Di Roberto Zucca
La sua ultima immagine sul campo da Beach Volley, finali del World Tour a Roma a parte, è quella del 1° settembre. La Coppa Italia, il secondo posto, la rabbia nei suoi occhi, più che la delusione, perché poco più di un’ora prima era entrato in campo con la consapevolezza di poter vincere quella finale. Al fianco di Carlo Bonifazi, quel settembre, c’era Fabrizio Manni. Poche ore dopo quella finale Carlo, in un lungo messaggio scrive: non voglio perdere più quelle finali.
È proprio da quel primo settembre che forse tutto cambia: “Quella finale si porta dietro tanta consapevolezza. C’è il desiderio di tornare in campo, forti dell’esperienza acquisita, ma soprattutto consapevoli di poter essere ancora di più una squadra e un team”.
In che senso?
“Per me e Fabrizio è stata una stagione bellissima, ma travagliata dal punto di vista professionale. Stiamo costruendo le nostre carriere al di fuori del campo e il 2019 è stato un anno in cui al Beach, con tanto sacrificio, abbiamo dedicato ogni momento libero. Anche se questo significava allenarsi alle 7 del mattino prima di andare in ufficio”.
Eravate arrivati a un punto di svolta?
“Sì. Ci siamo ritrovati a cena a guardarci negli occhi e a dire: possiamo fare di più assieme. Possiamo trovare più tempo, possiamo allenarci di più, possiamo giocare di più. Ecco perché un mese fa ho investito due settimane andando in Brasile ad allenarmi”.
Che esperienza è stata?
“Stupenda. Ho avuto l’onore di allenarmi con Janis Smedins, e di giocare contro alcune delle coppie più forti del ranking. Sono tornato in Italia galvanizzato da tutto quello che ho vissuto e da ciò che viverlo mi ha portato a pensare”.
Allenarsi con Smedins per arrivare a pensare cosa?
“A come voglio impostare la stagione assieme a Fabrizio. In Italia viviamo una realtà nella quale c’è una disperata ricerca del gesto, di tutto ciò che è complesso, e dimentichiamo che il beach è tecnica, ma anche semplicità”.
Quanto è tecnico il beach di Manni-Bonifazi da uno a dieci?
“Sei. E dobbiamo lavorarci su. Ma lavorare anche sulla semplicità dei colpi. La semplicità di farli venire sempre, senza arzigogolare sul campo. Sono rimasto molto colpito un giorno a Rio nel vedere, in una giornata estremamente ventosa, come la semplicità del gioco ha portato ad annullare l’effetto del vento, perché sembrava non ci fosse”.
Mi sta dicendo che si allenerà per rendere il vostro beach più armonico?
“Be’, sicuramente per giocare mnemonicamente. Potenziare il gioco significa giocare ogni azione come se dovesse essere la migliore possibile”.
Questa stagione si farà?
“Speriamo. Perché sarà ancora più bella dello scorso anno. Ci sono nuove coppie interessanti contro cui mi piacerebbe giocare. Penso a Ranghieri-Ingrosso e ad Ingrosso-Caminati. Il livello con due coppie come le loro potrebbe solo crescere. E lo spettacolo ancora di più”.