Di Redazione
La pallavolo deve rispondere a molte domande al momento, sul campionato, sulle coppe, sugli stipendi…
Il Corriere dell’Umbria ha provato a far rispondere il presidente della Sir Safety Conad.
“Sul campionato dico una cosa – spiega Gino Sirci -. Aspettiamo, aspettiamo di capire meglio l’evolversi dell’emergenza sanitaria. Se il quadro dovesse migliorare e, mettiamo a maggio ci sia la possibilità di tornare in palestra per gli allenamenti, con tutte le precauzioni del caso, io sono favorevole a continuare la stagione, anche perché i rinvii di Vnl e Olimpiadi permettono un calendario più lungo.
Mancano poche giornate al termine della regular season, poi in base ai piazzamenti si possono fare i play off, magari in formato ridotto. O con meno squadre, o con partite più snelle, ad esempio senza dover arrivare a gara 5. Quindi, ora tutti a casa, ma spettiamo a buttare via un’intera stagione. In questo momento mi sembra prematuro”.
E sulla questione stipendi? “Vediamo per gli ultimi tre mesi. Dipende se finisce così oppure se dovessimo terminare regular season e fare i play off, nel qual caso forse si può pensare al taglio di un solo mese. In ogni caso, però, non basterà”.
Cosa vuol dire? “Che per salvare la pallavolo italiana serviranno aiuti concreti da parte di Fipav, Coni o Stato. Altrimenti il prossimo campionato lo giocano cinque o sei squadre. Ora gli sponsor guardano alle loro aziende che sono in difficoltà e, se dovessero venire a mancare risorse del genere, se non interviene qualcuno, la vedo molto dura”.
Sul taglio agli stipendi i procuratori non sembrano d’accordo: “Ma no, è soltanto uno di loro, non credo tutta la categoria. In ogni caso, mi ripeto: non basta sforbiciare un mese, due o tre. Serve ben altro per dare un futuro al movimento”.
Se dovesse prolungarsi la stagione oltre metà maggio, come la mettiamo con i transfer internazionali? “Credo che, di fronte a una situazione del genere, un accordo lo si possa trovare”.
In Superlega molte squadre, la maggior parte, vogliono chiudere tutto qui: “È sbagliato, perché se c’è la possibilità di giocare più in là, ora bisogna solo aspettare. In questo momento è invece importante che le aziende del Paese, con tutte le misure di sicurezza necessarie, possano riaprire prima possibile. Andare oltre il 4-5 aprile porterebbe conseguenze disastrose per l’economia italiana”