Di A.G.
Per chi conosce poco la pallavolo, quello del libero rimane un ruolo misterioso. Istituito per ultimo, in ordine cronologico, il libero gioca con regole ad hoc, indossa una maglia diversa dal resto della squadra e si occupa esclusivamente della ricezione e della difesa: compiti di vitale importanza, ma che spesso passano in secondo piano rispetto alle spettacolari schiacciate. Eppure, senza gli appoggi ed i salvataggi del libero, gli attacchi sarebbero più difficili e le azioni di gioco meno efficaci.
Insomma, un mestiere davvero difficile, ma non per Ilaria Spirito, giocatrice in grado di fare la differenza non solo sotto l’aspetto tecnico, ma anche nel cuore e nella grinta che dimostra ogni volta in campo. La nostra intervista al libero della èPiù Pomi Casalmaggiore è dunque l’occasione giusta per conoscere meglio le dinamiche di questo ruolo così affascinante.
Ha solo 25 anni, ma ormai da tanto tempo la vediamo sui campi di Serie A1. Com’è iniziata la sua carriera?
“La mia passione per la pallavolo non è stata un colpo di fulmine, nel senso che dai 6 ai 13 anni ho giocato a calcio; questo è stato il mio primo amore e lo è ancora adesso. Ho cominciato a giocare a volley in seconda media, anche se l’ho sempre seguito, essendo lo sport di famiglia. Ho capito subito che ero abbastanza brava e quindi ho continuato fino ad arrivare in Serie A”.
Quello del libero è un ruolo particolare. Più istinto o tecnica?
“Più o meno si equivalgono questi aspetti, ma penso che sia altrettanto importante la testa. Per un libero la concentrazione deve essere sempre al massimo, visto che deve farsi trovare pronto in ricezione e in difesa, senza margine di errore”.
Come vive questa responsabilità di dover sbagliare poco o nulla in fase difensiva?
“Il libero è un ruolo un po’ disgraziato, come il portiere nel calcio: tutti si ricordano degli errori, della palla non difesa al meglio o della ricezione sbagliata, specialmente nelle fasi decisive di una partita, ma in pochi si ricordano di ciò che di buono è stato fatto in precedenza. Questa responsabilità non è un peso, ma uno stimolo per fare bene e mostrare il mio valore”.
È alla sua seconda stagione a Casalmaggiore. Come si trova in questa società e come mai ha scelto di rimanere?
“A Casalmaggiore mi trovo davvero bene. Ho deciso di rimanere anche quest’anno perché il progetto è interessante, la squadra è forte e c’è sintonia sia con l’allenatore che con le altre compagne. Inoltre, la società ha un’ottima organizzazione, a noi giocatrici non manca nulla e perciò possiamo pensare solo a fare bene in campo”.
Dove può arrivare questa èPiù Pomì? Quali sono i vostri obiettivi?
“Casalmaggiore può essere fastidiosa per tutti, a patto che riesca a esprimere al meglio il proprio valore. Come dichiarato anche dalla società, il nostro obiettivo è di rientrare nelle Coppe europee, ovvero tra i primi cinque posti a fine stagione: non sarà facile, ma sono convinta che questa squadra abbia le carte in regola per ottenere un risultato importante”.
In cosa è necessario migliorare per arrivare al top delle vostre potenzialità?
“Rispetto alla scorsa stagione ci sono diversi volti nuovi in squadra e perciò stiamo lavorando per affinare l’intesa e i meccanismi di gioco. Siamo consapevoli della difficoltà del campionato, ma per provare a vincere il maggior numero di partite dobbiamo migliorare in ogni fondamentale, a partire dal servizio e dalla correlazione muro-difesa”.
Cosa manca a Ilaria Spirito per poter essere protagonista anche in Nazionale?
“Forse mi manca esperienza internazionale. La Serie A è un campionato di altissimo livello, ma credo che per avere qualche chance in più in ottica Nazionale sia importante giocare anche le Coppe. Al momento in azzurro ci sono due liberi molto forti, ed è giusto che ci siano loro, ma se in futuro dovesse arrivare una chiamata mi farò trovare pronta”.
Sappiamo che è una grande tifosa dell’Inter. Se potesse scegliere, preferirebbe lo scudetto dei nerazzurri, la vittoria di un trofeo con Casalmaggiore o la convocazione per le Olimpiadi?
“Per quanto sia una super tifosa, metto lo scudetto come terza preferenza perché le soddisfazioni personali vengono prima di tutto. Invece, è molto difficile scegliere tra le altre due opzioni, visto che sono in cima alla lista dei miei obiettivi. Le Olimpiadi sono il sogno di tutte le giocatrici e chiaramente anche il mio. Farò tutto il possibile per meritarmi una convocazione, anche se le scelte non dipendono da me”.