Un uomo nel mirino: così deve sentirsi Davide Mazzanti, già da settimane bersaglio di innumerevoli critiche e attacchi (anche scomposti), destinati ad amplificarsi dopo la clamorosa sconfitta dell’Italia nella finale per il terzo posto dei Campionati Europei femminili. Ma è il destino di ogni CT, almeno quando non si vince, e l’allenatore marchigiano tiene la barra dritta difendendo le sue scelte ai microfoni di Rai Sport: “Questo era l’unico percorso che potevo fare. Dovevo riavere una squadra in mano, e dopo i Mondiali non ce l’avevo. Con la Federazione abbiamo pensato a una strategia che consisteva nel rifondare la squadra, partendo da alcuni inserimenti nuovi in VNL, e vedere qual era il nostro livello. Siamo cresciuti fino alla partita con la Turchia, in cui ci siamo sciolti sul più bello. La gara di oggi sporca il percorso, è la prima volta che succede, perché finora avevamo sempre dimostrato di saper stare in campo“.
“Abbiamo iniziato come avevamo finito con la Turchia – ammette Mazzanti – eravamo poco presenti, e questa è la cosa che fa più male, perché una partita si può perdere ma non possiamo permetterci di stare così male in campo. Più che giocata male direi che non l’abbiamo giocata, perché nei primi due set abbiamo perso un sacco di buone occasioni: il nostro lavoro era cambiare l’inerzia della partita, ma alla fine non è mai accaduto. Non siamo stati squadra. L’abbiamo persa sia in cambiopalla sia in fase break, perché abbiamo avuto gli indici più bassi degli Europei: siamo stati poco efficaci nella scelta dei colpi e poco precisi in contrattacco, dando troppo spazio all’Olanda“.
(fonte: Rai Sport)