Di Redazione
In un mondo che cerca disperatamente di spettacolarizzare talenti, che spesso non hanno niente da dire e nemmeno da cantare, c’è pure chi di talento ne ha persino troppo. Partiamo da quello che più ci interessa… la sua straordinaria qualità di giocatore di volley. A soli 19 anni Daenan Gyimah, giocatore canadese di NCAA nelle fila della UCLA con i Bruins, era passato alla storia per alcuni test fuori dal comune.
Daenan che in facoltà tutti chiamano “Jay”, arriva da Scarborough, Ontario. Nelle scuole superiori giocava opposto ma all’università serve un centrale e gli chiedono di allenarsi sui blocchi. Jay parte in panchina, poi comincia a entrare dalla lista delle riserve e alla fine colleziona diciassette presenze da titolare su trentaquattro… Nella seconda stagione è titolare inamovibile: gioca tutte le gare nello starting team. Ed è qui che seguendo l’evoluzione tecnica e atletica del ragazzo che al suo allenatore viene in mente un’idea molto curiosa.
Essendosi reso conto che il ragazzo era straordinariamente forte da un punto di vista fisico, John Speraw convoca alcuni studenti della facoltà di fisica e allestisce un piccolo laboratorio in palestra. Sensori dinamici, telecamere… l’oggetto dell’esperimento è Daenan. Corsa, rincorsa e salto al centro. Corsa e rincorsa e salto dalla seconda linea… Jay, che è alto ma non è un colosso – 1.86 – realizza la sua miglior prestazione in salto al secondo allenamento quanto arriva a 3.73… tredici centimetri più dell’opposto titolare della squadra.
“Peccato non averti fatto cominciare subito da opposto” dice Speraw che da tempo sostiene che il ragazzo sia anche troppo dotato e che talenti del genere hanno bisogno di un approccio quasi scientifico, perché devono essere dosati e accompagnati.
Ma Jay ha un secondo talento e forse anche una seconda vita: a tredici anni, nella sua stanzetta di Scarborough, realizza il suo primo demo, un brano hip hop, che per puro caso arriva in qualche modo sulla scrivania del direttore di TheBeat, la più importante black radio station dell’Ontario. “Wow… – dice Jay Purcell – questo è un fenomeno…” e non immagina che il fenomeno abbia tredici anni, i brufoli e il fisico secco di quello che poi diventerà una block machine.
Il suo demo diventa un disco, la stazione radio gli chiede di collaborare a una compilation di artisti locali e a soli diciassette anni, prima ancora di firmare per UCLA, il suo primo album è già finito, pronto per essere distribuito in streaming. Quando le proposte per l’università cominciano ad arrivare Daenan, che nel frattempo i compagni di scuola cominciano a chiamare Jay, come il suo primo produttore, non ha dubbi: “Straight out to Compton…” dice citando lo splendido film di Gary Gray “Straight outta Compton”che raccontava la storia di Dr.Dre, Ice Cube e di EazyE, le stelle dell’hip hop che il ragazzo ama di più.
A Westwood, dove ha sede la UCLA, Daenan continua a crescere sia come giocatore che come artista. Ora, dopo essersi tolto la soddisfazione di aver giocato con le Maple Leafs canadesi nell’ultima edizione della Volleyball Nations League, il suo personaggio si è evoluto: si chiama Kofi. Il suo ultimo brano “Came Up” è un best seller su Spotify, molto amato dalle black radio americane che nemmeno sanno che quel rapper sia un giocatore di volley. Non male per uno che ha cominciato a fare rap a dodici anni e a giocare a volley a tredici…
E ora? Per fortuna il primo lavoro di Daenan resta la palestra: “Niente mi può togliere dalla testa la pallavolo – dice – anche se il rap e la musica hop hop sono una grande distrazione. Penso continuamente a ritmi, suoni, sono un grande appassionato di suoni industrial che registro in giro per la città e poi campiono. Il mio sogno è avere tutto: la gloria dello sport e la fama nello spettacolo. E se non sogno adesso quando dovrei farlo? Ho diciannove anni…”
Già. Bella cosa i sogni… Con la laurea in scienze politiche in programma per il prossimo anno e un contratto di cinque anni con la RedBulls Records, Daenan lavora per realizzare un nuovo disco: “Ma dopo le Olimpiadi – dice – non voglio che coach Hoag pensi che ho la testa da un’altra parte, anzi… quello forse è il sogno più grande di tutti”.
Ultima nota… i suo video di salti e allenamenti da laboratorio sono virali su You Tube.