Di Redazione
Fabio Balaso ha chiuso la seconda settimana di incontri con #campionidacasa, rispondendo alle numerose domande degli spettatori collegati alla diretta delle 18, sempre sulla pagina Instagram @asvolleylube. Il libero della Cucine Lube Civitanova, tra le tante curiosità raccontate, ha anche svelato qualche trucco tecnico per la ricezione, scopriamole insieme.
Buonasera Fabio, hai appena concluso l’allenamento a distanza col preparatore Merazzi, raccontaci come sta andando
“Da casa, facciamo la solita routine: addominali e esercizi per braccia e gambe per tenere il più possibile il tono muscolare”.
Partiamo subito con le domande dai tifosi: che emozione hai provato nel dover sostituire Grebennikov?
“Sicuramente una grandissima emozione. È stata dura però ho dato tutto me stesso e spero di aver fatto il possibile per sostituire Jenia che resta tuttora il più forte al mondo”.
La vittoria più bella con la Lube?
“La Champions League a Berlino, affiancata allo scudetto vinto a Perugia”.
Come sei diventato un pallavolista e ovviamente un libero così forte?
“Ho iniziato a 8 anni con la squadra del mio paese. Fino all’Under 16 facevo lo schiacciatore, poi per la statura sono passato al ruolo di libero”.
Come ti trovi a Civitanova?
“Mi sono trovato subito bene, mi hanno accolto benissimo sia la gente per strada che i tifosi. È un bel posto dove vivere anche per il mare che mi piace molto, sono felice di essere qui”.
Immaginavi mai di vincere così tanto?
“Sono contento di aver vinto così tanto in poco tempo, non mi aspettavo 4 successi consecutivi. Sono felice di far parte di questa squadra e società”.
Cosa si prova a ricevere battute come quelle di Leon o Simon? Quale avversario temi di più in battuta?
“Sono due battute sicuramente impegnative, le più temute quelle di Leon e Atanasijevic”.
Come hai vissuto l’esordio in biancorosso contro Padova?
“È stata una bella emozione, a Padova ho trascorso seri anni fantastici della mia carriera. Sono stato contento di rincontrare il pubblico di Padova”.
Consigli per la ricezione?
“Per la ricezione un consiglio è la rapidità di gambe, rimanere sempre compatti col piano di rimbalzo e concentrati sulla traiettoria della palla”.
Come vivi la quarantena?
“Per fortuna sono in compagnia della mia ragazza, la passiamo come tutti in casa. Facciamo pulizie, abbiamo un cagnolino da accudire, cuciniamo, guardiamo la tv”.
Il tuo rapporto con i tifosi?
“Fin dall’inizio mi sono trovato bene, dalla presentazione pre-campionato ho ricevuto tanti complimenti. C’è sempre tanto calore dai tifosi, sono molto legato a loro”.
Qual è il momento più difficile mentalmente durante la partita per un libero?
“Sicuramente nel finale del set, quando sei punto a punto. Rimanere concentrato sulle cose prestabilite, focalizzato sulla tattica di gioco studiata”.
In allenamento sei un fenomeno anche a schiacciare, è vero?
“Un fenomeno no, però ci provo (ride)”.
Sei uno dei pochi liberi che si prepara in ricezione stando sulle punte, come mai?
“È vero, l’ho notato anch’io. Mi viene naturale, cerco di essere sempre pronto per andare sulla palla anche quando arrivano fuori dal corpo”.
Il tuo starting six ideale?
“Bruno-Sokolov, Juantorena-Leon, Simon-Lisinac, Grebennikov”.
Com’è giocare in nazionale?
“È sempre una bellissima sensazione portare i colori dell’Italia sul petto. Sono onorato e contento di far parte di questo gruppo che si preparerà al meglio per le Olimpiadi posticipate al prossimo anno”.
Lo scherzo più divertente avvenuto in spogliatoio?
“Uno degli scherzi più frequenti è lanciarci l’acqua ghiacciata mentre siamo in doccia”.
Come ti trovi a ricevere tra Osmany e Leal?
“All’inizio è stato impegnativo, ci conoscevamo da poco tempo e dovevamo ancora prendere feeling tra di noi, allenandoci è andata sempre meglio”.
Cosa ti manca di Padova come città?
“Per prima cosa la famiglia, ma anche l’affetto dei tifosi che avevo a Padova che sono diventati grandi amici”.
Come superi mentalmente gli ace consecutivi subiti?
“Non è facile superarli, devi pensare alla palla dopo che è sempre la più importante.
Quanto ti manca il Palasport?
“Molto, stare a casa senza allenamento diventa sempre più duro. Ero sempre abituato a vedere i miei compagni anche due volte al giorno, mi mancano molto”.
(Fonte: comunicato stampa)