E niente, anche quest’anno l’incubo si è materializzato quando ormai si stava sognando ad occhi aperti. Nessuna medaglia in VNL per la nazionale maschile di Fefè De Giorgi, battuta 3-2 nella finale per il 3° posto dal Giappone.
Prestazione a due facce quella degli azzurri, ma anche quella meno peggio non ci ha salvati ugualmente. Irriconoscibili, spaesati, arrendevoli nel primo set, incapaci di mantenere tre punti di vantaggio nel finale del secondo. Poi, grazie anche al Giappone, più falloso, alle giocate individuali di Giannelli e soprattutto ai muri punto (13 alla fine), siamo riusciti a riacciuffare una gara che ci stava infliggendo un’altra durissima lezione dopo quella patita in semifinale contro gli Stati Uniti. Tutto lavoro inutile, perché nel tiebreak il match ha riproposto lo stesso copione di inizio gara: Giappone letale dai nove metri con Miyaura (suoi 7 di 9 ace di squadra) e in attacco con un monumentale Ishikawa e la frittata è fatta.
Davvero poca, pochissima roba gli azzurri. L’unico a tenere in piedi la baracca è Giannelli, che ne mette 8 con 2 ace e ne manda in doppia cifra quattro, ma considerando i cinque set giocati alla fine i 16 di Michieletto con il 29.17%, i 15 di Romanò con il 28.57%, i 14 di Lavia con il 22.58% e gli 11 di Russo con il 33.33% sono anche poca cosa. Aggiungiamo anche 18 errori in battuta e 32 totali e non c’è molto altro da aggiungere.
Sestetti – De Giorgi ripropone lo stesso starting-six schierato in semifinale contro gli Usa: diagonale principale Giannelli-Romanò, Michieletto e Lavia le bande, Russo e Galassi i centrali e Balaso libero. Il Giappone è costretto a rinunciare ancora a Nishida, fermato nel riscaldamento di ieri per un problema alla schiena. Il ct Blain si affida così a Sekita opposto a Miyaura, Ishikawa e Takahashi in posto 4, Yamauchi e Onodera al centro, Yamamoto libero.
1° SET – Un errore di piede di Michieletto da seconda linea e un’invasione di Russo regalano il primo break al Giappone (5-3), che poi va sul +3 con un mani-out di Ishikawa che costringe De Giorgi a chiamare subito time-out. I nipponici si confermano squadra solidissima in ricezione e difesa, al contrario degli azzurri che faticano terribilmente in queste prime battute a mettere palla in testa a Giannelli. In più, quando riusciamo a trovare un attacco “pulito”, i nostri bracci armati sparano a salve (Romanò, Lavia, Michieletto). L’ace di Miyaura ci fa sprofondare a -5 (12-7), altro time-out della nostra panchina. De Giorgi continua a predicare calma ai suoi, ma subiamo il secondo ace consecutivo, e sulla battuta successiva commettiamo anche fallo in palleggio con Romanò che permette al Giappone di doppiarci (14-7).
L’unica cosa che riesce un po’ meglio all’Italia, e sottolineiamo un po’, è il muro di contenimento, ma mentalmente non siamo ancora scesi in campo. Ricuciamo parzialmente lo svantaggio con Michieletto che mette a terra il primo ace degli azzurri, e Romanò che finalmente segna in diagonale (16-13). Un muro del nostro opposto ci rimette in scia (17-15), ma il Giappone sfrutta una lunga serie in battuta di Ishikawa e gli attacchi dei suoi potenti centrali per riconquistare un margine di sicurezza (20-15). In più, come già detto, nella loro metà campo tirano su di tutto, anche di piede. Così diventa davvero dura, e infatti perdiamo “meritatamente” il primo set per 25-18, ancora con un doppio ace finale di Miyaura.
2° SET – De Giorgi è scuro in volto come non mai, si morde nervosamente le labbra e ne ha ben donde: i suoi ragazzi così molli e arrendevoli non li avrebbe immaginati neanche nei suoi peggiori incubi. Qualunque cosa abbia detto loro prima di riprendere a giocare, però, risulta funzionare, perché andiamo avanti 6-2 e questa volta a chiamare il tempo è Blain. Certo, per segnare un punto dobbiamo attaccare quasi sempre due o tre palloni nella stessa azione, ma almeno ora muoviamo il punteggio a nostro favore (10-6). Tra le noti dolenti, gli errori dai nove metri rappresentano quella che ci condiziona maggiormente, e per il Giappone riprenderci è solo una questione di tempo (11-11).
Giannelli si mette in proprio e piazza due colpi di seconda di solita bellezza ed efficacia che ci consentono di tenere il naso davanti (15-13), ma in attacco continuiamo a balbettare e si ritorna in parità ai 18. Ci danno una mano i giapponesi con due errori non da loro, poi stampiamo un altro muro con Lavia su Ishikawa (il settimo per noi fin qui contro nessuno messo a segno dal Giappone) e conquistiamo un +3 (21-18) di capitale importanza. Un vantaggio che non riusciamo a incrementare, e neanche a difendere come dovremmo. Altra parità ai 23 e De Giorgi ferma il gioco per studiare la volata. Romanò spara out e regala il set point al Giappone, poi Michieletto viene contenuto a muro e Ishikawa ci dà la mazzata finale (23-25).
3° SET – Sotto 2-0 e spalle al muro ora bisogna tirare fuori carattere e attributi. Un ace di Giannelli all’incrocio delle righe ci manda avanti 7-4, lo imita anche Michieletto (un ace e mezzo valgono il 10-5). Sono i segnali che vogliamo vedere, che devono dare la scossa agli azzurri, sin qui davvero irriconoscibili, più ancora forse che nella semifinale contro gli Stati Uniti. Altro murone di Russo, e finalmente si vedono quelle facce da campioni sui volti dell’Italia.
Time out di Blain sul 15-8 per noi. Finalmente troviamo continuità in attacco, anche al centro. Galassi va a segno prima in primo tempo e poi al servizio e allarghiamo la forbice (17-9). Passa anche Russo con altri due punti in fila e in fotocopia, vediamo il traguardo con un errore di Takahashi al servizio (23-17). Un altro errore in attacco dei giapponesi ci porta al set point, vediamo la luce con l’ennesima magata a due mani di Giannelli che bacia terra al centro del campo avversario (25-17).
4° SET – Dopo due set spesi a infondere tranquillità e fiducia ai suoi, ora De Giorgi intravede finalmente dei segnali di reazione, ma a inizio del terzo set si rivedono subito i fantasmi, colpa dell’ennesimo ace, il sesto sin qui per lui, di un micidiale Miyaura (1-3). A toglierlo dalla linea dei nove metri ci pensa Michieletto con una diagonale a tutto braccio, poi la specialità della nostra casa, il muro, ci permette di impattare subito ai 3. Dalla nostra parte le cose girano come devono, dall’altra i giapponesi iniziano ad essere più fallosi, e allunghiamo ancora. E ancora con una giocata da fenomeno assoluto di Giannelli (13-7).
Non siamo ancora vicini al nostro massimo, neanche lontanamente, ma questa volta teniamo, e anche con il servizio (ace di Michieletto) riusciamo a comandare il gioco (20-11). Ci mette sostanza anche Romanò, che raggiunge la doppia cifra seppur tra continui alti e bassi. Chiudiamo il conto con un muro di Galassi (e siamo a 12 di squadra) e un errore in battuta del Giappone (altro 25-17).
5° SET – Bene, l’abbiamo riacciuffata, e dopo i primi due set, francamente, non era facile prevederlo. Ora il tie-break metterà al collo di qualcuno la medaglia di bronzo di questa VNL 2023. Il Giappone inizia con Miyaura al servizio, e il giapponese stampa un altro ace (il settimo) sulla linea. Galassi fa 1-1 ma poi sbaglia in battuta (errore numero 15 per noi al servizio). Altro pareggio con un altro primo tempo al centro, questa volta a firma Russo. Dopo due set in bambola, il Giappone ora torna a picchiare forte con Ishikawa e trova anche il primo muro-punto della sua partita. Anzi due in fila, e siamo sotto 3-6.
Ishikawa continua a farci sanguinare, e in attacco ora non passiamo più (il muro di Yamauchi su Romanò vale il 4-9). Botta tremenda di Ishikawa in battuta, Takahashi in tap-in fa 4-10. Ora è durissima, se non impossibile. Il muro di Galassi vale il -4 (7-11), ma il mani-out di Miyaura inizia a scrivere i titoli di coda. Galassi batte in rete (8-13), Giannelli mette a referto il suo ottavo punto del match (9-13), ma ormai è andata. Il punto della vittoria che vale al Giappone la sua prima storica medaglia in VNL lo piazza ancora l’uomo simbolo, Yuki Ishikawa (9-15).
Ci avevamo creduto, alla fine del quarto set, ma anche quest’anno paghiamo nella maniera più amara due passaggi a vuoto nei due match più importanti. Un vero peccato, un totale black-out mentale e di rendimento sul quale bisognerà riflettere e porre rimedio.
Italia-Giappone 2-3 (18-25, 23-25, 25-17, 25-17, 9-15)
Italia: Michieletto 17, Giannelli 7, Galassi 10, Lavia 14, Romanò 15, Russo 12, Balaso (L). Rinaldi. Ne: Gironi, Scanferla (L), Sbertoli. Bottolo, Sanguinetti, Mosca. All. De Giorgi.
Giappone: Onodera 4, Miyaura 21, Yamauchi 9, Sekita, Takahashi 12, Ishikawa 20, Yamamoto (L). Otsuka 1, Nishiyama, Eiro, Tomita, Kentaro. Ne: Ogawa (L), Evbade-Dan. All. Blain
Arbitri: Mokry (SVK), Macias (MEX)
Durata set: 23’, 27’, 26’, 22’, 12’
Italia: a 7 bs 18 mv 14 et 32
Giappone: a 9 bs 13 mv 4 et 25
Di Giuliano Bindoni