Da Modena a Trento passando per Turchia ed Estonia, con un filo rosso che lega l’inizio e la fine di questo percorso, e che porta il nome di Bruno Da Re. Si chiude un cerchio per Fabio Soli, che ieri ha festeggiato il suo primo compleanno (sono 44: auguri!) da allenatore dell’Itas Trentino campione d’Italia, e racconta così gli inizi della sua carriera da tecnico in un’intervista a L’Adige: “Fu proprio Da Re a propormi per primo di fare l’assistant coach. Nel 2010 Modena mi fece sapere che non aveva più bisogno di me e così andai a giocare a Carpi, in Serie B. Un giorno incontrai l’allora direttore generale di Modena che mi disse: ‘Se sapevo che finivi in B ti avrei proposto di restare a dare una mano a Prandi. Dice che gli servirebbe un assistente’. E il giorno dopo ho lasciato la pallavolo giocata per iniziare a lavorare con Prandi“.
Un aneddoto che si unisce ad altre “coincidenze” che riguardano Soli e i tecnici trentini del passato: come Stoytchev, il nuovo allenatore dell’Itas iniziò come calciatore, ma scelse la pallavolo perché la mamma non gradiva che tornasse a casa sporco e infreddolito. E come Lorenzetti, uno dei suoi libri preferiti è “Niente teste di cazzo. Lezioni di vita e di leadership degli All Blacks“. Rispetto ai suoi predecessori, Soli si presenta con umiltà e autoironia: “Quando è arrivata la chiamata di Trento non ci ho pensato su, essere qui significa entrare in una cerchia di allenatori importanti e quando ho iniziato mi ero dato l’obiettivo di essere un allenatore migliore di quanto non fossi come giocatore. È abbastanza facile: come giocatore ero una mezza pippa!“.
Per l’ex allenatore di Cisterna è sicuramente una novità lavorare con una rosa così incompleta, vista l’assenza dei nazionali impegnati nelle qualificazioni olimpiche: “Sono davvero tanti i giocatori che mancano – ammette Soli – e sono via da tutta l’estate, discorso che vale soprattutto per i centrali. Speriamo solo che tornino integri fisicamente: la stanchezza non mi preoccupa, si recupera. E l’esperienza in nazionale li rende più forti“. Gli darà una mano, in questo senso, Giulio Magalini, che al Corriere del Trentino dice: “Farò la mia parte per garantire a Michieletto di recuperare le forze dopo l’estate in azzurro. Per me è un amico, ma anche una fonte di ispirazione. Non vedo l’ora di ritrovarlo e goderci questa stagione insieme“.
(fonte: L’Adige, Corriere del Trentino)