Sospensione del campionato femminile, le società criticano la tempistica

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Di Redazione

Si è dovuto aspettale fino al primo pomeriggio di ieri per la decisione del Presidente della Lega Pallavolo Serie A femminile, Mauro Fabris, di sospendere tutti i campionati. A storcere il naso, non per la presa di posizione in se ma per la tempistica, sono stati alcuni Presidenti delle società, come riportato nell’edizione odierna di “TuttoSport”.

Critico è Diego Borgna, presidente del Cuneo, di scena a Filottrano. «Tempistica errata da parte della Lega. Prima ci confermano le gare, poi le sospendono a 2 ore dall’inizio. Cuneo e Ancona non sono “zona rossa”. Se il rischio contagio è reale, bisognava sospendere tutto prima di farci spostare, proprio per tutelale la salute pubblica. Lo sport è programmazione e non improvvisazione».

Una linea condivisa da Antonio Bartoccini, presidente di Perugia, che chiede il rimborso spese per le trasferte saltate. Nessuna partita a Monza, a prescindere, per il Chieri. «Avevamo deciso di non metterci in viaggio già ieri mattina – spiega il presidente Filippo VergnanoLa salute viene prima degli aspetti economici. Subito ci è stato detto che avremmo perso la partita a tavolino, con penalizzazione e multa. Ma Monza ci ha dato sostegno e la decisione è stata avallata dalla Lega poco prima della sospensione dei campionati. Le giocatrici erano preoccupate. Cosa succede ora? Possibili due scenari: chiudere qui la regular season e far giocare una final four per assegnare lo scudetto oppure aspettare il 3 aprile e poi disputare direttamente i playoff».

Concorda con Fabris il dg del Novara, Enrico Marchioni: «Giusta la scelta del presidente. Noi avremmo ospitato Firenze. Le toscane erano arrivate a Novara sabato e ieri si erano allenate. Ci siamo messi a disposizione e abbiamo accettato lo stop. Quanto uscirà oggi dal Cda farà scontento qualcuno ma dobbiamo mostrarci intelligenti. Penso ci si fermerà fino al 3 aprile. Contatteremo oggi la Cev per i quarti di finale di Champions. Si dovrebbe giocare col Fenerbahce a Maribor il 17-19 marzo ma in Slovenia c’è l’emergenza coronavirus».

«Quando il mare è in tempesta i capitani devono avere il coraggio di tenere la barra a dritta. Credo – afferma Garbellotto, Presidente dell’Imoco, intervistato invece da “Il Gazzettino”- che il governo si sia espresso chiaramente scrivendo nel decreto che si può giocare a porte chiuse. Ieri però hanno creato non poca confusione le uscite del ministro Spadafora, difficilmente raggiungibile quando volevamo capire le indicazioni da osservare riguardo al rientro nelle zone rosse. Credo che ieri abbiamo vissuto l’8 settembre dello sport vista l’incredibile confusione che c’è stata nel basket, nel calcio e nella pallavolo. Ciò che importa è avere chiarezza da parte del governo, del Coni e della Fipav, che non abbiamo sentito, su cosa fare. E invece abbiamo fatto una figuraccia a livello europeo per una mancanza di indicazioni chiare e certe» tuona Garbellotto. Già venerdì le atlete dell’Imoco avevano chiesto di non fermare la pallavolo.

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