Eva Mori, la Polonia e il legame con l’Italia: "Ora sono pronta per giocare in un grande club"

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Di Alessandro Garotta

Gli occhi di Eva Mori potrebbero trarre in inganno. Perché a fissarli intensamente si corre il rischio di lasciarsi suggestionare, di finire col credere di trovarsi di fronte a una ragazza timida e dal carattere di ghiaccio. Ma basta scambiarci due parole o vederla giocare per capire la verità.

Questa palleggiatrice slovena, classe ’96, è sempre sorridente e ha la forza mentale e lo spirito vincente di una leader; in campo si distingue per la lucidità in fase di impostazione e la capacità di far spaziare il proprio gioco, chiamando in causa tutte le attaccanti e facendo crescere gradualmente l’intesa con chi le sta attorno.

Capacità che nascono dalle mani, ma che allo stesso tempo hanno bisogno di una grande personalità: Mori è la dimostrazione che, per arrivare ai massimi livelli, servono entrambe. E la sua straordinaria stagione all’LKS Commercecon Lodz è qui a ricordarcelo.

Ci racconti qualcosa di lei. A che età ha scoperto il suo talento per la pallavolo? E come ha iniziato a giocare da palleggiatrice?

Ho iniziato a giocare a pallavolo a 8 anni. Questo sport è un affare di famiglia perché tutti, tranne mio papà, lo abbiamo praticato. Mi sono appassionata guardando mia sorella allenarsi con mia mamma, che è una ex giocatrice della nazionale jugoslava. Lei e mio nonno sono stati i miei primi allenatori. Un giorno mi chiesero se avrei voluto giocare da palleggiatrice o schiacciatrice: non sapevo quale scegliere, perché mi piacevano entrambi i ruoli. Allora, mi dissero ‘tu sarai una palleggiatrice’ e da lì è iniziato tutto”.

Qual è stata la soddisfazione più grande nella sua carriera?

In realtà, sono due le mie più grandi soddisfazioni: il premio di miglior palleggiatrice del Mondiale Under 23 nel 2017, perché mi ha fatto capire l’importanza delle stagioni a Bergamo nel mio processo di crescita; e la vittoria del campionato francese nel 2018, il primo successo da protagonista in una grande competizione”.

È nata a Canale d’Isonzo, al confine con l’Italia. Che rapporto ha con il nostro paese?

È un rapporto molto bello. Anche da piccola mi capitava spesso di venire in Italia, per le vacanze al mare a Sistiana o semplicemente per una cena a Gorizia. Inoltre, il nostro dialetto ha subito diverse influenze dall’italiano, di cui conoscevo tante parole ancora prima di impararlo. Ho sempre amato l’Italia e per me è il paese più bello al mondo… ovviamente, dopo la Slovenia (ride, n.d.r)”.

Foto Rubin/LVF

In Italia ha indossato la prestigiosa maglia della Foppapedretti Bergamo. Cosa porta con sé di quelle tre stagioni?

Bergamo è un club prestigioso e lo sarà sempre: sono felice di aver indossato la maglia rossoblù per tre bellissime stagioni. Questa esperienza mi ha permesso di crescere e imparare veramente tanto. Per me è stato davvero un sogno giocare con Leo Lo Bianco ed essere allenata da Stefano Lavarini, a cui sono veramente grata”.

Dopo due stagioni in Francia si è trasferita in Polonia. Come si trova all’LKS Commercecon Lodz?

Sono molto felice, non avrei mai pensato di ambientarmi così bene. Dell’LKS mi piace proprio tutto. In particolare, apprezzo il calore dei tifosi, senza dubbio i migliori in Polonia: la loro passione è un motivo di orgoglio e ci fa dare quel qualcosa in più per andare oltre ai nostri limiti. Nello spogliatoio c’è un bel clima e non vedo l’ora di tornare in campo, se sarà possibile”.

Come giudica il rendimento della sua squadra in questa stagione?

Abbiamo avuto tanti alti e bassi. Sarei più contenta se il nostro rendimento fosse stato più continuo, anche se il terzo posto in regular season è sicuramente un buon risultato; abbiamo dimostrato di potercela giocare sia con il Developres Rzeszow che con il Chemik Police, e perciò non abbiamo paura di nessuno”.

Da gennaio sulla panchina della sua squadra siede un nuovo allenatore, Giuseppe Cuccarini. Può spiegarci la sua filosofia di gioco? Che cosa chiede in particolare ad una palleggiatrice?

La filosofia di coach Cuccarini prevede di scendere in campo sempre concentrati sul proprio gioco e solo in un secondo momento sulle avversarie. Sappiamo che è uno dei migliori allenatori al mondo e siamo contente di averlo con noi. Mi piace il fatto che mi concede molte libertà in campo; prima delle partite mi dice sempre di stare tranquilla e di fare cose semplici”.

I suoi progetti futuri: si sente pronta per giocare in una big europea, e – perché no – italiana?

Senza dubbio mi piacerebbe giocare nei migliori club d’Europa: in questi anni ho lavorato tanto e penso di essere pronta. E per quanto riguarda un possibile ritorno in Italia, mai dire mai”.

L’Italia sta vivendo giorni difficili a causa dell’emergenza coronavirus. Com’è la situazione in Polonia?

Sono molto dispiaciuta e triste per l’Italia. Spero che questa emergenza possa risolversi il prima possibile. Sebbene in Polonia ci siano meno casi, qui hanno introdotto diverse misure e restrizioni, tra cui la quarantena, in via precauzionale: hanno sospeso i campionati e dobbiamo stare a casa”.

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