Caneschi: “Io l’erede di Piano? Questa è una squadra in cui mi piace esserci”

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Non è solo il personaggio, quello che porta in campo con i capelli viola (o rosa, a seconda di quanto venga meno la tinta). Non è solo l’affabulatore che riesce ad essere, col suo gioco, la sua personalità, memore di quel compagno di squadra che è Matteo Piano, e sul quale lui si sta a mio parere plasmando, avverando il mio desiderio che tra i due avvenga un passaggio di ruolo e di testimone.

Edoardo Caneschi è una persona e un giocatore su cui ruota attorno davvero tanto in questa Powervolley e nonostante per questo simpatico aretino sia il primo anno in quel dell’Allianz Cloud, ha già espresso molto e si è già espresso spesse volte sul suo incarnare ciò che una squadra come Milano è o prova ad essere. 

Sono lontani gli anni del Club Italia, ma anche i più recenti di Piacenza, quelli della formazione e dell’affermazione. Ormai Edoardo è Superlega, è solidità e se vogliamo anche stolidità, in un quadro nel quale Powervolley rappresenta sempre lo spartiacque tra il già scritto e l’evento che potrebbe rimettere in discussione qualsiasi ambizione, anche se essa si chiama Trento o Perugia:

“Mi sento di affrontare i playoff in maniera assolutamente tranquilla. C’è una connessione con la squadra e anche con Piazza, lavoriamo senza pensare troppo a quanto l’asticella si dovrà alzare. Sarebbe un sogno per me arrivare più lontano rispetto a dove sono riuscito ad arrivare con Piacenza lo scorso anno. La volontà c’è tutta”.

Si comincia col dimenticare l’Europa.

“C’è il rammarico per ciò che non è arrivato in CEV. Siamo rientrati in palestra subito ed è naturale che duri qualche giorno l’effetto delusione”.

Si prosegue da un confronto con la Lube che ha tutto un sapore particolare.

“L’eliminazione dai quarti di Coppa Italia è la seconda delusione della stagione. Io sono uno che impara in fretta dalle sconfitte e si rifocalizza subito sugli obiettivi della squadra e della società. Nel caso della Lube non si tratta di non avere dato il massimo durante i quarti, ma il fatto che mancasse veramente poco per superare la gara. È un’avversaria che conosciamo molto bene”.

Si ha la sensazione che quest’anno niente sia stato ancora deciso. 

“Sono d’accordo. Io credo che non ci sia nessuno non in grado di essere bloccato. Poi formazioni come Perugia o Trento ai playoff sono delle bestie nere per tutti da anni, ma noi proveremo ad arrivare in fondo”.

L’ultima stagione di Piano. In spogliatoio si scherza sul fatto del finire nel migliore dei modi?

“Lei parla dello scudetto? Sarebbe bellissimo, non solo per Matteo. È il sogno mio e di tutti, ma certo, per lui sarebbe un modo gloriosissimo di chiudere la carriera. Conoscere e lavorare con Matteo è stata una bella fortuna. Quello che ha fatto alla Powervolley in tutti questi anni è encomiabile, perché ha contribuito a crescere una squadra e a plasmarla, dandole un’identità”.

Foto Powervolley Milano

Quando ha visto l’ultima di regular season, la maglia ritirata, il momento dei saluti, ha avuto un attimo di commozione?

“È stato tutto molto bello. Sono cose che non vivi spesso al giorno d’oggi e la società e la squadra volevano far sentire a Matteo l’affetto che tutta Powervolley prova per lui”.

Ho pensato, lo confesso, che lei istintivamente ne rappresenti l’erede naturale. Sotto tanti aspetti.

“Beh, per me è un grande complimento. Questa è una squadra nella quale mi piace molto esserci e lavorare. Roberto Piazza è uno che mi ha dato tanta fiducia, libertà di espressione e mi ha fatto capire quanto fosse importante poter dare il meglio di me stesso in questa Powervolley”.

Anche con i capelli viola?

“Dipende sempre tutto dal contesto. Per Roberto i colori dei capelli sono indipendenti da ciò che portiamo in campo. L’importante è esprimersi al meglio e dare il massimo. Il resto, se fatto in un contesto di educazione e rispetto, mi è sempre stato permesso”.

Foto Powervolley Milano

Da dove arriva questo Caneschi inaspettato. So che è molto riservato, tanto da essere sparito dai social.

“Stavo troppo al telefono. Ho fatto una scelta precisa, ossia di stare fuori da un certo ambiente, ma trovando tanto tempo per me perché rischiavo di perderlo a spollicciare con l’Iphone per ore. Per il resto, amo molto il Giappone, la sua cultura, i manga, i videogiochi e forse quell’estetica così viene proprio da lì. Non c’è nulla di architettato ad hoc o qualche scommessa persa (ride n.d.r.)”.

È vero che lei non teme nessuno quest’anno?

“No, sono onesto. Credo non ci sia nessuno che non possa essere affrontato. Questo è lo spirito con cui affronterò questa seconda parte di stagione”.

In estate si sente profumo di nazionale?

“Sono l’ultimo a sapere queste cose. Non ci penso ossessivamente. Ovvio che se arriva la chiamata, parteciperei davvero molto volentieri al collegiale azzurro. Per ora la testa si spinge solo alle prossime gare dei playoff. Il resto verrà da sé”.

Di Roberto Zucca

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