I conti è giusto farli alla fine, avevamo scritto a Europei in corso, quando ormai era chiaro a tutti quanto turbolenta sarebbe stata questa campagna estiva azzurra. Ebbene, la campagna è conclusa ed è arrivato il tempo per tirare le somme. “È stata un’estate ricca di tante cose, però alla fine povera di risultati“ ha dichiarato lo stesso Davide Mazzanti al termine della gara persa contro la Polonia che ha decretato l’ultima di tre clamorose débacle di questi mesi: eliminazione ai quarti di VNL, giù dal podio degli Europei, qualificazione mancata (per ora, quantomeno sul campo) alle prossime Olimpiadi.
Insomma, la “linea” tanto decantata dal CT alla fine è risultata molto più storta di quanto si potesse immaginare. Le scelte fatte sono state tutte bocciate dai risultati ottenuti sui campi di tre competizioni che questa nazionale, con il potenziale che ha, avrebbe potuto e dovuto puntare a vincere. Orro opposta a Egonu (con Antropova a darle il cambio), Danesi e Lubian (o Fahr) al centro, Sylla (o Bosetti) con Pietrini in banda, De Gennaro libero. Solo a leggere questa formazione qualunque altra squadra al mondo avrebbe iniziato a tremare prima ancora di scendere in campo. L’augurio è che possa essere così a Parigi.
Ha ragione Mazzanti, “un’estate ricca di tante cose”. Peccato solo, come direbbe Guzzanti nelle vesti di “Quelo“, che fossero tutte sbagliate. Dare una spiegazione a quanto visto e sentito da maggio a ieri, domenica 24 settembre, è davvero complicato, perché ci sono alcuni passaggi che proprio sfuggono alla comprensione.
Ma proviamo a fare qualche passo indietro. Il 2 maggio Mazzanti rende nota la lista delle 30 azzurre convocate per la VNL. Trenta è un numero “largo”, e comprende tutti i nomi delle giocatrici che ci si aspetterebbe di leggere, fatta eccezione per la sola Malinov. Lista che riportiamo come comunicata dalla Fipav:
Palleggiatrici: Francesca Bosio, Giulia Gennari, Ilaria Battistoni, Rachele Morello, Alessia Orro
Opposti: Sylvia Nwakalor, Ekaterina Antropova, Adhouljok Malual, Giorgia Frosini, Paola Egonu
Schiacciatrici: Miriam Sylla, Loveth Omoruyi, Francesca Villani, Alice Degradi, Sofia D’Odorico, Rebecca Piva, Caterina Bosetti, Elena Pietrini
Centrali: Anna Danesi, Marina Lubian, Sarah Fahr, Federica Squarcini, Alessia Mazzaro, Linda Nwakalor, Emma Graziani, Cristina Chirichella
Liberi: Eleonora Fersino, Beatrice Parrocchiale, Sara Panetoni, Monica De Gennaro.
Ebbene, da qui in poi iniziano i “non detti” che rendono, come detto, l’estate azzurra ricca di tante cose di cui ancora nessuno ha fornito una chiara spiegazione. Le parole pronunciate dal CT in occasione della presentazione delle nazionali azzurre, però, facevano presagire che da lì a breve qualcosa sarebbe cambiato all’interno di questo gruppo allargato.
“Rivalutando gli ultimi due anni abbiamo conquistato 4 ori e un bronzo in 7 manifestazioni. Abbiamo pensato però anche alle cose da migliorare nel prossimo biennio. Il primo è un aspetto valoriale, ispirato anche da quanto fatto nel maschile: il valore che vogliamo mettere al centro è la disponibilità. Dal punto di vista tecnico lavoreremo tanto sul cambiopalla, che è la fase in cui abbiamo più margini di miglioramento. Infine ci sarà una maggiore attenzione al confronto con le giocatrici: 6 mesi di attività insieme sono lunghi, va migliorata la qualità delle relazioni e del confronto diretto“.
“Disponibilità” e “confronto” sono dunque le parole chiave del nuovo corso che vuole Mazzanti. La famosa “linea” da dare alla nazionale femminile in questo biennio 2023-2024 che porta ai Giochi. Parole chiave che diventano più “chiare” quando alcune senatrici, come Egonu, De Gennaro, Bosetti e Chirichella, non vengono convocate neanche per le Finals di VNL, nonostante facessero parte di quella lista di 30 giocatrici.
Archiviata in malo modo questa prima competizione, si passa così agli Europei che ci vedono campionesse in carica. Le prime esclusioni eccellenti, e a questo punto ufficiali, diventano quelle di Moki De Gennaro e Cristina Chirichella, che non vengono neanche chiamate per il primo collegiale “allargato” di preparazione. C’è invece Caterina Bosetti, che però diventerà la terza esclusa quando il 9 agosto Mazzanti rende pubblica la lista delle 14 giocatrici che prenderanno parte alla competizione continentale.
Pochi giorni prima Mazzanti aveva parlato così a Roma: “Quello che ho fatto è stato, dal punto di vista della squadra, scegliere delle persone a cui si deve ispirare la mia squadra, in particolare Myriam Sylla e Anna Danesi. L’ho fatto perché volevo dare una forma ben precisa alla mia squadra e da lì ripartire per questi ultimi due anni: avevo bisogno di ridefinire bene i miei argini“.
Tra le persone “scelte” da Mazzanti non c’è evidentemente Paola Egonu. Che per la fuoriclasse azzurra marchi male lo si capisce sin dal match inaugurale degli Europei contro la Romania all’Arena di Verona. La titolare è Ekaterina Antropova, almeno sino a quando la strada non diventa in salita. Egonu toglie le castagne dal fuoco contro la Francia nei quarti, in semifinale contro la Turchia viene chiamata sempre dalla panchina e tenuta in gioco sino a fine gara, per poi tornare in panchina nel match per il bronzo contro l’Olanda.
La seconda medaglia svanita è la goccia che fa traboccare il vaso. Tifosi e addetti ai lavori iniziano a puntare il dito contro la gestione Mazzanti. La spiegazione che dà il CT a fine gara inizia finalmente a fare luce sui tanti “non detti” di questa storia: “Questo era l’unico percorso che potevo fare (riferendosi alle esclusioni eccellenti). Dovevo riavere una squadra in mano, e dopo i Mondiali non ce l’avevo“.
Il segreto, a questo punto, non era però più tale per nessuno. Che ai Mondiali 2022 si fosse rotto qualcosa è ormai nelle convinzioni di tutti. Nessuno lo dice apertamente. Tutti, allenatore, giocatrici, Federazione, continuano a tacere. Cosa è successo? Perché Mazzanti non aveva più in mano la squadra? Ma soprattutto, qualcuno aveva messo dei paletti, una cosa del tipo “o noi o lui”? Ipotesi, che però, resta ancora solo un’ipotesi, e forse la verità non la sapremo mai.
Fallita la VNL, falliti gli Europei, escluse De Gennaro, Bosetti e Chirichella, l’Italia perde anche Paola Egonu che, mortificata in mondovisione, si tira fuori da questo “progetto”. Una scelta “concordata con il commissario tecnico ed il presidente federale Manfredi” è la formula di circostanza scelta dalle parti per comunicare che la stella più luminosa di questa nazionale non prenderà parte al torneo di qualificazione olimpica. Torneo che, anche questo, si è concluso nel peggiore dei modi.
Questi, dunque, i fatti, queste le parole, questo il risultato fallimentare di un progetto la cui unica parola chiave è stata “confusione” sin dall’inizio. Un progetto debole sotto tutti i punti di vista: gestione, comunicazione e anche sotto il profilo tecnico. Una pagina nera che ora deve essere girata (e dimenticata) al più presto, dando magari anche delle spiegazioni che aiutino a fare chiarezza su quanto accaduto.
“Dopo le qualificazioni ragioneremo con calma e lucidità” aveva detto il presidente federale Giuseppe Manfredi il 3 settembre. Ragionamenti che verranno fatti, presumibilmente, durante il prossimo Consiglio Federale. Lì bisognerà trovare una soluzione che riporti in azzurro le giocatrici più forti che la pallavolo italiana femminile può vantare, per andare all’attacco dell’oro olimpico con le migliori armi di cui possiamo disporre. Anche in panchina.
Di Giuliano Bindoni