Il nome di Avery Skinner era sui taccuini dei direttori sportivi delle squadre di tutta Europa già da qualche anno, e la sua esplosione era probabilmente solo questione di tempo. Ma, anche quando i giovani talenti sembrano destinati a una carriera luminosa, poi quelle promesse vanno sempre mantenute, e non sempre è facile o scontato che vada davvero così. Quando poi succede, allora, è una gioia per tutti gli appassionati, per gli amanti della bellezza, in fondo.
Perché la stagione 2022-2023 ci ha regalato la fioritura, in tutta la sua stordente meraviglia della talentuosa schiacciatrice statunitense. Skinner, classe 1999, aveva già impressionato nel campionato NCAA. Ma quest’anno, con la maglia del Béziers in Francia, è decisamente salita di livello al punto da guadagnarsi la chiamata della nazionale statunitense e della Reale Mutua Fenera Chieri.
Avery, per cominciare raccontaci qualcosa di te.
“Sono originaria di Katy (Texas), dove ho passato la maggior parte della mia vita. Faccio parte di una famiglia numerosa, formata da me, dai miei genitori e dai miei cinque fratelli più piccoli. Dopo aver giocato in NCAA per la Kentucky University, sono andata a Béziers per la mia prima stagione da professionista. Quando non sono impegnata con la pallavolo, mi piace andare a prendere un caffè al bar, viaggiare, stare in compagnia di amici e familiari, e tenermi in forma facendo attività fisica“.
Quando hai scoperto il tuo talento per la pallavolo? Sei sempre stata una schiacciatrice?
“Ho iniziato a giocare a pallavolo quando avevo 8 anni. È stato un vero e proprio colpo di fulmine e da allora non ho mai smesso di praticare questo sport. Nella mia carriera non sono sempre stata una schiacciatrice: infatti, fino a 17 anni venivo schierata come centrale. Mi piaceva quel ruolo, ma poi ho scoperto che giocare in banda è molto più bello“.
Come ti descriveresti come giocatrice? C’è qualcuno che ammiri o a cui pensi di assomigliare come stile di gioco?
“Sono una giocatrice che dà un contributo costante alla propria squadra restando sempre calma e composta. Ammiro molto Micha Hancock perché la sua presenza in campo trasmette sicurezza e serenità. Invece, penso di non aver mai visto qualcuno esattamente uguale a me. Certamente mi è capitato di prendere spunto da altre giocatrici per determinati aspetti del gioco, ma allo stesso tempo cerco sempre di restare il più fedele possibile a me stessa“.
Com’è stato il tuo percorso in NCAA? Quali sono i ricordi più belli?
“La mia carriera in NCAA ha avuto alti e bassi, ma in generale sono contenta di aver sempre combattuto per superare gli ostacoli che trovavo lungo il cammino, e alla fine sono riuscita a vincere il titolo nazionale e a conquistare un posto nel team All-American. Questi sono i premi più importanti che si possono raggiungere in una carriera sportiva a livello universitario, perciò penso che il mio percorso sia stato molto positivo. Tra i ricordi più belli della mia esperienza al college sicuramente ci sono i viaggi che ho fatto insieme alle mie compagne di squadra, i duri allenamenti e soprattutto il momento dei festeggiamenti in mezzo al campo dopo aver vinto il campionato nazionale“.
La stagione a Béziers è stata fondamentale per la tua crescita professionale. In quali aspetti ti ha plasmato maggiormente?
“Penso che Béziers sia stata un’ottima destinazione per trascorrere la mia prima stagione da professionista. Durante questa esperienza ho capito com’è la pallavolo internazionale, sono diventata più indipendente sia come persona sia come giocatrice e sono cresciuta in modo esponenziale. Senza dubbio le lezioni che ho imparato in Francia mi serviranno per la prossima stagione“.
Come hai trovato il passaggio dalla NCAA alla pallavolo europea?
“Ad essere sincera la transizione è andata meglio di quanto pensassi. Certamente ci sono stati momenti difficili e ho dovuto capire alcune sfumature relative al giocare all’estero, ma alla fine le persone che ho trovato a Béziers hanno reso tutto più semplice. Probabilmente la difficoltà più grande è stata quella di capire come una professionista si assume la piena responsabilità nella gestione del suo corpo e del suo gioco. Al college non mi capitava di prendere decisioni in tal senso, quindi ho dovuto imparare a capire cosa fosse meglio per me in modo da poter essere la miglior versione di me stessa“.
Il prossimo step della tua carriera sarà con la Reale Mutua Fenera Chieri. Come mai hai scelto l’Italia e in particolare questo club?
“Il motivo principale per cui volevo venire in Italia era quello di giocare in uno dei migliori campionati in assoluto e affrontare le giocatrici più forti al mondo. Nutro tanto rispetto per la quantità di talento che c’è in questa lega e sono davvero felice di avere la possibilità di crescere e imparare al fianco di grandi campionesse. Ho scelto di firmare proprio con Chieri perché ero in sintonia con gli obiettivi e la cultura di squadra. Inoltre, il club ha raggiunto traguardi importanti recentemente e lo staff è scrupoloso e qualificato. Perciò, non vedo l’ora di far parte del percorso verso l’eccellenza intrapreso da questa società“.
Quali sono le aspettative per la tua nuova avventura a Chieri?
“In questa stagione il mio obiettivo personale è di continuare a crescere in ogni aspetto del gioco. So che dovrò affrontare tante nuove prove ma cercherò di sfruttare queste esperienze per adattarmi e migliorare. Voglio competere ad alto livello e aiutare la squadra in qualsiasi modo affinché possa raggiungere grandi traguardi“.
Grazie a un ottimo rendimento nell’ultima stagione ti sei guadagnata un posto nel Team USA. Cosa significa per te? Come sta andando la tua estate in nazionale?
“Avere l’opportunità di rappresentare il mio paese praticando lo sport che amo è davvero molto significativo per me, anche perché con tutto il talento e le giocatrici forti che abbiamo è estremamente difficile guadagnarsi un posto in nazionale. Ogni giorno vado in palestra, vengo messa alla prova e affronto nuove sfide: è il modo migliore per crescere come persona e come giocatrice“.
Sei stata una delle protagoniste del quarto posto degli USA alla VNL. Che esperienza è stata?
“La VNL è un torneo lungo e complicato: nessuna partita può essere sottovalutata perché si gioca contro le migliori giocatrici e nazionali al mondo. Per me è stata un’esperienza molto positiva, che sicuramente ha contribuito alla mia crescita. So di essere giovane e di dover imparare ancora tanto, ma allo stesso tempo mi sono tolta grandi soddisfazioni e sono contenta di quello che sono riuscita a fare: sia quando vengo schierata nello starting six sia quando parto dalla panchina, cerco sempre di aiutare la squadra“.
Quali sono i tuoi sogni per il futuro sia a livello personale sia a livello sportivo?
“Il mio obiettivo è di continuare a lavorare per essere la miglior versione possibile di me stessa: ogni giorno vorrei migliorare anche solo dell’1% e vedere dove questo mi può portare. È un discorso che non riguarda soltanto il mio percorso da pallavolista, ma anche quello da persona, da amica e da logopedista (il mio corso di laurea al college è stato Logopedia)“.
di Alessandro Garotta