L’immagine della funivia che porta in alto, in cima all’Etna, racconta molto della nuova stagione di Santiago Orduna. Il suo approdo alla Farmitalia Catania, assieme ad un gruppo di irriducibili come Alessandro Tondo, Mimmo Cavaccini e Paul Buchegger, con cui lo scorso anno ha vinto tutto il vincibile in serie A2 a Vibo Valentia, danno al nuovo approdo siciliano quella verve in più che serve a cominciare ogni anno che passa con il piede giusto. Ma, soprattutto, dalla giusta altezza:
“Sono felice di trovare Ale, Mimmo e Paul in questa nuova avventura. Abbiamo affrontato la fine inaspettata e difficile di Vibo Valentia e vissuto la preoccupazione di non trovare una soluzione che mettesse al centro il nostro desiderio di giocare ciò che sul campo ci siamo meritati“.
Una fine che nessuno si aspettava. Mi dica se davvero si è buttato tutto alle spalle.
“Sì, l’ho superata. È stata una delusione, questo lo devo dire, perché ognuno di noi è arrivato lo scorso anno a Vibo Valentia con la consapevolezza di cominciare un progetto a lungo termine. O perlomeno, di conquistarsi la Superlega sul campo e poi giocarsela. Abbiamo lavorato tantissimo, non era scontato un esito in cui conquisti nello stesso anno tutti i trofei assegnabili. Non basta avere una squadra di nomi forti o di persone che hanno fatto la Superlega per fare una magia e ottenere subito tutto. È andata, sì, ora siamo qui, con la voglia di voltare pagina“.
Catania, che è stata la sua prima squadra in Italia. E un ritorno da capitano.
“Doppia soddisfazione e doppia responsabilità. Ovviamente sono onorato del fatto di poter essere una guida per questo gruppo. Il mister e la società sono stati capaci di trasmettermi l’entusiasmo giusto e di darmi questo ruolo. Quando sono arrivato qui, quindici anni fa, sognavo di restare in Italia e di fare la carriera che poi ho fatto. È un ritorno alle origini che mi fa piacere. E sono anche desideroso di dimostrare sul campo che quel ragazzino che è entrato in punta di piedi nel 2008 al PalaCatania ora è un giocatore diverso“.
Il ritorno di Randazzo in Italia. L’arrivo di molti ex Vibo. Che squadra è la Farmitalia che si affaccia in Superlega?
“Una squadra che sta lavorando moltissimo per trovare il suo gioco. Stiamo affinando l’intensità nel sei contro sei, ma sono fiducioso perché vedo quanto impegno la squadra mette ogni giorno in palestra. La società ha fatto un passo importante e noi dobbiamo cercare di ripagarla al meglio“.
Lei vuole giocare. È questo ancora il suo bello?
“Io ho chiesto al mio procuratore di giocare anche quest’anno, perché penso di poter ancora dire la mia in questo campionato. Mi piace prendermi le responsabilità, dare il 200% la domenica, e giocarmi ogni punto in campo“.
È un modo per attirare i tifosi. L’impressione è che ognuno di voi in questo campionato abbia qualcosa da chiedere.
“C’è la voglia di fare. Dobbiamo cercare di mantenere la categoria e di arrivare alle gare con le concorrenti dirette come Padova, Taranto e Cisterna, provando a dare quel qualcosa in più che ci permetterà di portare a casa la gara. L’entusiasmo c’è tutto. Bisogna solo cominciare“.
di Roberto Zucca
