Di Redazione
Stanno riprendendo alla spicciolata gli allenamenti a porte chiuse delle squadre di Serie A, consentiti dal nuovo decreto sull’emergenza coronavirus nonostante lo stop a tutte le competizioni sportive. Ma se le 13 formazioni di Superlega sono già tutte al lavoro, pur con ritmi e programmi diversi, per le altre categorie il discorso è differente.
Già in A1 femminile troviamo le macroscopiche eccezioni della Golden Tulip Volalto 2.0 Caserta, costretta alla quarantena dopo la trasferta a Bergamo, e della èpiù Pomì Casalmaggiore, anch’essa obbligata a fermarsi per un sospetto caso di Covid-19. Nelle ultime ore, poi, anche la Bartoccini Fortinfissi Perugia ha deciso di dire basta fino al 15 marzo.
In A2 e A3, invece, sono diverse le squadre che per il momento hanno scelto di rimanere ai box, per ragioni di sicurezza legate all’allarme sanitario o perché alle prese con la normativa che dispone l’obbligatorietà di un presidio medico durante gli allenamenti. In Emilia, Exacer Montale e Green Warriors Sassuolo sono in “vacanza” forzata, anche se ovviamente le giocatrici non possono allontanarsi dalla zona; in campo maschile la Tinet Gori Wines Prata è in attesa di capire se ci siano le condizioni per riprendere il lavoro, così come la Geovertical Geosat Lagonegro di A2. In giornata è arrivato anche lo stop della Materdominivolley.it Castellana Grotte.
Tra i più dubbiosi sull’opportunità di ricominciare c’è Stefano Manconi, presidente dell’Omag San Giovanni in Marignano, che al Corriere di Romagna dice: “Il mio timore è che la situazione possa essere più grave di quello che si pensa e quindi non sono molto convinto che far riprendere gli allenamenti sia la cosa giusta. Sarà che il nostro territorio sembra al momento più colpito rispetto ad altri, ma in me sta maturando la convinzione che forse è meglio fermare tutto, come tra l’altro è accaduto in altre realtà“. Stop agli allenamenti, dunque, per tutta la settimana e forse anche in futuro: “Non so se far restare le giocatrici a San Giovanni per tutto questo tempo possa avere un
senso e quindi non nego che esista anche la soluzione di farle tornare a casa loro“.
Se le Serie A viaggiano su binari differenti, del resto, dalla B in giù il problema non si pone nemmeno: la stragrande maggioranza delle squadre non ha i mezzi per garantire le necessarie misure di sicurezza, soprattutto a livello giovanile, e dunque ha sospeso totalmente l’attività. In attesa di tempi migliori.