Di Roberto Zucca
Assorto. È così da quando anni fa Andrea Argenta è esploso nelle cronache del volley in quel di Potenza Picena. Di stagioni ne sono passate tante, di parole dette su Andrea anche. Questa stagione è ritornato a dire prepotentemente la sua alla Peimar Calci, prima della definitiva serrata del campionato decisa solo qualche giorno fa:
“Ammetto la delusione. Ma ho capito le scelte e la motivazione per cui si è deciso prudenzialmente di mettere fine alla stagione. Avevamo giocato l’88% della regular season, e ai playoff lavoravamo già da qualche settimana. Dispiace”.
Una stagione in A2 in cui è tornato ad essere protagonista. E adesso?
“Le confesso che non sono dell’umore per affrontare il dopo. Preferisco concentrarmi sul durante e sperare che questa situazione si risolva nel più breve tempo possibile. Ci sono poi una serie di variabili di cui discutere: da dove si riprende, la chiusura economica e degli ingaggi degli atleti, le squadre che scenderanno il prossimo anno. È ancora troppo presto, insomma”.
La Superlega. Continui lei la frase…
“È un campionato nel quale vorrei tornare a giocare al più presto. Gli ultimi anni sotto questo aspetto sono stati positivi da questo punto di vista. Ossia nel maturare la consapevolezza che ho la forza e il carattere, ma soprattutto la motivazione, per poter stare a quei livelli”.
Su di lei le parole si sprecano sempre. La promessa, il futuro. La mettono in difficoltà?
“Mettono più in difficoltà chi le sceglie, e sempre per trovarne delle nuove. Io lavoro su Andrea Argenta, il giocatore, l’atleta. Senza aggettivarlo. Sul resto lascio fantasticare gli altri. Ho fatto un grande lavoro su me stesso da questo punto di vista. Certi fantasmi non mi appartengono”.
Da Calci ha avvertito la lontananza da tutto quello che vive il suo Paese?
“Siamo in un contesto ovattato. Vivo in un complesso assieme a Coscione, Fedrizzi e Barone. Immersi nella natura. Ho ritrovato la pace, sto un po’ con i gatti della colonia di cui mi prendo cura, leggo e sono tranquillo. Certo, la priorità dell’allenamento e di tornare in palestra è difficile da togliere dalla mente”.
Cosa le piacerebbe fare una volta terminata la quarantena?
“Fare un viaggio con la mia famiglia. Sono anni che ne parliamo e abbiamo in programma un viaggio negli Usa in agosto. Speriamo di poter mantenere il proposito. È il primo anno in cui non sono particolarmente impattato da nazionali o da altre attività. Vedere New York tra qualche mese è un pensiero che adesso mi fa star bene”.