Metti una rete da pallavolo al posto di un confine: la partita di volley di Tecate

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Di Redazione

Gli Stati Uniti sono stretti in una morsa di controlli e quarantena per via dell’emergenza coronavirus. Per la prima volta nella storia chiudono tutti i teatri di Broadway, i locali di Hollwyood Boulevard e persino casino e alberghi di Las Vegas. Le zone che non sono sottoposte a emergenza sono pochissime.

Tra queste Tecate, una cittadina che si trova a brevissima distanza dal confine messicano e che è abbastanza lontana dalle tensioni che parlano di muri da alzare in particolare nella zona di Juarez, tra Messico e Nuovo Messico.

La zona è quella dell’estremo sud est californiano. Tecate è famosa per la sua birra, una cerveza prodotta da messicani negli States. Diciamo che è una sorta di porto franco, dove c’è una certa tolleranza anche perché qui sono tutti imparentati.

A Tecate, ogni anno, vengono svolti tornei sportivi che coinvolgono da una parte messicani e americani, rigorosamente divisi dal confine. E anche se tecnicamente le competizioni si svolgono sul territorio statunitense le sfide sono per rappresentative nazionali. La rete non va superata e le squadre non cambiano campo. La partita di pallavolo va avanti dall’alba al tramonto, dodici ore, bagnata nel caldo torrido da ampi quantitativi di cerveza e llemonada per i più piccoli. Cambi continui. Un unico set che non finisce fino a quando non scade il tempo.

Da sottolineare, si vede, che non ci sono arbitri e che le linee sono appena percettibili. Non si tratta neppure dell’unica idea di questo tipo: a Naco, in Arizona, ogni anno gli appassionati di volley si riuniscono per sfidare i dirimpettai di Sonora, Messico, con regole simili. La festa si chiama Fiesta Bi-Nacional.

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