A commentare ai nostri microfoni a fine gara la vittoria in semifinale di Coppa Italia della Lube è un raggiante Santiago Orduna. Uno che a definirlo palleggiatore di riserva si rischia l’incarcerazione immediata senza passare neanche dal processo.
“Due partite degne di una Final Four di Coppa Italia. Credo che oggi abbiamo avuto un po’ di alti e bassi, ma nei momenti in cui eravamo un po’ più in difficolta, dove pensavamo che forse la partita stava andando via, la squadra è venuta fuori con delle difese pazzesche, specialmente di Balaso, tante toccate a muro e la serie di ace di Poriya alla fine che ci hanno portato a questo risultato finale. Siamo molto contenti e speriamo domenica di finire l’opera”.
Ma questo per Lube non doveva essere un anno di transizione/ricostruzione? “Si, forse qualcuno lo ha pensato a inizio stagione, ma gli elementi in squadra sono di altissimo livello. Chiaramente è una squadra giovane che deve ancora crescere, giovane vale anche per me – ride – però credo che le condizioni per fare bene ci sono. Lo stiamo dimostrando in campionato e lo abbiamo dimostrando conquistando anche questa finale battendo Trento che è una delle due migliori squadre della Superlega. Quindi cavalchiamo l’onda”.
Un’onda che Orduna ha dimostrato anche oggi di saper surfare come pochi quando chiamato in causa: “Io ero molto consapevole di quello che venivo a fare qua. Dopo una stagione molto molto tosta come quella dell’anno scorso avevo bisogno di riscatto, di far vedere il contributo che posso dare a una squadra. Sono qui per dare quella cosa in più nei momenti di difficoltà. È un gruppo che lavora molto, fa piacere stare con questi ragazzi e speriamo di continuare così e di migliorare ancora”.
Intervista di Giuliano Bindoni