Di Redazione
L’allarme coronavirus lo ha vissuto due volte: prima con la preoccupazione per parenti e amici rimasti in Cina, poi in prima persona con lo scoppio dell’epidemia in Italia. E adesso Wang Simin, libero della Unet E-Work Busto Arsizio, sceglie ancora una volta la strada della responsabilità, restando nel nostro paese invece di rientrare a casa: “È un periodo particolare, non voglio generare altri problemi alla mia patria tornando indietro” dice a Sina Sports.
La giocatrice cinese, che nelle scorse settimane ha sostenuto la città di Wuhan con un’importante donazione, rivela anche un retroscena del suo supporto alla lotta contro la diffusione del virus in Italia: “Grazie al mio procuratore ero riuscita ad avere una scatola di mascherine, e ne ho acquistate anche altre dall’estero. Adesso che i dispositivi di protezione sono difficili da trovare, le ho distribuite a tutte le mie compagne e sono molto felici“.
Negli ultimi giorni Wang ha condiviso sui propri social network l’ormai celebre vignetta che mostra medici italiani e cinesi sostenere insieme l’Italia “malata”: “All’inizio gli italiani non si sono preoccupati dell’epidemia, la sentivano lontana. Adesso però tutti rispettano la Cina, perché ha dato un contributo molto importante nella lotta al virus. Si sono molto commossi per l’invio di squadre di medici cinesi in Italia“.
La giocatrice descrive in termini favorevoli il suo ambientamento nel nostro paese: “Quando sono arrivata in Italia non avevo il coraggio di parlare, ero un po’ nervosa. Le mie compagne di squadra, però, mi hanno aiutato molto a inserirmi, ad esempio portandomi con loro a fare shopping. Sono state sempre disponibili a chiacchierare con me, capire la cultura cinese e insegnarmi quella locale“.
(fonte: Sina Sports)