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Il basket taglia tasse e tesseramenti per la ripresa. E la Fipav… che fa?

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Di Redazione

La notizia viene dalla Gazzetta dello Sport di oggi: il Consiglio federale della Federazione Italiana Pallacanestro ha investito nella “fase due”, quella della prossima ripresa dei campionati, scegliendo di aiutare le società con un consistente taglio alle tasse e ai tesseramenti in vista di un problematico ritorno all’attività. Nello specifico, si parla di sospendere le tasse relative a riaffiliazione, iscrizione ai campionati e sponsorizzazione, e rendere gratuiti i tesseramenti di tutti gli atleti delle giovanili e il tesseramento gare degli allenatori. Il tutto garantirebbe per le società un risparmio che si aggira intorno ai 4 milioni di euro.

Basterà a evitare la crisi? Certamente no, ma intanto la Fip fa un primo passo nella direzione del sostegno ai club in difficoltà. Mentre da parte della Federazione Italiana Pallavolo, al di là delle dichiarazioni di facciata, non è ancora arrivato nessun provvedimento concreto, al di là di una “riforma” dei campionati giovanili a costo zero, attualmente valida solo per un anno e priva di qualsivoglia contenuto di progettualità. Il presidente Bruno Cattaneo, in un’intervista, ha già messo le mani avanti: “Abbiamo chiesto di incrementare la somma già messa a bilancio per le società, ma oltre questo da soli non possiamo andare“.

Eppure volendo le possibilità di intervento non mancano. Alcune le suggeriscono direttamente le società: “Congelare le tasse gara e reperire qualche aiuto per rimborsare le spese di trasferta sostenute inutilmente” ha proposto per esempio Antonio Bartoccini, presidente della Bartoccini Fortinfissi Perugia. E la stessa Associazione Procuratori Volley si attende “decurtazioni di tasse gara e affiliazioni“. Voci che incidono non poco sul bilancio di una società: il costo della riaffiliazione, ad esempio, va dai 3.000 euro della Serie A1 ai 450 dalla Serie C in giù, mentre i contributi gara oscillano tra i 180 euro della B2 femminile e i 1.350 di Superlega e A1 femminile.

Un altro intervento che i club chiedono a gran voce è quello sulla flessibilità dei calendari, anche quelli territoriali, dato che all’orizzonte si profila un problema di disponibilità delle palestre (e di costi per la loro sanificazione) non secondario. Ma anche su questo fronte tutto tace e non si va al di là di promesse, rassicurazioni e “tavoli di lavoro“. Eppure i margini finanziari sembrano esserci, visto il tanto sbandierato aumento dei contributi erogati da Sport e Salute e la contemporanea soppressione di tutte le spese per la preparazione olimpica delle nazionali, attualmente sospesa.

Sarebbe bello, e opportuno, che la Federazione rendesse edotto il mondo della pallavolo sulla sua strategia per contenere i danni causati dall’emergenza. Ammesso che ne esista una, oltre all’attesa degli aiuti a pioggia da parte del Ministero dello Sport (che nel frattempo, secondo le parole del ministro, sono già scesi da 400 a 100 milioni di euro…). Le società, che nel frattempo hanno già iniziato – nonostante tutto – la programmazione della nuova stagione, hanno bisogno di una risposta e la meritano.

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