Claudio Chiari, responsabile marketing e speaker dell’Atlantide Brescia guarito dal coronavirus

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Di Redazione

“Sono felice di essere tornato a casa, dopo 17 giorni di ricovero tra Brescia e Bolzano. In questo mare di dolore tra la mia Brescia e la mia Bergamo, è solo una piccola goccia positiva che purtroppo non basta a rasserenarci”. Questo è l’inizio del messaggio pubblicato da Claudio Chiari, Responsabile Marketing & Comunicazione oltre che speaker dell’Atlantide Brescia, sulla sua pagina Facebook dopo aver trascorso gli ultimi 15 giorni in ospedale a causa del contagio da coronavirus.

Ma è pur sempre una buona notizia – continua Chiari – che voglio condividere con tutti voi, anche perché ormai, dopo i ringraziamenti che ho voluto fare tramite il quotidiano Alto Adige, la notizia si è sparsa. La mia decisione era stata infatti di non allarmare troppe persone durante la malattia. Dalla polmonite, seria ma mai troppo grave, sono guarito. I pastiglioni per la cura dell’HIV e Ebola, il sostegno dell’ossigeno e il buon umore degli infermieri e dei medici mi hanno portato alla guarigione in modo lento e graduale. Sono stato fortunato ad ammalarmi 20 giorni fa. Ne sono convinto. Oggi sarebbe tutto molto più complicato“.

Non ancora completamente negativizzato, ma con la carica virale del virus ormai molto bassa – prosegue il noto speaker e telecronista lombardo – trascorrerò 14 giorni di isolamento domiciliare a casa. Mia moglie, i miei figli e tutti i miei familiari stanno bene, fortunatamente. Alcuni amici meno, ma adesso tocca a me sostenerli. Non dimenticherò mai i primi due giorni in tenda fuori dal Civile di Brescia. Quello è stato l’unico momento davvero complesso e provante. Non solo per come stavo io, ma per ciò che vedevo attorno a me.

Avendolo vissuto in prima persona, non posso che confermare il mostruoso e sfibrante lavoro di medici, infermieri e anche del personale non medico. Dirlo è una cosa, vederlo da vicino è un’altra. Fidatevi. Il mio pensiero va a loro, eroi con il sorriso, a tutti quelli che hanno perso i genitori o i nonni, ai miei colleghi di Radio Number One, e a tutte le persone che stanno lottando contro il Covid-19. Il mio grazie va anche ai volontari di Brescia Soccorso che mi hanno portato a Bolzano e a quelli del Cosp di Mazzano che mi hanno riportato a casa, ai miei amici più stretti, loro si informati fin dall’inizio, e ai miei familiari che mi hanno sostenuto ogni giorno con il loro affetto“.

Un grazie particolare al mio compagno di stanza Agron, che ha pregato ogni giorno Allah per me. Vi chiedo cinque favori. Fate una donazione subito, se non l’avete già fatta. State a casa. Mandate messaggi di conforto a tutte le persone malate che conoscete perché aiutano tantissimo. Informatevi in modo completo e corretto da fonti attendibili, non sui social tanto per capirci. Sorridete e progettate il vostro futuro. Se scrivete un commento so con certezza che farete tutte queste cose. Vi abbraccio. Grazie. A presto“.

Nell’intervista al quotidiano “Alto Adige”, il 50 enne bresciano aveva raccontato la sua storia: ricoverato al San Maurizio di Bolzano il 5 marzo, perché in Lombardia non c’erano posti liberi. “Il 3 marzo sono andato nelle tende dove facevano il tampone e sono stato trovato positivo. Mi hanno ricoverato temporaneamente al pronto soccorso di Brescia. Il 5 mattina il primario mi ha dato la notizia: polmonite interstiziale bilaterale. Non gravissima, ma necessitava di ricovero. L’ospedale però era già molto in crisi. A me e ad un’altra persona hanno allora proposto il trasferimento a Bolzano, dove c’erano due posti disponibili. Sono arrivato al San Maurizio in ambulanza“.

Claudio, che lavora per il gruppo lombardo Radio Number One, con sede tra Milano e Bergamo, ha parlato anche del decorso della malattia: “Sono stato sottoposto alla cura che fanno a tutti, a base di pillole contro Hiv ed Ebola, due arancioni e una bianca. È il mix “classico”. Molto molto lentamente, pian pianino, la febbre è scomparsa. La polmonite pure, gradualmente si è ridotta. Dopodiché, dopo una settimana, venerdì scorso siamo stati sottoposti nuovamente ai tamponi per vedere se eravamo ancora positivi. I risultati sono usciti con dubbio. Un bene: inizi positivo e poi, man mano che combatti, perdi la carica virale. Finora non sono ancora mai uscito negativo, ma sono stato considerato clinicamente guarito“.

Ci sarebbe di mezzo la privacy, ma a Chiari interessa poco. Tiene a fare nomi e cognomi delle persone da ringraziare, “perché se lo meritano“. E sciorina: “Dottoressa Zocchetti, dottoressa Bonometti, l’infermiere Zdenko, l’infermiera Dani, il tecnico di radiologia Marica ecc. ecc.“.

(fonte: Facebook, Alto Adige)

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