foto Instagram @totorossini

L’ingegner Rossini si racconta: “Felice di non aver chiuso la carriera due anni fa”

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Nella sua nuova vita professionale, oltre i palloni che riceve e difende ancora con enorme maestria, Salvatore Rossini ha inserito anche la consulenza strategica. Ingegnere per un’azienda di Modena, libero della Evolution Green Aversa, Totò si destreggia tra Emilia e Campania dando ancora molto di sé ad uno sport in cui ha primeggiato per molti anni.

“Ho pensato due stagioni fa di interrompere la carriera perché dalla Federico II di Napoli mi è arrivato un assegno di ricerca per la facoltà di Ingegneria che reputo tra le più prestigiose dell’Ateneo. Il Presidente Di Meo, che conoscevo dai tempi della Icom Latina, mi aveva strappato tempo fa la promessa che avrei chiuso la carriera assieme a lui, così non ho saputo dire di no. A distanza di due anni sono felice di non aver interrotto con la pallavolo, anche perché con l’azienda per la quale lavoro a Modena, sono riuscito ad ottenere un accordo per il lavoro da remoto”.

Ad Aversa la presenza di Rossini viene considerata una sorta di regalo.

“Io sono molto felice di essere percepito così dai tifosi e dalla società in tal caso. Questo sport lo faccio perché mi diverto ancora e mi creda, lo spirito è quello di quando avevo diciotto anni e giocavo in D a Latina”.

Le manca giocare la pallavolo di vertice?

“Beh, quando vedo la Superlega in tv, il desiderio di rigiocare certe partite è fortissimo. Non posso ad esempio non ammettere che due domeniche fa alla finale di Supercoppa volevo esserci. Quando ti trovi di fronte alcune sfide lo spirito battagliero è fortissimo. Ma è lo stesso che poi porto in serie A2”.

foto Lega Volley

Tutti la ricordiamo a Modena. L’anno del triplete resta il più importante?

“Certamente sono esperienze che segnano il proprio percorso. Il livello di competizione è davvero stimolante e giocare certe gare con alcuni compagni dell’epoca resta un ricordo indelebile”.

Con Ngapeth e Bruninho vi siete ritrovati al matrimonio di Earvin. La malinconia di quella Modena esiste?

“Esiste la mancanza di quel gruppo, di due cari amici che fa sempre un enorme piacere rivedere. Ciò che ha permesso a Modena di vincere in quell’anno è un ciclone di emozioni e legami che è rimasto anche fuori dal campo da gioco. L’essere famiglia assieme a Lorenzetti, alla Presidente Pedrini e ai ragazzi è stata una cosa molto molto profonda, tanto che siamo riusciti a vincere e andare contro tutto e tutti. Mi creda, se oggi quelle persone mi chiedessero di andare in capo al mondo perché hanno bisogno di me io ci andrei”.

Pensavo che ritornerebbe a giocarci assieme per un ultimo anno.

“Il Presidente Di Meo mi dice sempre di proporre ad Earvin di venire ad Aversa (ride n.d.r.). Con noi starebbe benissimo e non vorrebbe più andare via”.

Cosa farà con Aversa in questa stagione?

“Vogliamo entrare nei playoff. C’è sicuramente un gruppetto di squadre, parlo di Siena, Brescia, Catania, Cuneo e Ravenna che saranno molto difficili da battere perché hanno costituito degli organici davvero interessanti e competitivi. Ma noi possiamo inserirci all’interno di questa mischia. Scherzando dico che potremo essere la Monza dello scorso anno. Dobbiamo solo essere consapevoli della nostra forza”.

Si è creato un bel legame con Matheus Motzo. Forse rivede in lui alcuni compagni talentuosi del passato?

“Si è creato da subito un bel legame. È un giocatore che fa impazzire il pubblico, ha molte potenzialità e credo che la velocità che raggiungono alcuni suoi palloni, alcuni suoi servizi, siano una rarità per il campionato di A2. A Civitanova ha fatto una bella esperienza e sono certo che possa portare molto entusiasmo e tanta energia al palazzetto la domenica”.

Contro Catania o Brescia, per dirne due, immagino non vedo l’ora di giocare, conoscendola.

“Sono le sfide che amo di più! Non vedo davvero l’ora”.

foto Virtus Aversa

Di Roberto Zucca

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