di Alessandro Garotta
Il talento è quella scintilla luminosa che permette a chi lo possiede di fare cose fuori dall’ordinario, di andare oltre il consentito e, soprattutto, di sognare in grande; la differenza, ai fini dell’ottenimento del risultato, la fa la quantità di convinzione, forza di volontà e spirito di sacrificio che si associano al talento innato. Cosa succede però quando la testa e il talento vanno di pari passo e il futuro sembra tingersi in fretta dei colori giusti, ma un grave infortunio prova a divorare la carriera di una delle giocatrici più talentuose della pallavolo turca?
La risposta l’ha data Yasemin Guveli, centrale classe 1999 dell’Eczacibasi Dynavit Istanbul che, dopo aver saltato praticamente tutta la stagione 2021-2022 per la rottura del legamento crociato anteriore, quest’anno è tornata a brillare, desiderosa di riprendersi ciò che il destino le ha procrastinato nel tempo.
Yasemin, per iniziare raccontaci come ti sei appassionata alla pallavolo e quali sono i tuoi primi ricordi da giocatrice.
“Ho iniziato a giocare a pallavolo più per la mia altezza che per un reale interesse. All’inizio mia madre non voleva nemmeno che praticassi questo sport, ma mio padre mi ha sostenuto e mi portava agli allenamenti: ha fatto grandi sacrifici per me, soprattutto nei momenti più difficili. Anche il mio insegnante di educazione fisica alle elementari mi ha sempre incoraggiato a giocare. Ricordo ancora le ore trascorse a lanciare la palla contro il muro perché nel club c’erano giocatrici più brave. Ma a un certo punto una ragazzina si fece male e così mi ritrovai titolare al suo posto. Dopo sei mesi, venni chiamata dall’Eczacibasi“.
Eri giovanissima quando sei arrivata all’Eczacibasi. Come descriveresti la tua esperienza in questo club?
“Per me questo club rappresenta una vera e propria famiglia. Mi hanno sostenuto economicamente, mentalmente e moralmente, nei momenti più belli e nei momenti più difficili. È il sogno di ogni giocatrice avere la possibilità di crescere nelle giovanili e poi giocare in prima squadra. Quando ero nell’academy, nutrivo il sogno di esordire con le ‘grandi’ e lavoravo ogni giorno per raggiungere questo obiettivo. Dunque, l’Eczacibasi ha avuto un ruolo fondamentale nella mia carriera: è un club speciale e sono orgogliosa di farne parte. Speriamo di ottenere grandi successi nel prossimo futuro, perché questa società se li merita“.
C’è stato un momento in cui hai capito di essere pronta a giocare da titolare per l’Eczacibasi?
“Quattro anni fa, quando sono andata in prestito in un’altra squadra del campionato turco (il Karayollari, n.d.r.), ho avuto la possibilità di giocare con maggiore continuità, diventando la miglior centrale a muro della stagione. Dopo questa esperienza sono tornata all’Eczacibasi e ho cercato di sfruttare ogni opportunità. Così, nel 2019 ho giocato il mio primo Mondiale per Club e sono riuscita a fare bene anche in Champions League. Successivamente ho fatto del mio meglio per continuare a migliorare le mie prestazioni sia con il club sia in nazionale“.
Un brutto infortunio al ginocchio ti ha fatto perdere praticamente tutta la scorsa stagione. Quali erano i tuoi pensieri quando i medici hanno confermato la rottura del legamento crociato?
“Ero distrutta quando mi è stata comunicata la diagnosi. Sapevo che il recupero sarebbe stato molto lungo; però, avevo buone ragioni per tornare in campo. Così, nonostante tutte le difficoltà, ho cercato di farmi forza accettando quello che mi era successo: il giorno in cui mi ero fatta male, avevo già iniziato a ballare nella mia stanza muovendo le stampelle a ritmo di musica (ride, n.d.r.). Dopo aver fatto ritorno a Istanbul ed essermi sottoposta all’intervento chirurgico, ero positiva riguardo al mio rientro. A quel punto ho pensato soltanto a lavorare, credendo fortemente in me stessa, per tornare più forte di prima. Devo dire che durante il periodo del recupero, ho ricevuto dalle mie compagne di squadra, dai membri dello staff, dalla dirigenza, dai medici del club e dai tifosi un grande supporto, che mi ha fatto stare meglio“.
A livello mentale è stata dura?
“Anche se non ero preparata e non avevo mai subito gravi infortuni prima di allora, sono tornata in campo come una Yasemin completamente nuova. Mi hanno detto che sono cresciuta di almeno 5 anni dopo questo stop: in effetti, ho riempito il mio bagaglio di esperienza e ho imparato così tanto che mi sento più forte a livello mentale. Forse non sarei convincente se dicessi che è stata una cosa positiva quella che mi è capitata, ma se oggi ho una convinzione e una motivazione maggiore è anche grazie ai giorni duri che ho vissuto a causa dell’infortunio. Allo stesso tempo, ho colto l’opportunità di guardare le mie compagne e i miei allenatori al lavoro da osservatore esterno: penso che questa esperienza mi abbia fatto capire meglio alcune dinamiche sia dentro sia fuori dal campo“.
Ad ottobre hai pubblicato un post su Instagram con questa frase: “1 yılın ardından yeniden sahada” (“Dopo un anno sono di nuovo in campo”). Quali emozioni hai provato al rientro?
“Ricordo quel momento come se fosse ieri. Avevo condiviso una foto al termine della mia prima partita di allenamento ed ero talmente emozionata che mi tremava la mano. Dopo tutto quello che avevo passato, quel post simboleggiava la mia vittoria ed era di buon auspicio per il futuro“.
Passiamo al presente e parliamo della stagione dell’Eczacibasi. Com’è il bilancio finora?
“La nostra stagione sta andando bene. Siamo una squadra forte e molto equilibrata, ancora imbattuta in campionato: sappiamo quanto sia importante per noi vincerlo e quanto sia importante ottenere il pass per la prossima Champions League. Nel complesso, la nostra forza è di giocare ogni partita con grande concentrazione e motivazione. Così siamo riuscite a sviluppare una mentalità vincente. Inoltre, le lezioni che abbiamo imparato dalle sconfitte al Mondiale per Club e in Coppa di Turchia ci hanno fatto crescere, quindi affronteremo le restanti partite con più sicurezze. Spero che al termine della stagione la squadra sorridente sarà quella con la maglia arancio e bianca“.
Sei contenta delle tue prestazioni? Dove pensi di poter migliorare?
“Sì, al momento sono contenta. Ma ciò che mi rende più felice delle mie prestazioni è la determinazione e la forza di volontà nel lavoro in un momento della stagione in cui di solito le giocatrici iniziano ad accusare stanchezza fisica e mentale per il numero elevato di partite giocate. Avevo una grande fame di fare bene dopo il lungo stop, dunque ora sto facendo del mio meglio per dare un buon contributo alla squadra e continuerò a farlo anche nel periodo più intenso della stagione. Dal momento che nel mio vocabolario non esistono espressioni del tipo ‘sono soddisfatta’ o ‘mi sento arrivata’, per me è normale voler dare sempre di più in attacco, a muro, in difesa, dentro e fuori dal campo“.
La prossima estate sarà molto stimolante per la nazionale turca. Ci stai già pensando? Cosa ne pensi di Daniele Santarelli come nuovo head-coach?
“Sta per iniziare una nuova era per la nazionale turca e, come tutte le giocatrici, sono molto carica. Per quanto posso vedere da fuori, Santarelli è un allenatore con una notevole capacità di comunicazione e grande entusiasmo. Sono convinta che darà un contributo importante sia in termini di stimoli sia di rapporti umani. A me non resta che continuare a fare del mio meglio per poter tornare in nazionale dopo l’assenza per infortunio. Rappresentare il proprio paese è il sogno di ogni atleta. E io voglio indossare di nuovo la maglia della Turchia. Ci saranno tre tornei importanti e – come sempre – la nostra nazionale punta ad andare sul podio e vincere medaglie. Spero che quest’estate il colore delle medaglie sarà oro“.
Quali sono i tuoi sogni per il futuro?
“Quando ero piccola, volevo diventare una pallavolista forte e giocare in nazionale. Dopo aver raggiunto questi traguardi, i miei sogni si sono spinti oltre e cerco di coltivarli sempre con grande speranza. Innanzitutto sono consapevole del mio potenziale, dunque vorrei proseguire il mio percorso di crescita e diventare una delle migliori centrali al mondo, una giocatrice che le ragazzine possono ammirare e prendere da esempio. Insomma, vorrei essere un’atleta da cui prendere ispirazione grazie al mio gioco e al mio carattere. Perciò, continuerò a inseguire i miei sogni come se fosse il primo giorno“.
Un’ultima curiosità: chi è Yasemin Guveli fuori dal campo?
“Penso che la Yasemin vivace, allegra ed esuberante che vedete in campo sia lo specchio della persona che sono nella quotidianità. Amo trascorrere il mio tempo libero in compagnia dei miei cari per mantenere sempre alto il livello dell’energia. La scultura, la lettura e il disegno – che sono stati ottimi compagni di viaggio durante il mio infortunio – ora sono tra i miei hobby preferiti. Ogni tanto, però, mi piace anche stare un po’ da sola, riflettere e ‘ascoltare la mia testa’, dal momento che sono una persona che vuole sentirsi in pace con se stessa“.