Andrea Dotto, preparatore atletico dell’HRK Motta: "Curiosità e disponibilità da parte dei ragazzi"

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Di Redazione

Idee ben chiare, determinazione, una preparazione professionale e un curriculum di tutto rispetto: queste sono alcune caratteristiche di Andrea Dotto, preparatore atletico dell’HRK Motta che da una decina di giorni sta lavorando con il nuovo gruppo. L’abbiamo incontrato:

La preparazione per affrontare una categoria come la A3 e’ iniziata con volumi di lavoro molto alti, abbiamo praticamente fatto doppia seduta tutti i giorni, mattina e pomeriggio, tranne mercoledì giorno che abbiamo dedicato alla valutazione e ad alcuni test fisici. Sto cercando di far capire ai ragazzi come voglio lavorare io e sto lavorando (raccogliendo quotidianamente dati) per capire innanzitutto quali sono i loro punti di forza, ma soprattutto gli aspetti dove magari sono più carenti sui quali creare programmi di lavoro su misura e personalizzati. I carichi di lavoro sono di giorno in giorno in aumento sia dal punto di vista qualitativo che di intensità, i “minutaggi” come detto sono già molto alti e li terremo su questi livelli per almeno le prime tre settimane cercando di migliorare le performance di ognuno. Il primo feedback che ho avuto è che ho trovato tutti estremamente positivi, curiosi di capire il nuovo metodo di lavoro in cui io credo e completamente disponibili su un percorso di lavoro che sarà duro ma che di certo porterà dei frutti.

Dotto si sofferma poi su un aspetto per lui importante e fondamentale per affrontare una categoria impegnativa come la A3: “Tra le altre cose ho potuto, durante la prima settimana, raccogliere informazioni per iniziare un lavoro per me fondamentale: la prevenzione. Sarà un lavoro quotidiano ed individuale in cui i ragazzi, oltre alle sedute classiche previste dal programma, dovranno dedicare una mezzora di lavoro sui propri limiti, sui propri punti critici che già conoscono o che io individuo. La mia idea è che, lavorando con costanza e impegno su questo, si possano ridurre notevolmente gli infortuni e che si possa migliorare la qualità fisica che può di conseguenza dare benefici al lavoro tecnico in allenamento. È una cosa che ho introdotto quest’anno, che di regola faccio in tutte le squadre in cui ho lavorato e in cui credo davvero tanto.

(Fonte: comunicato stampa)

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