È una VNL partita alla grande per i nostri portacolori, che in terra brasiliana, in quel Maracanazinho che ha visto nascere l’epopea d Velasco e della Generazione di Fenomeni, trova un poker di vittorie che oltre a portarla in vetta alla classifica la blindano ancora di più in ottica Olimpica, dove conterà il ranking per qualificarsi.
Ma prima di analizzare il primo turno, facciamo un passo indietro e ricordiamo che Polonia, Usa, Giappone, Brasile, Francia, Canada e Germania sono già qualificate per l’appuntamento di Parigi 2024. Questo vuol dire che queste squadre possono permettersi di interpretare la VNL con la massima serenità, programmando al meglio l’alternanza di lavoro fisico al lavoro in palestra senza preoccuparsi dei risultati sul campo, per arrivare al top della condizione proprio in concomitanza con i Giochi Olimpici, evento chiave della stagione.
Ne è una lampante dimostrazione il cammino degli USA, che stanno affrontando la competizione con un gruppo giovane e di prospettiva, permettendo ai suoi big di allenarsi in tranquillità a casa senza sobbarcarsi le lunghe trasferte che comportano stanchezza e poco tempo per allenarsi.
Discorso diverso per Polonia e Francia, che nella vicina trasferta di Antalya portano anche i big, ma li alternano con le seconde linee riuscendo cosi a mostrarsi competitivi senza dover spremere giocatori già usurati dalla lunga stagione di club.
Buon impatto in VNL per il Giappone e il Canada, nazioni che nell’ultimo anno, con i nuovi allenatori (rispettivamente Blain e Sammelvuo) hanno fatto un notevole progresso dimostrando una crescita importante del gruppo spinti anche da alcuni atleti protagonisti della nostra Superlega come Maar, Loeppky, Ishikawa e Takahashi. Forse per sognare la vittoria mancano ancora di qualcosa, ma sia in VNL che a Parigi potranno lottare per una medaglia e saranno avversario scomodo per chiunque.
Il Brasile al momento appare invece come la grande decaduta, esce male dal girone casalingo e mostra un Leal sempre in difficoltà e svogliato nei fondamentali di seconda linea. Se Cachopa rappresenta la continuità con i grandi palleggiatori brasiliani (Marcelo, Ricardinho, Bruno) non convincono del tutto i due opposti Darlan e Alan, e anche Thales in seconda linea.
Fra le non qualificate brillano i nostri azzurri che, come detto, blindano il pass olimpico con 4 match perentori nei quali De Giorgi parte con il sestetto titolare per poi dare spazio ad una banda di giovani (Porro e Bovolenta) ancora sconosciuti agli occhi di molti, ma in realtà già belle realtà della nostra pallavolo.
Molto bene anche la Slovenia di Urnaut e Cebulj che spinge sull’acceleratore nel tentativo di regalare al proprio paese la prima storica qualificazione ai Giochi Olimpici e con 4 vittorie ha un bottino importante di punti in chiave ranking. E la vittoria sui Paesi Bassi per 3-2 potrebbe essere il match della vita giocato contro la più diretta concorrente.
Anche Cuba parte forte giocandosi al meglio le chance per il Grande sogno e con tre vittorie comincia a vedere il traguardo avvicinarsi. La formazione caraibica ha in Yant e Simon i giocatori di maggior talento, ma è tutta la squadra a spingere per una qualificazione che manca da troppo tempo. Serve forse un palleggiatore di livello internazionale, ma in quanto a talento e fisicità la squadra abbonda.
Fatica tanto l’Argentina che però ha ancora un discreto margine di punti sulla Serbia; il tiebreak perso con il Brasile non lascia sonni tranquilli a De Cecco e compagni ma i biancocelesti sono la solita squadra rognosa che non molla mai e che quando gioca per la propria nazionale riesce sempre a dare il 110%.
Grande delusa del weekend è sicuramente la Serbia, prima delle esclusa per ranking a solo 12 punti da Cuba, ma la sensazione al momento è che la squadra balcanica sia indietro rispetto alle altre pretendenti.
Ne è riprova il secco 3 a 0 subito da Podrascanin e compagni contro la Germania, una sconfitta che potrebbe pesare molto nelle speranze olimpiche del gruppo dove la mancanza di una seconda banda di peso si è fatta sentire enormemente.
Di Paolo Cozzi