“A Milan, anca i moron fann l’uga” (“A Milano anche i gelsi fanno l’uva”). Milano, una città capace di mettere a frutto ogni cosa, anche i gelsi, che solitamente non producono uva. Questo popolare detto meneghino rimane attuale e si può parafrasare dicendo che grazie al duro lavoro e alla caparbietà tutto è possibile. Milano è una città dinamica, dritta ed inarrestabile come i suoi famosi tram che quotidianamente l’attraversano trasportando passeggeri di ogni tipo.
E inarrestabile è l’aggettivo che calza a pennello per descrivere il percorso di Giorgia Venturini, che nelle ultime due stagioni con la maglia della Pro Patria Milano si è confermata una delle centrali più affidabili nel panorama della Serie B (B2 prima e B1 poi), dimostrando di avere ormai raggiunto una sorta di maturità pallavolistica per quanto riguarda le abilità tecniche e la concretezza delle giocate. Ecco la nostra intervista esclusiva.
Ci racconti chi è Giorgia Venturini, cosa rappresenta per lei la pallavolo e come si è appassionata a questo sport.
“Sono una ragazza di 25 anni, particolarmente sensibile, solare e competitiva. Non solo pallavolista, ma anche maestra di sostegno presso una scuola primaria: mi piace stare a contatto con i bambini, che ogni giorno mi dimostrano amore e affetto. La pallavolo è un aspetto molto importante della mia vita. Ho iniziato a giocare quando avevo 6 anni soprattutto grazie ai miei genitori e ai miei zii, che erano allenatori e mi hanno trasmesso la passione per questo sport fantastico, di cui tuttora non riesco a fare a meno“.
C’è una giocatrice alla quale si è ispirata per il suo ruolo di centrale o a cui si ispira ancora adesso?
“Non c’è una centrale in particolare a cui mi sono ispirata. Però, ho sempre ammirato Simona Gioli“.
È una delle tante giocatrici che si sono formate alla Pro Patria Milano, una società che da molti anni anima il mondo pallavolistico giovanile. Qual è secondo lei il segreto di questa realtà?
“La Pro Patria è ormai da tempo una delle migliori società italiane di pallavolo. Credo che i suoi segreti siano la professionalità dell’intero staff, dalla dirigenza agli allenatori, e la capacità di reclutare giocatrici forti, che nel corso degli anni sono riuscite a ottenere risultati importanti“.
Nella sua carriera diverse tappe intermedie prima di tornare proprio alla Pro Patria in Serie B. Cosa si porta dietro delle esperienze con Busto Arsizio, Cerea Verona, Arena Verona e Garlasco?
“Tutte queste esperienze mi hanno arricchito sia dal punto di vista personale sia dal punto di vista tecnico: ho militato in club di ottimo livello e sono contenta di aver ricevuto molti insegnamenti. In particolare, porterò per sempre nel cuore Cerea, una piazza dove ho trascorso tre anni indimenticabili e che considero la mia seconda casa“.
Nel 2018 un’infezione all’occhio destro sembrava mettere a serio rischio il prosieguo della sua carriera. Come ha vissuto quel momento delicato? Quali sono state le difficoltà più grandi al rientro in campo?
“Ho vissuto questa brutta esperienza al secondo anno lontana da casa, quando giocavo all’Arena Team Volley. Non è stato un momento semplice. All’inizio pensavo addirittura di non poter più tornare in campo: ero spaventata perché avevo rischiato di perdere completamente la vista. Fortunatamente i miei genitori mi portarono d’urgenza all’Ospedale Oftalmico di Milano e lì i medici riuscirono a contenere l’infezione. Dopo due settimane di ricovero mi dissero che avevo perso otto decimi di vista e che non avrei potuto più utilizzare la lente a contatto. L’unica soluzione per il mio quadro clinico sarebbe stato il trapianto di cornea, ma considerando la mia giovane età i medici me lo sconsigliavano. Perciò, con il tempo ho imparato ad adattarmi a questa situazione e a compensare l’occhio destro sforzando maggiormente il sinistro. Alla fine, sono riuscita a riprendere, anche se non è stato immediato abituarmi a giocare senza la percezione della profondità del campo“.
Veniamo alla sua seconda parentesi con la Pro Patria. Come mai la scelta di tornare in questo club?
“È stato molto emozionante tornare alla Pro Patria a distanza di qualche anno, dal momento che in questa società sono cresciuta e ho raggiunto grandi traguardi. La scelta è principalmente legata al fatto che io e il mio fidanzato abbiamo deciso di andare a convivere, e abbiamo trovato casa nello stesso paese – alle porte di Milano – dove abitavo con i miei genitori. Perciò, mi sembrava che la Pro Patria fosse la soluzione migliore per proseguire il mio percorso pallavolistico“.
Quali sono stati i momenti più belli dell’ultimo biennio?
“Penso che la scorsa stagione sia stata straordinaria perché abbiamo raggiunto la promozione diretta in Serie B1 con un percorso netto: 26 vittorie su 26 partite giocate. Invece, il momento più bello di quest’anno è stato il successo con la CBL Costa Volpino“.
Secondo posto in regular season ed eliminazione nella semifinale dei Playoff Promozione. Qual è il bilancio della stagione 2022-2023 della Pro Patria?
“Il bilancio di questa stagione in B1 è sicuramente positivo. Inizialmente avevamo fissato determinati obiettivi, ma vittoria dopo vittoria abbiamo capito di poter arrivare davvero in alto. Alla fine, abbiamo conquistato un ottimo secondo posto, che ci ha permesso di staccare il pass per i Playoff Promozione“.
Ha mai pensato al grande salto in Serie A?
“Mi è stato proposto dal mio procuratore (ride, n.d.r.), ma sinceramente al momento la vedo dura per via del lavoro e della convivenza“.
Quali sono i suoi sogni ed obiettivi per il futuro?
“Senza dubbio diventare una maestra di educazione motoria! E poi vorrei continuare a giocare a pallavolo ad alti livelli finché riuscirò a combinare gli impegni sportivi con il lavoro“.
di Alessandro Garotta