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Nicolò Katalan, muro da record: “Ma la vittoria conta più del primato”

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Bastano poche righe, qualche parola all’interno di una delle molteplici interviste rilasciate negli scorsi giorni da Nicolò Katalan, capitano della Tinet Prata di Pordenone, per rendersi conto che davanti a noi finalmente ci ritroviamo qualcosa di non ordinario. Abbiamo imparato a conoscerlo per il fatto che, a 14 anni da Francesco Fortunato, Nicolò ha polverizzato il record dei muri punto in Serie A, portando l’asticella a quota 14. Notizie che fanno sempre il giro dell’ambiente e del web, ma che ci hanno forse dato la possibilità di conoscere un volto non tanto nuovo, ma anticonvenzionale del volley:

E pensare che non mi sembravano così tanti muri. Ho realizzato domenica, se non lunedì mattina, che quel numero mi avrebbe fatto entrare in questa classifica“.

Da lì sono stati giorni in cui in A2 si è parlato solo di lei.

Il principale sentimento è stato certamente quello del piacere, misto alla soddisfazione per il fatto che quei 14 muri abbiano contribuito a portare i tre punti a Prata, cosa ben più importante rispetto al fatto che io sia entrato nei record dei muratori della Serie A. Ho sottolineato e lo faccio anche in questa occasione, che ciò che rimane è la vittoria di una squadra che sta giocando una buona pallavolo“.

Nicolò Katalan Tinet Prata di Pordenone
Foto Lega Pallavolo Serie A

Però lo ammetta, Katalan, avere un record italiano fa un po’ venire l’ansia da prestazione, o semplicemente la voglia di controllare che qualcuno non faccia meglio…

C’è una sfumatura di significato. Sinceramente non controllerò che qualcuno non faccia meglio, ma cercherò di migliorarmi io. Le sfide nel volley le ho sempre vissute con me stesso, non contro qualcuno. Prima o poi vorrei fare di più, e magari ci riuscirò pure. Intanto pensiamo alla prossima gara e ancor di più ai traguardi della squadra“.

Katalan è capitano di una Prata che risulta essere la principale avversaria dell’imbattibile Grottazzolina.

Io ho giocato in serie B a Trieste, poi ho girato un po’ di squadre, e Prata è diventata la mia casa negli ultimi anni. È una società buonissima, che ha fatto un percorso di crescita. Mi piace dire che io sono cresciuto dentro Prata e che Prata è cresciuta attorno a me. Il percorso è stato costante, senza mai voler fare il passo più lungo della gamba. C’è stato lo step dalla A3, e l’ingresso in A2 con la disputa dei playoff. Andiamo avanti con la consapevolezza del lavoro che si sta facendo, e col fatto che nel nostro CDA siedono molti imprenditori della zona, che hanno fatto degli sforzi economici per sostenerci. A loro e al pubblico dobbiamo il rispetto di dare il massimo“.

Ad una ipotetica sfida Prata-Lube, fantasticando, ci ha mai pensato?

“(ride, n.d.r.) In questo momento ci penso assieme a lei. Però posso dire, perché chiudere le porte e porci limiti al fatto di poter pensare di giocare una Superlega?“.

Nicolò Katalan Tinet Prata Conad Reggio Emilia
Foto Lega Pallavolo Serie A

In panchina siedono due che la Superlega l’hanno giocata. Il duo Boninfante-Papi.

Gli allenatori migliori che io abbia trovato. Dall’impostazione dell’allenamento, alla gestione della squadra e del singolo. L’essere stati fenomenali come giocatori ha contribuito certamente a portare molto di quel vissuto nella loro nuova professione“.

Nelle interviste fatte in precedenza, ho notato che ha sempre una buona citazione su molti argomenti. Mi ha ricordato il primo Luca Vettori.

Beh, mi fa piacere, perché è stato un ottimo giocatore. Sono un ragazzo ordinario. Mi alleno molto e la pallavolo occupa lo spazio più importante nella mia vita. Per il resto studio statistica, leggo molto ma non quanto vorrei, e ascolto buona musica“.

Papà è socio di un negozio di dischi. Lei cita spesso Dalla e Guccini. Non pensa che a un certo momento della vita, la pallavolo le sarà stretta?

No, è un mondo che mi appassiona moltissimo, e apprezzo davvero la professione che faccio“.

Non ha voglia di essere altro?

No, voglio essere ciò che sto facendo e ciò che spero farò sempre meglio“.

di Roberto Zucca

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