È scomparso oggi all’età di 86 anni l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, protagonista della vita politica italiana degli ultimi decenni. L’imprenditore milanese è stato una figura di assoluto rilievo nel mondo dello sport, in primis nel calcio, ma anche nella pallavolo: con lui, infatti, la Mediolanum Milano arrivò ai vertici del volley italiano, vincendo diversi titoli internazionali e sfiorando quello scudetto che ancora oggi il capoluogo lombardo non ha mai vinto.
La Polisportiva Milan, creata dalla Fininvest riunendo le squadre di calcio, hockey, rugby e baseball della città, acquistò nel 1989 lo storico Gonzaga Milano (che allora militava in serie B1) e acquisì da Mantova i diritti per tornare in A1 a partire dalla stagione successiva. Negli anni successivi vestirono la maglia della Mediolanum alcuni dei più grandi campioni italiani e stranieri dell’epoca, come Andrea Zorzi, Andrea Lucchetta, Franco Bertoli, Jeff Stork, Dusty Dvorak, Bob Ctvrtlik, Claudio Galli e Stefano Recine, a lungo guidati dal leggendario allenatore USA Doug Beal.
Tra i protagonisti di quell’era, proprio Franco Bertoli ha ricordato con un post su Instagram il “Cavaliere” (con cui il rapporto di lavoro proseguì anche dopo il volley): “”Oltre ad essere stato il Capitano della grande squadra che eravamo, ti sarò sempre umanamente grato per avermi accolto alla Fininvest per la mia formazione post carriera, decisiva poi per la mia vita personale e professionale. Buon viaggio“.
La Mediolanum vinse il suo trofeo più importante, la Coppa delle Coppe, nel 1993; nel 1990 organizzò e vinse la seconda edizione del Mondiale per Club, trofeo che poi riconquistò due anni dopo. In patria, tuttavia, nonostante le grandi ambizioni non riuscì mai a ottenere i successi sperati, fermandosi per due volte in finale scudetto (nel 1993 contro Parma e nel 1994 contro Treviso) e in altrettante occasioni in finale di Coppa Italia (nel 1991 e nel 1992). Al termine della stagione 1994-95 la Fininvest lasciò la squadra, che cedette il titolo sportivo; per rivedere Milano in A1, stavolta sotto l’egida dell’Asystel, ci sarebbero voluti altri 6 anni.