Di Roberto Zucca
Non era il finale che si aspettava. O la qualificazione Champions che sognava. Simone Parodi ha tutt’altro che l’aria di chi ha fatto festa in campo, dopo lo stop deciso dalla Federazione polacca per le misure prese per contrastare la diffusione del Covid-19 e dopo la decisione di non assegnare lo scudetto ma di garantire la qualificazione in Champions League a tre club polacchi, tra cui il suo Zaksa Kedzierzyn-Kozle:
“Abbiamo saputo dalla Federazione che il campionato è stato dichiarato chiuso a poche giornate dal termine. Dispiace, ma in questi casi si comprende assolutamente la decisione presa. Professionalmente la stagione stava andando bene. Eravamo primi in campionato e ci giocavamo anche la Champions del prossimo anno dopo l’eliminazione ai quarti contro Kemerovo”.
Dopo alcuni anni meno fortunati, qualcuno ha scritto che questa era la stagione del suo rilancio.
“Era una stagione strana, iniziata, come avevo dichiarato ai vostri microfoni, un po’ in salita. Prima il mancato ingaggio in Italia, poi la chiamata di Nikola Grbic e dello Zaksa. Sono partito e questa stagione l’ho giocata come non mi capitava da tempo. I risultati sono arrivati e le prestazioni sono andate di pari passo. Ero soddisfatto dell’andamento”.
Con Grbic c’è stata intesa da subito?
“Nikola mi ha voluto e mi ha spinto a lavorare sul potenziale inespresso delle scorse stagioni. In squadra si è creata una bellissima alchimia con tutti. Il campionato polacco ha un ottimo livello di gioco, e far parte di una squadra che è stata una delle protagoniste è una cosa che mi stimola per il futuro”.
La sua prima esperienza all’estero. Tornando indietro, la rifarebbe?
“So che si potrebbe pensare che è stata una scelta obbligata. Ma non lo è stata, perché qualcuno mi aveva contattato anche in Italia, alla fine. È stata una bellissima avventura. Professionalmente mi ha fatto maturare. Umanamente mi è servita. Sono cresciuto sotto ogni punto di vista”.
In Italia la ripresa del campionato è stata a lungo in discussione. Giusto o sbagliato?
“Leggo e mi informo anche da ex compagni di squadra e amici. Non parlo di giusto o sbagliato sulla ripresa perché non ho elementi per giudicare le scelte. Per la Polonia è stata presa una decisione che per il paese è stata giudicata corretta. Ogni paese adotta le misure più consone per la realtà che attraversa”.
Si era parla di playoff a giugno. Se qualcuno l’avesse chiamata all’ultimo minuto, ci avrebbe pensato?
“Lascio aperte le finestre e visto che mi ritrovo a Sanremo sul mare, ascolto il canto delle sirene (ride ndr). Scherzi a parte, perché no. Dipende dalla proposta, ma il pensiero l’avrei fatto”.
Nel frattempo sui social molti le chiedono di postare i suoi allenamenti.
“Se possiamo contribuire a svelare qualche segreto del professionismo o semplicemente rispondere a qualche curiosità degli internauti, è divertente poterlo fare. In questi giorni cerco di tenermi al massimo della condizione e mi alleno tutti i giorni come posso. I miei amici mi chiedono di allenarmi con loro e faccio qualche sessione suppletiva solo per loro. Aiuta a staccare la testa ed è un bene per la salute”.
In Polonia si diceva che il suo vero segreto era stato quello di aver cambiato alimentazione.
“Non sono mai stato uno che sgarrava, ma sono rimasto di sasso leggendo l’alimentazione di sportivi come Djokovic. Lo consiglio e consiglio a tutti di dare molta attenzione all’alimentazione, oltre che alla condizione fisica. Io non sono più uno da abbuffate a tavola. Se poi questo sia o no il segreto, non lo so”.