Di Redazione
A Natale si vorrebbero solo leggere belle notizie, storie a lieto fine: possiamo solo augurarci che questa lo sia. È la storia di Fabiola Costancio, giocatrice di beach volley brasiliano di 35 anni famosa non solo per la sua qualità agonistica ma anche per la sua avvenenza: lunghissimi capelli grigioverdi, giganteschi occhi azzurri, forme perfette, era stata soprannominata “la musa del beach”. Numerose stagioni da professionista, una carriera parallela da fotomodella: pochi giorni dopo aver compiuto 35 anni Fabiola si rende conto che c’è qualcosa che non va. È un nodulo al seno: “Un’atleta conosce il suo fisico, è bastato un autoesame e mi sono subito allarmata, la diagnosi era quella che temevo – dice oggi Fabiola – mi hanno operata e mi sono sottoposta a una lunga serie di chemioterapie, sedici in tutto per via del rischio di diverse recidive”.
Sono passati quasi due anni. La malattia non le ha impedito di giocare il suo ultimo torneo. Poi, interrotta l’attività ha deciso di sfruttare la sua notorietà uscendo allo scoperto: “Ho fotografato il mio percorso, non solo la debolezza e i momenti di difficoltà ma anche la speranza, l’ottimismo che per fortuna non mi ha mai abbandonato. Continuo ad allenarmi: vado in palestra con la mascherina perché devo stare attenta per via della bassissima protezione immunitaria. E per il resto vivo giorno per giorno: mi dico sempre ‘è una fase, passerà” .
Paradossalmente è molto più famosa oggi: i suoi profili social sono seguiti da decine di migliaia di follower.
Il suo esempio ha considerevolmente aumentato il numero di controlli preventivi per il tumore al seno: tantissime giocatrici hanno dimostrato la loro solidarietà tagliandosi i capelli a zero (a destra con Evelyn, la sua ultima partner).
Nel frattempo disegna una linea di costumi da bagno, visita i reparti pediatrici degli ospedali, partecipa a forum e convegni in modo instancabile e continua ad allenarsi: “Essere una sportiva resta la parte principale di me, anche se il cancro può essere devastante e azzera quella che è la tua consapevolezza, fiducia e stima, io continuo ad allenarmi cercando di fare un po’ di più e un po’ meglio di quello che ho fatto ieri. Sono cristiana e questo mi ha aiutato: sono malata ma non è la fine del mondo, è solo una fase, passerà. Voglio di nuovo provare la fatica degli allenamenti delle gare e quella sensazione di freddo che mi blocca la pancia prima di entrare in arena”.
(Fonte: Globo)