L’esordio è di quelli abbastanza netti. Tre set a zero contro Mirandola e il Monge-Gerbaudo Savigliano ha fatto subito vedere con quali ingredienti proverà a cucinarsi la Serie A3. Uno di questi è una bella novità nella cucina della squadra piemontese ed è il ventiduenne Luca Rossato. Lo scorso sabato non ha avuto mezzi termini per presentarsi e di punti ne ha messi a segno 19, risultando il miglior realizzatore della gara:
“È stato un bell’esordio, lo ammetto. Eravamo tutti molto soddisfatti della prestazione ed io personalmente ero doppiamente contento perché, oltre ad aver disputato una buona gara, avevo tutta la mia famiglia arrivata da Sabaudia per sostenermi alla prima di campionato“.
Famiglia molto presente, ho saputo. È stato difficile separarsene?
“Sicuramente a Sabaudia è rimasta la mia vita. È anche la squadra nella quale ho militato negli ultimi due anni. Gli amici più cari, i familiari sono lì ad aspettarmi o quando possono, ad esempio mio padre che è un appassionato da sempre di pallavolo, mi raggiungono nelle città in cui gioco. La decisione però l’ho presa razionalmente, a cuor leggero. Volevo un’occasione e la volevo quest’anno“.
Savigliano è arrivata per?
“Intanto per fare un’esperienza al di fuori del Lazio, regione in cui ho praticamente sempre giocato. Da Cisterna a Sabaudia, io sono cresciuto pallavolisticamente in queste due formazioni. E poi quando mi è stato presentato il progetto e la squadra ho accettato molto volentieri. Ci sono tutti i presupposti per fare bene“.
È presto per capire dove si può spingere questa squadra?
“Diciamo che oltre alla scaramanzia, c’è il fattore conoscenza. Nel senso che io lo scorso anno giocavo nel Girone Blu, e le squadre che sfiderò per me sono novità assolute. Mirandola, ad esempio, per me è stato un video, che si è poi concretizzato solo sabato in campo. Per il resto posso dirle che mi piace pensare ad una squadra che deve migliorarsi rispetto al già ottimo piazzamento dello scorso anno. Cioè i quarti dei Play Off Promozione. Anche per me vale lo stesso discorso. Ho degli obiettivi certamente. Quello che però li guida tutti è il fare meglio delle passate stagioni“.
Il valore aggiunto di questa Savigliano?
“Il gruppo. Sono bastati pochi giorni per entrare all’interno delle dinamiche di una squadra affiatata. Sono stato accolto nel migliore dei modi e questo è stato un inizio che ha alleggerito tutta la faccenda della lontananza da casa. Non solo, il fatto che il mio desiderio di vivere un anno da vero pallavolista, mettendo al centro della mia vita il lavoro e lo sport di cui faccio parte, sia possibile, mi fa vivere tutto questo con più entusiasmo della norma“.
Avversarie da cui guardarsi?
“Tante. Ho intravisto Acqui Terme che sabato ha fatto molto bene. Sono una squadra imprevedibile, fatta da ottimi elementi. Sarà un bel derby quello giocato contro di loro. In generale, da quel poco che so, è un girone molto equilibrato. Non ci sono squadre cuscinetto“.
Dove si vede da qui ai prossimi quattro o cinque anni?
“Il sogno si chiama Superlega. Però il presente si chiama Savigliano. Ed è giusto restare con i piedi per terra e dedicarsi a questo“.
di Roberto Zucca
