Nel giorno del grande ritorno di Julio Velasco c’è un bel pezzo della sua storia azzurra ad attenderlo al Centro Pavesi FIPAV di Milano, dal fenomeno Andrea Zorzi all’ex presidente federale Carlo Magri. Lui, il neo CT della nazionale femminile, si presenta con la consueta brillantezza, dribblando in buona parte le polemiche sul burrascoso divorzio da Busto Arsizio e concentrandosi sul futuro della nazionale. Poi il momento della firma: il suo è un contratto biennale (che porterà le azzurre fino ai Mondiali del 2025) e prevede anche uno staff di grandi nomi, con Massimo Barbolini come secondo e Lorenzo Bernardi come assistente.
La promessa di Velasco è chiara e netta: “Andremo a Parigi“. Sul come, il nuovo CT ha le idee chiarissime: “Chiederemo a media e tifosi di non creare troppe aspettative, ma cercheremo anche di creare anticorpi alle difficoltà. Come si usa il bilanciere per far sì che le gambe diventino più forti, così bisogna fare anche per la testa: il bilanciere per la testa sono le condizioni dure. Non ho mai creduto che tutto debba essere facile: noi dobbiamo essere quelli che sopportano le difficoltà, la pressione, le aspettative, perché è questo quello che ci aspetta a Parigi, e sono certo che ci andremo. E sono convinto che se l’Italia vincesse una medaglia alle Olimpiadi il movimento farebbe un salto in avanti enorme“.
“Sono un po’ emozionato – esordisce il CT – per la grande responsabilità che la Fipav mi affida: questa è una squadra che ha già fatto grandissimi risultati ed è stata beniamina dei tifosi. Sono molto contento di accettare questa responsabilità, non c’è modo migliore di combattere la vecchiaia che accettare sfide difficili“. Sulla UYBA poche parole: “Voglio ringraziare la società perché è stata l’unica che mi ha fatto un’offerta per allenare nel femminile. È chiaro che si è creata una situazione difficile per loro, ma mi hanno chiesto di dimettermi subito e io l’ho fatto. Voglio ringraziare anche le giocatrici: un gruppo fantastico che mi ha insegnato molto“. La versione del club (sul quale Velasco ha rifiutato di rilasciare ulteriori dichiarazioni) è che l’allenatore sia stato posto di fronte a un aut aut: continuare fino a fine stagione o lasciare l’incarico.
Una dedica speciale da parte del tecnico argentino va a Giuseppe Brusi, lo storico dirigente di Ravenna che ci ha lasciato da poco: “Mi dispiace moltissimo che non ci sia oggi, è la persona che ha voluto più di tutti che io prendessi questo incarico, forse anche più di me. Lui sognava questo giorno“. Poi una chiosa sulla precedente gestione di Davide Mazzanti: “Ho sempre pensato che molti commenti su di lui fossero ingiusti; è un grande allenatore e una bravissima persona. Ha dovuto gestire una situazione complicata, e poi semplicemente a volte i cicli finiscono, e non è colpa di nessuno. Ma questo non cancella quello che ha fatto“.
L’affondo arriva sui temi caldi, quelli relativi alla gestione del gruppo: “Io ascolto tutti e continuerò a farlo, ma credo che nella gestione della nazionale ci debbano essere idee molto chiare. La prima è la stessa del 1989: i giocatori devono dare la disponibilità incondizionata alla maglia azzurra, questo per me è un punto cardine. Tutti siamo importanti, ma nessuno è imprescindibile. È fondamentale che in nazionale ci siano i migliori giocatori, ma solo se la disponibilità totale: terrò conto di tutte le esigenze, poi però deciderò io. Questo include anche il rapporto con i club: durante la stagione io non telefono neanche alle giocatrici, ma quando è in nazionale l’atleta deve concentrarsi sulla nazionale al 100%“.
Velasco motiva poi la scelta di Barbolini come vice: “Per me il secondo allenatore della nazionale dev’essere un allenatore di Serie A1. Nel 1989 proprio per questo non portai con me Barbolini, che era il mio vice nel club, ma scelsi Frigoni. E sempre per questo oggi ho scelto Massimo e Lorenzo Bernardi, al quale chiederò soprattutto di occuparsi delle giocatrici che non saranno con noi in VNL, pensando al dopo Parigi“. Dello staff faranno parte anche i fisioterapisti Francesco Bettalico e Maira Di Vagno, il preparatore atletico Pietro Muneratti e lo scoutman Massimiliano Taglioli, e il CT aggiunge: “Vorrei anche un medico donna, se possibile, perché ci siano figure femminili in grado di rapportarsi meglio con le giocatrici“.
Anche i punti cardine del programma della stagione 2024 sono già fissati: “A mano a mano che le giocatrici vengono eliminate dai Play Off avranno una settimana di riposo e poi cominceranno ad allenarsi con noi. Abbiamo solo il grosso problema della finale di Champions League il 4 maggio, non sapendo quali squadre la giocheranno“. La VNL, spiega Velasco, “va onorata con la prima squadra, a prescindere dalla qualificazione, perché è l’unica possibilità che abbiamo di giocare partite che contano, e serve alle giocatrici per sviluppare la loro capacità di adattamento“. Una scelta contraria, quindi, alla linea seguita dal predecessore.
Alla domanda sul dualismo tra Paola Egonu ed Ekaterina Antropova, Velasco risponde cancellando sostanzialmente l’ipotesi di schierarle insieme in campo: “Sono un nemico giurato dei luoghi comuni, compreso quello di copiare l’ultimo che ha vinto (riferimento alla Turchia di Santarelli, n.d.r.). E poi non ricordo partite che l’Italia abbia perso per l’attacco, semmai per la ricezione, quindi la mia preoccupazione è più che altro trovare più giocatrici che ricevano bene. Secondo me avere due opposte come Egonu e Antropova è la cosa migliore: il problema per un allenatore è quando ha giocatori scarsi, non quando ce li ha forti… Poi magari cambierò idea“.
Sulle potenzialità dell’Italia in campo internazionale, del resto, Velasco non ha dubbi: “Io direi che sono molto più che potenzialità, abbiamo vinto un Europeo e una VNL e conquistato un terzo posto mondiale. E ancora si parla di questa nazionale come se non avesse vinto niente. Basta pensare all’esempio del calcio: quando nessuno ci credeva abbiamo vinto gli Europei 2021, e poi subito abbiamo pensato di poter andare a vincere i Mondiali… fa parte del folklore nazionale, o siamo i più forti di tutti o siamo i più scarsi“. C’è un solo argomento su cui il CT rifiuta di esprimersi: le elezioni nella sua Argentina, concluse con la vittoria del populista Javier Milei. “È una giornata felice, non mi fate rispondere a questa domanda…“.
Il presidente federale Giuseppe Manfredi, dal canto suo, dà il bentornato a Velasco con un messaggio di unità: “Per me è sempre stata la prima scelta, al di là del valore tecnico, per quello umano, per il carisma e per tutto quello che ha dato e darà alle nazionali. Le nostre nazionali sono un patrimonio di tutto il movimento, delle società, dello sport italiano e dell’Italia: dobbiamo essere tutti uniti e compatti intorno a loro in un momento in cui ci apprestiamo a sfide importanti. Da oggi si volta pagina, cominciamo un nuovo corso e siamo qui per supportare le azzurre“. Un chiaro tentativo di stoppare le polemiche: sfida forse più ardua di quella che attende lo stesso CT…
di Eugenio Peralta